nodi
N.10 Aprile 2020
Un piatto di gnocchi vale più di un abbraccio
Il servizio di consegna a domicilio della Cooperativa Varietà di Cremona è diventato una rete di solidarietà che coinvolge il seminario gli Amici di Robi, le ragazze che telefonano per far sentire la vicinanza alle persone isolate dal virus
Lunedì 30 marzo. Gnocchi al gorgonzola, petto di pollo al limone, piselli al salto, frutta. Oltre 160 di questi pasti sono arrivati nelle case di altrettanti cittadini. Grazie a una filiera di bontà, intesa come gusto e come solidarietà, accresciuta proprio per far fronte all’emergenza coronavirus.
Al Seminario, dopo le lodi, 14 seminaristi e due sacerdoti, a turno, indossano guanti, cappello e mascherina e vanno a dare una mano in cucina, utilizzata in questi giorni dai cuochi del BonBistrot della Cooperativa sociale Varietà per preparare i pasti a domicilio. Un servizio che la cooperativa fa da tre anni dal Civico 81, ma che in questi giorni, anche in collaborazione con il Comune di Cremona, è stato incrementato e riorganizzato (con il temporaneo spostamento del centro cottura al Seminario) per far fronte alle tante richieste di persone che – in questa emergenza – non possono uscire a fare la spesa perché in quarantena o perché fanno fatica a prepararsi i pasti da soli in convalescenza. «Accanto alla preghiera per coloro che soffrono e per chi ha fatto del proprio lavoro una missione – dice Valerio, seminarista – abbiamo voluto metterci il servizio. Sapere che con questo nostro semplice impegno portiamo nelle case un sorriso è la ricompensa più bella».
Suona il campanello: sono arrivati i volontari di #cremonaiuta, iniziativa del Comune di coordinamento di azioni di volontariato durante l’emergenza. Al servizio di consegna dei pasti sono stati destinati Gli Amici di Robi, associazione nata nel 2011 per tenere viva la memoria di Robi Telli, ragazzo cremonese scomparso in un tragico incidente stradale. Tutte le mattine, in equipaggi da una o due persone, con guanti, camici e mascherine, gli amici di Robi ritirano i mezzi, i documenti di trasporto e i pasti conservati in apposite valigette e partono per il giro porta a porta. «Credo sia fondamentale che in questo momento ognuno faccia tutto ciò che è in suo potere per aiutare», esordisce la volontaria Paola, 30 anni, architetto. Un aiuto che non è solo una consegna, ma anche un incontro, rigorosamente a distanza: «Per motivi di sicurezza – racconta Paola – non entriamo in casa, ma riusciamo sempre a salutarci ed informarci della reciproca salute dal balcone o restando fuori dal cancello. C’è chi ci lascia sulla porta le caramelle, chi ci prepara le torte e chi si è fatto promettere una visita alla fine dell’emergenza».
E siccome, nel confinamento forzato, si sviluppa una gran voglia di chiacchierare, la Cooperativa Varietà ha attivato un servizio telefonico speciale: una volta alla settimana fa un giro di telefonate a tutti per un controllo sul servizio. E diventa l’occasione per ascoltare racconti, timori, esigenze. «Si sentono storie incredibili – dice Cristina, operatrice del Varietà-. L’altro giorno ha chiamato una signora dall’ospedale: aveva appena partorito, il marito a casa in quarantena e voleva attivare il servizio dei pasti per i genitori anziani. Era provata, mi ha detto: “Devo sopravvivere per questo esserino che piange”. Sono stata in silenzio e poi le ho chiesto semplicemente “Come si chiama la bambina?”».
Tra chi consegna e chi riceve, tra chi chiama e chi ascolta, si crea un legame. «Non possiamo toccarci e non possiamo stare vicini; di noi si vedono soltanto gli occhi sotto le cuffiette e le mascherine – dice Paola – Ma stiamo dando tanto coraggio a queste persone e loro ne stanno dando tanto a noi. Ci stiamo facendo forza a vicenda, ci stiamo aiutando dove possibile e questa cosa ci avvicina anche di più di un abbraccio».