carta
N.31 Maggio 2022
Magie di carta dal Sol Levante (o dalla preistoria, o da un libro di fiabe…)
Al Japan Show tra case di bambole, dinosauri fragili e il treno dei sogni: dal Giappone a Cremona la carta prende vita per dare la giusta piega ad una giornata
Il tetto rosso, gli spazi ordinati, la magia di tornar bambini. Oppure il coraggio di credere ancora nei sogni, di viaggiare su un treno destinazione magia. Per gli appassionati ci sono pure i personaggi di Star Wars o gli animaletti: la lucertola, l’asino che legge, il cagnolino. Al Japan Show Cremona il paese del Sol Levante dona l’opportunità di tornare piccini con un foglio di carta tra le mani. Nel laboratorio dedicato agli origami si trova gente di tutte le età: famiglie con bambini, giovani coppie e curiosi. «Siamo qui per caso: è la prima volta che ci cimentiamo in un’avventura di questo tipo» ci racconta una di loro. L’obiettivo è costruire una rana. Il segreto? «Non perdere la pazienza». Gli origami sono un gioco antico. Inizialmente erano semplicissime strisce di carta: servivano insieme alla paglia a segnalare zone abitate dagli spiriti nei pressi dei templi. Poi l’arte si è affinata e si è diffusa nel mondo. «È in continua evoluzione». É il simbolo di una cultura che si racconta e non si stanca mai di abbracciare la creatività. L’arte di piegare la carta (questo significa il termine giapponese origami) in realtà presenta diverse tradizioni in varie parti del mondo: oltre al Giappone, in Cina (lì è nata la carta), nel mondo arabo o in Occidente.
Sul tavolo allestito dall’associazione culturale Fuji, «un punto di incontro tra Italia e Giappone», sono disposti diverse tipologie di origami. Da un unico foglio, a quelli modulari, passando per quelli realizzati con carta inumidita, fino a quelli gonfiabili. Per stile la spuntano i gioielli di carta, per simpatia forse quel dinosauro che sembra volerci riportare indietro nel tempo. «È un’avventura che non intraprenderò mai più» sorride Alessia Ravelli, organizzatrice d’eventi dell’associazione. «Il mio rapporto con la carta è altalenante. Ora ho imparato a dedicarmi agli origami solo quando c’è qualcosa di davvero interessante». Tra le pieghe della carta spesso si infilano i dubbi dell’esistenza. «Non è rilassante, è un obiettivo da perseguire. Quindi mi dedico solo a raggiungere mete per cui valga poi la pena godere il panorama». Quella per il Giappone, insomma, è una passione che va in altalena. Di certo, però «quella degli origami è una tecnica molto utilizzata a scopo didattico: aiuta la concentrazione, il coordinamento dei colori, la manualità».
Al workshop accanto l’occhio cade su una giovane coppia. Stringono un foglio tra le mani: «stiamo cercando di capire qualcosa di più sul Giappone, prima di andare a visitarlo». Certo, con le prime pieghe non va benissimo. Al resto ci pensa la guida dall’entusiasmo travolgente. Le indicazioni si susseguono meccanicamente e l’aquilone prende forma. Un’occasione non certo per volare alto in cielo, ma sicuramente per decollare con la fantasia. Nel caso non funzionasse, resta sempre l’alternativa: il treno dei sogni non è ancora partito.