parole
N.24 Ottobre 2021
I “binomi” della cooperazione per una finanza capace di cura
Persone e comunità Solidarietà e cura Prossimità e localismo Vanno in coppia le coordinate di una economia a misura di persona
Mutualità, relazione e solidarietà caratterizzano in maniera distintiva il fare banca di ogni BCC. È curioso però notare come proprio queste parole, che nella grammatica italiana si presentano al singolare, sottintendano la necessità di un legame, di una dimensione plurale, per realizzarsi pienamente in un sistema di valori che tenda al bene comune, ovvero ad un risultato superiore alla somma dei singoli.
Diceva Antonio Genovesi, fondatore dell’Economia civile: «È legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri».
E le Banche di Credito Cooperativo agiscono proprio con questo spirito; portatrici per statuto di una visione tipica di finanza civile che non guarda al profitto, hanno per fine la “cura” della comunità e del territorio in cui operano e si identificano.
Lo dimostrano anche recenti studi accademici: laddove sia presente una BCC, si hanno effetti positivi sul tessuto economico locale, poiché contribuisce a ridurre le disuguaglianze, promuovere l’occupazione e la crescita economica, migliorare l’inclusione finanziaria.
Da qui, possiamo identificare tre “binomi della cooperazione” capaci di dimostrare ancora meglio l’azione diffusa di una Banca di Credito Cooperativo.
persone & comunità
Le BCC guardano alle comunità come un vero e proprio “sistema di relazioni” complesso, nel quale sono chiamate ad essere protagoniste per intercettare i bisogni dei cittadini non soltanto in termini finanziari, ma in tutti quegli ambiti essenziali a garantirne la salute e la tenuta sociale.
Un compito non semplice, ma che le Banche di Credito Cooperativo hanno saputo rendere meno complesso anche grazie all’aiuto diretto dei propri Soci.
Come? Non vedendoli più quali semplici portatori di istanze, ma piuttosto come risorse, attraverso un loro coinvolgimento in prima persona nella misurazione delle mutualità.
Partendo da questo prezioso rapporto di reciprocità, sarà possibile alimentare e rendere ancora più efficace il “modello BCC” a sostegno di imprese e famiglie. Un modello che, già nel periodo drammatico della pandemia, ha saputo comunque dimostrare di essere tutt’altro che superato, garantendo ai nostri territori la resilienza necessaria per preservare il proprio tessuto sociale ed economico. Lo dimostrano, ad esempio, i 90 milioni di euro che Credito Padano ha erogato in finanziamenti agevolati garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia (ex articolo 13 del “Decreto Liquidità” e “Sostegni Bis”), ai quali si devono aggiungere i 140 milioni di euro di moratorie previste nel “Decreto Cura Italia” per il differimento del rimborso dei debiti.
solidarietà & cura
È dunque chiaro che all’interno della pratica dell’economia si debba necessariamente trovare spazio per “prendersi cura” delle persone, una sorta di missione nella quale si è responsabili non soltanto per quello che si fa, ma anche per quello che non si fa, pur potendolo fare.
Con questo spirito d’iniziativa, oltre alla costante attività di beneficienza in campo culturale, sociale e religioso, le BCC hanno intrapreso negli ultimi anni un percorso di ricerca e sviluppo di nuove forme di welfare comunitario, in un’ottica sussidiaria e complementare rispetto al sistema pubblico.
Una Mutua assistenziale come Padano Vita ad esempio, nata recentemente su iniziativa della nostra BCC, riesce ad interpretare in chiave moderna i bisogni non finanziari dei cittadini sia nell’ambito sanitario e sociale, sia in quello educativo e ricreativo, attraverso sussidi, contributi e convenzioni.
Significa per noi intendere la Banca come una realtà in grado di avere una visione integrata, qualificando i luoghi dove le persone abitano, lavorano, vivono le diverse dimensioni dell’esistenza.
prossimità & localismo
Il territorio non dovrebbe essere visto come una mappa, una geografia, ma come un ecosistema in continuo mutamento e che necessita di attenzioni per svilupparsi al meglio. In questo senso, tra le altre cose, Credito Padano è particolarmente legato ad un progetto che lo vede tra gli attori principali nello sviluppo strategico del Distretto dell’Innovazione Tecnologica di Cremona. L’intento è quello di dar vita ad un luogo capace di favorire sinergie tra start-up e imprese già affermate, diventando un incubatore di idee che possa attrarre nuove professionalità e creare quindi occupazione, specialmente per i giovani.
È, infatti, ragionevole pensare che saranno proprio le banche locali le migliori interpreti del nuovo paradigma della crescita durevole, inclusiva e partecipata tanto auspicata anche dal Recovery Plan, grazie alla loro flessibilità e capacità di ibridarsi con il territorio per un benessere diffuso.
Una convinzione che trova sponda anche nella voce autorevole di Papa Francesco quando dice che: “L’istanza locale può fare la differenza. È lì infatti che possono nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti”.
* Presidente di Credito Padano