ombre
N.34 Ottobre 2022
Nella sfumatura c’è la soluzione
Ombre
Chiaroscuro di presenza. Mai si tocca, a volte si percepisce, sempre ci accompagna. Inseparabile quanto inafferrabile.
Spesso è il passato a gettarne di lunghe: sembra si diverta a fare da filtro alla visione del mondo che è venuto dopo di lui. Geloso di ciò su cui non ha più controllo, prova a mettersi in mezzo tra la vita che è e quella che sarà. Sono ombre maldestre, piene di secondi fini, quasi sempre bugiarde.
Trafiggono gli occhi di così tanti se e forse da non riuscire quasi più a vedere niente.
Eppure basta fissarle, trovare il coraggio di guardarci dentro per accorgersi che la fonte da cui provengono è lontana, innocua.
È la prospettiva che ci frega.
Ombra come interregno tra luce e buio.
Spazio di mediazione tra questi due antipodi. Figlia di mondi opposti, ha preso l’oscurità dal padre e la leggerezza dalla madre, senza quale non potrebbe letteralmente nemmeno esistere.
Ambasciatrice delle possibilità davanti agli schieramenti netti: al bianco o nero risponde proponendo un’infinità di grigi.
È nella sfumatura che esiste la soluzione.
Strane entità, queste ombre.
Ristoro o minaccia. Offuscamento di visuale o protezione da luce accecante.
Si allungano e si accorciano senza dare troppe spiegazioni, non amano raccontare da dove arrivino.
A loro basta essere, senza necessariamente esistere.
E a noi toccherebbe imparare che alle ombre che ci assillano, siamo noi a dare significato.
Che ci basterebbe far entrare un po’ più di luce per vedere cosa di tutto quel buio effettivamente rimane.