studio
N.60 maggio 2025
Al Beat Tune, Emilio tiene il ritmo dei sogni
Due chiacchiere nello studio di registrazione creato da Emilio, dove la musica si sente a casa

Forse era la cameretta di un bambino. O di una bimba? Difficile dedurlo avendo a disposizione, come unico indizio, un paralume che pende mestamente dal soffitto. Sicuramente, da quando Emilio ha iniziato a vivere in questo appartamento, al terzo piano di un condominio del quartiere Villetta, questa stanza ha subito una radicale trasformazione… a parte il paralume, intendo.
Fuori tutti i mobili, dentro la scrivania su cui piazzare il computer. Poi due casse, una tastiera, un microfono.
Ma partiamo dall’inizio, cioè da quando Emilio era ancora un rapper. «Per poter registrare i miei brani mi ero rivolto ad uno studio. Non trovandomi bene, avevo deciso di cambiare. Ne ho girati diversi, rivolgendomi a quotati professionisti, ma niente, c’era sempre qualcosa che non girava».
Il viso buono di Emilio smorza, con un sorriso, la delusione con cui, ancora oggi, ripensa a quei giorni. «Non mi trovavo proprio con quelle persone, a loro non interessava la mia musica; ero solo un cliente, un numero. Questa situazione mi stressava e mi portava a performare in modo insoddisfacente. Così non potevo andare avanti».
Dopo diverse riflessioni, l’unica strada percorribile sembra essere quella di acquistare tutto il necessario per creare, da sé, un piccolo home studio. Il ragazzo si appassiona, impara velocemente e realizza le prime “produzioni”. Poi arriva Mario, un cantante a cui Emilio, in amicizia, registra qualche brano. «Perché non ti proponi ad altre persone?» gli chiede, entusiasta, al termine di una sessione. Davanti all’inziale ritrosia del neofita produttore, incalza: «Dovresti farlo, ti assicuro che sei davvero in gamba; mi hai dato la carica giusta!».
Qualcosa si accende nella mente di Emilio che, accompagnato dalla certezza di ricevere un arricchimento dall’incontro con altri cantanti, inizia a registrare i brani di alcuni amici rapper. Aumentando il giro dei musicisti, arrivano le prime risorse per poter migliorare l’attrezzatura: il giovane produttore, smanettando con computer, programmi e schede audio, scopre la passione per la creazione di basi musicali.
«I miei amici cantanti, essendo soddisfatti dei risultati ottenuti, hanno iniziato a spargere la voce; così, tramite il semplice passaparola, sono arrivate altre richieste. Diciamo la verità», confessa con un sorriso. «Venivano perché pagavano poco e potevano stare in studio tutto il giorno».
In realtà, non è solo il fattore economico quello che spinge tanti appassionati, tra i 12 e i 31 anni, a recarsi al Beat Tune Studio. In quella che era una cameretta, il cantante trova un tecnico preparato ma, soprattutto, una persona disponibile che ragiona con la mentalità dell’artista. «Sì, in effetti è proprio così», ammette con un po’ di timidezza Emilio. «Cerco di dare ciò che io, da rapper, ho sempre faticato a trovare; desidero che, nel mio studio, le persone si sentano a proprio agio, senza stress. Anche se devono ripetere il brano decine di volte, non voglio che si sentano in soggezione. Mi propongo di aiutare chi sta iniziando per far nascere la stessa passione che ha fatto scaturire in me, quando ero adolescente, l’incontro con il mio maestro Renato “Febbo” Frattolillo. Come ha fatto lui, anch’io sono pronto a trasmettere tutti i trucchi che con l’esperienza ho imparato».
Vuoi dire che ti rivedremo su un palco? «Non penso proprio» ride. «Anche in passato non ho mai amato essere al centro della scena. Ho capito che non fa per me, nonostante io ami profondamente il mondo della musica». Poi, facendosi serio, aggiunge: «Con il tempo ho compreso che sono incompatibile con il mondo discografico e con le sue logiche legate esclusivamente al profitto. Io, con il Beat Tune Studio, voglio portare un micro cambiamento, partendo dal mettere al centro la persona e non il guadagno. Certo, mi piacerebbe che questo diventasse il mio lavoro a tempo pieno, ogni artista in fondo sogna di vivere con la propria passione; ma voglio farlo in modo etico».

Emilio è davvero un vulcano in piena attività: nonostante sia la fine della giornata e abbia trascorso nove ore al lavoro, si accende quando parla dei suoi progetti ed è difficile fermarlo tanto è l’entusiasmo che lo anima: «In questo periodo, per farmi conoscere, sto investendo parecchio sui social». Essendo un tipo disciplinato, si è dato un’organizzazione meticolosa: «Faccio uscire tre contenuti alla settimana, uno sui programmi che utilizzo in studio e due più generali, per esempio sulle case discografiche o su come stare sul palco. Parto sempre da quello che io, quando ho iniziato come rapper, avrei desiderato sapere e che ho capito solo con il tempo e l’esperienza. Voglio mettermi al servizio degli altri».
Concludendo il nostro incontro, chiediamo quali sono le maggiori gratificazioni dell’attività di home studio. Emilio non deve pensarci nemmeno un secondo: «Vedere le persone “prese bene” per il lavoro che abbiamo fatto insieme. Quando un ragazzo esce felice dalla porta del mio studio ho la massima soddisfazione e anche la mia piccola rivincita nei confronti del mondo discografico».
Ormai è tardi, usciamo anche noi dalla stanzetta, la luce del paralume si spegne. Rimane però accesa, ad illuminare la parete, la grande scritta al neon Beat Tune Studio: i sognatori non dormono mai.