legami
N.56 gennaio 2025
I «volti della storia», protagonisti tra le pagine dell’arte cremonese
In un volume pubblicato da Crart, la ricerca di Tommaso Giorgi e le fotografie di Federico Zovadelli accompagnano alla ricerca dei volti e delle storie dei grandi personaggi della storia cittadina (e non solo) celate tra i capolavori di chiese e palazzi
Ci guardano dalle pareti della Cattedrale, contano i nostri passi quando attraversiamo le navate di alcune chiese di Cremona. Sono attori della storia locale, protagonisti che, per varie ragioni, hanno guadagnato l’immortalità, tanto che i loro volti compaiono in pale d’altare o in affreschi. Il loro legame con la città e con la sua storia è visibile a chiunque. Ma non è facile identificarli perché spesso li troviamo nascosti tra coloro che assistono allo sposalizio della Vergine o alla presentazione al tempio di Gesù oppure addirittura sono nascosti tra la folla che assiste alla crocifissione. Sono cioè calati in una storia con la S maiuscola i cui protagonisti sono Maria e suo Figlio mentre loro risalgono ad altre epoche. Va meglio invece a coloro che sono stati ritratti ai piedi di un Santo o di una effige della Madonna, facilmente identificabili come committenti dell’opera d’arte.
Questi volti sono stati indagati da Tommaso Giorgi insieme a Federico Zovadelli (che si è occupato degli scatti fotografici) in un libro, edito da Crart, dal titolo: Volti della storia. Personaggi cremonesi incontrati attraverso il ritratto. È una sorta di guida curiosa che conduce il lettore in giro per la città tra la Cattedrale, il Palazzo Comunale, Sant’Agostino, San Pietro, San Michele, Sant’Ilario e Santa Rita. A prima vista mancano all’appello alcuni ritratti collocati altrove.
«Abbiamo utilizzato due criteri per selezionare i luoghi dove incontrare i ritratti – spiega Giorgi – il primo è la contestualizzazione cioè lo stretto legame che si instaura tra l’opera e l’ambiente per cui è stata pensata e il secondo è l’accessibilità». In sostanza nel testo si troveranno quei volti contenuti in opere che sono nate per un certo luogo e non ivi trasportate (come per esempio al Museo Civico dove gli autori non avrebbero mai immaginato di collocare i loro capolavori), luogo che deve essere facilmente raggiungibile da un cremonese o un turista (non quindi palazzi privati).
Così nelle scene che raccontano l’infanzia di Maria dipinte da Boccaccio Boccaccino nella navata centrale del duomo, nell’Incontro alla porta aurea, si vede un cavaliere che ha le fattezze del figlio di Ludovico il Moro, Ercole Massimiliano Sforza. All’epoca il giovane aveva 21 anni ma era già duca di Milano sotto il cui controllo era Cremona.
Anche nello Sposalizio della Vergine, ci sono uomini familiari ai contemporanei del pittore Boccaccio Boccaccino, sono due massari (un terzo è riconoscibile nella scena dove si trova anche lo Sforza). Quelle figure vestite di scuro sono i personaggi scelti dai fabbricieri per ingaggiare gli artisti. Dunque noti intorno al 1513, data in cui venne affidato l’incarico al pittore.
Anche Luigi Miradori, detto Genovesino, lasciò volti identificabili nella Moltiplicazione dei pani e dei pesci, opera monumentale oggi presente in Palazzo Comunale. Un viso di garzone avrebbe le fattezze del secondogenito del pittore, Giacomo nato nel 1632. Ma «la scoperta più curiosa – commenta Giorgi – resta il volto di Marco Gerolamo Vida in Santa Rita». Committente della chiesa, grande umanista nato a Cremona nel 1485 è rappresentato da Giulio Campi nell’affresco della Natività, nella zona dell’abside. «È in adorazione del Bambino ed è una rappresentazione sorprendente perché giovanile con una barba folta».
Tanti dunque i personaggi storici in cui ci si può imbattere e che il libro illustra in maniera significativa per guidare il lettore. «Ho avuto la possibilità, per esempio in Cattedrale – spiega Zovadelli, autore degli scatti del libro – di accedere a luoghi solitamente inaccessibili al pubblico e di osservare le opere da un punto di vista inusuale, completamente nuovo».
Una combinazione dunque di parole ed immagini effettuata anche in un altro testo di Crart (Parole di Pietra) «di cui il nuovo volume – precisa Giorgi – risulta la naturale continuazione. L’idea è infatti quella di creare una collana (venduta presso la libreria Segnalibro di Corso Mazzini, 34) che faccia luce su alcuni aspetti della nostra Cremona».