silenzio

N.05 Novembre 2019

PREGHIERA

Gradino dopo gradino fino in fondo a se stessi

L'esperienza della meditazione profonda in una serata proposta a Cremona da don Massimo Vecchini della associazione Scuola del Silenzio

Un mosaico nella chiesa di Sant'Agata a Cremona

«Amore infinito… Inspira sulla parola “amore”. Espira sulla parola “infinito”. E inizia a scendere, gradino per gradino, dentro di te… Arriveranno le distrazioni, ne arriveranno tante, ma non ti devi preoccupare… Prendine atto e riporta la tua attenzione sul respiro».
Così don Massimo Vecchini accompagna chi vuole sperimentare la meditazione profonda cristiana.
Così ha accompagnato il gruppo di quindici persone che hanno aderito lo scorso 30 ottobre ad un incontro di avvicinamento alla meditazione profonda tenutosi a Cremona.
Il momento di meditazione è stato preceduto da una breve presentazione con un excursus storico che ha permesso ai presenti di ripercorrere le tracce di questa pratica che già si trovano nei primi secoli di storia della Chiesa e si intrecciano con le correnti filosofiche neoplatoniche.
La meditazione profonda vuole condurre alla consapevolezza di essere “tempio dello Spirito Santo”, di essere abitati dallo Spirito Santo, di entrare in dialogo con noi stessi e con ciò che di divino è dentro di noi.
Entrando in noi incontreremo anche i nostri “demoni”, non intesi come spiriti del male, ma come ciò che distrae, allontana, preoccupa, angoscia, a partire dalle nostre paure da affrontare e allontanare.
Don Massimo ha spiegato ai presenti che la meditazione profonda è preghiera ed ha citato proprio le parole di Gesù nel Vangelo di Marco “Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto…”
Dopo la presentazione, per circa mezz’ora, il sacerdote ha condotto il gruppo all’esperienza meditativa.
Con voce calma, rassicurante, paterna, il sacerdote ha invitato a concentrarsi sul respiro e a scendere lentamente dentro sé stessi, nel profondo, attraverso l’immagine di una scala da scendere gradino per gradino.
E poi c’è stato il silenzio, il respiro, il mantra ripetuto mentalmente, la lotta di ciascuno con le distrazioni… Un momento molto intenso.
Infine l’invito, mentre si risaliva dal profondo, a pregare per se stessi, per le persone care, per le persone indifferenti e anche per i nemici.
Con un canto di lode, don Massimo ha ricondotto tutti alla “realtà” chiedendo poi, a chi si sentiva, di condividere sensazioni, impressioni.
Molti hanno ammesso la fatica, in questa prima volta, a scansare le distrazioni che puntuali si sono presentate.
Alla domanda se la meditazione non fosse in contrasto con la dimensione comunitaria del cristianesimo don Massimo ha rassicurato che, in realtà, aiuta moltissimo a vivere meglio la liturgia ed i momenti di preghiera comune dei cristiani.
Al momento di congedarsi, a serata finita, tutti hanno auspicato di poter replicare l’incontro, segno evidente che l’esperienza ha destato interesse, attenzione, curiosità e desiderio di rivivere quel silenzio, nella propria “camera” di silenzio, dove incontrare l’amore infinito dello Spirito Santo.