sensi

N.46 Gennaio 2024

rubrica

“Il calamaro gigante”, sotto la superficie delle cose

Il calamaro gigante è un insieme di storie ed esperienze di vita vera: dal rapporto del piccolo Fabio con la nonna, a un sacerdote del ‘600 che per primo visita Capo Nord, passando per Luciano e la sua zattera fatta con le taniche per il cherosene. Ogni storia è così assurdamente vera che l’istinto è quello di aprire Google e verificare. Ma il punto non è cercare su Google: il punto è cercare nel cuore. Perché lì ogni storia acquista il suo senso.

Quanto è corta la nostra strada rispetto all’orizzonte intorno.
Ogni tanto alziamo gli occhi per un attimo, e ci gira la testa a intuirlo.
E come il Celacanto, ci troviamo davanti a un bivio:
o torniamo subito con lo sguardo basso,
e diciamo che è assurdo, impossibile, non esiste.
Oppure lasciamo andare i nostri appigli,
abbracciamo questa spassante meraviglia
e ci lasciamo portare dove vuole lei, impossibili, assurdi, vivi

Abbiamo provato a immaginare che cosa Fabio, la voce che narra i racconti de Il calamaro gigante, avrebbe detto pensando alla parola Sensi.

Da qualche parte ho letto che passiamo sei anni della nostra vita a sognare. Penso che io da piccolo abbia sognato tantissimo. Sognavo di andare circo, desideravo ardentemente sedere sotto il tendone e guardare i funamboli camminare in equilibrio sulla corda o le tigri rispondere al loro ammaestratore, oppure ridere dei clown che cadono. Ma mio papà non voleva: diceva che era triste e puzzolente, che gli animali facevano pena e i pagliacci paura. Così un giorno ho insistito così tanto che mi ci ha portato: mi ha fatto vedere il tendone e poi mi ha riportato a casa. Io pensavo di aver visto il circo, ma in realtà avevo osservato solo l’involucro.

È così quando guardiamo il mare: noi pensiamo di osservarlo tutto, ma in realtà ne scorgiamo solo la superficie.

Non sappiamo cosa c’è sotto, nelle profondità del mare. Conosciamo di più la superficie di un pianeta lontano rispetto a quello che vive negli abissi. Probabilmente, se dovessimo metterci a immaginare chi abita le acque profonde, ne rimarranno sconvolti.

Il mare nasconde creature così straordinarie che i grandi autori hanno provato a descrivere. Ma sono sicuro, sicurissimo, che la realtà supera la creatività.

Quando ero bambino stavo ore ad osservare il mare, leggevo storie che raccontavano la vita di marinai, esploratori o persone comuni e le loro scoperte. Ne ero così affascinato che una volta, a scuola, quando la maestra ci chiese di disegnare il nostro animale preferito, io ritrassi un calamaro gigante. Tutti i compagni mi presero in giro, ma io lo sapevo che esiste davvero.

Oggi, che sono diventato grande e ho smarrito parte dell’innocenza che avevo, con gli stessi occhi guardo le cose che mi accadono nella vita. Tutte: quelle belle e quelle dolorose.

Del mare, della vita, non so nulla. Eppure, il più delle volte, pretendo di esserne un esperto e allora il bambino che c’è ancora in me mi rimprovera e mi accusa di superficialità, di guardare, appunto, solo la superficie.

A volte, invece, mi sento smarrito, come se fossi in mezzo al mare e non vedessi altro che la distesa di acqua intorno a me. Mi sento smarrito perché sotto la superficie delle cose è difficile vedere e trovare il senso. In quei frangenti sono fortunato, perché mi spoglio della tipica arroganza degli adulti che pretendono di sapere tutto, di conoscere il senso della vita. La vita, forse, è come l’acqua degli oceani che ricoprono la terra: per trovarne il senso non bisogna aver timore di andare in profondità. Noi stessi siamo fatti per l’80% di acqua, anche noi abbiamo un senso profondo, da cercare e da custodire.

in collaborazione con @poitelopresto


Del mare non sappiamo nulla, però ci illudiamo del contrario: passiamo una giornata in spiaggia e pensiamo di guardare il mare, invece vediamo solo “la sua buccia, la sua pelle salata e luccicante”.
Forse perché appena sotto c’è una vita così diversa e strabiliante da sembrarci impossibile. Lo impara a proprie spese un ragazzino, quando a scuola deve disegnare il suo animale preferito, ma si prende addosso le risate, le penne e le matite della classe intera, perché tra tanti animali belli al mondo lui ha scelto il calamaro gigante, “che non esiste”. Invece il calamaro gigante esiste eccome…. (feltrinelli.it)

SCHEDA

Autore: Fabio Genovesi
Editore: Feltrinelli
Collana: I Narratori
Anno: 2021