cuore

N.33 Settembre 2022

COMUNITÀ

«Il cuore della generazione Z batte più forte di quanto pensiamo»

Giulio Ferrari ha vinto il premio di bontà intitolato a Lidia Bittanti grazie ad un progetto che ha coinvolto ragazzi tra i 14 ai 18 anni nella cura e nella manutenzione dei parchi e delle strade del quartiere. Che grazie al loro entusiasmo oggi è un po' più accogliente... e colorato

Giulio Ferrari

Giulio Ferrari fa parte di quella generazione Z (tecnicamente i nati tra il 1997 ed il 2012, i cosiddetti nativi digitali) costantemente in moto per provare, con piccoli gesti quotidiani, a sovvertire alcune regole di un mondo che viaggia a mille all’ora.
Pochi mesi fa ha vinto, insieme all’associazione “The Music Angels”, il premio bontà 2021 intitolato a Lidia Bittanti. Ha ricevuto questo riconoscimento lo scorso mese di novembre in una cerimonia molto sentita organizzata nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale di Cremona alla presenza del Sindaco Gianluca Galimberti, dell’Assessore alle Politiche Sociali e della Fragilità Rosita Viola, di Marilena Antonioli Paloschi e Claudio Bodini, in qualità di rappresentanti delle famiglie Bittanti-Antonioli, promotrici del premio, e di monsignor Attilio Cibolini, delegato dal Vescovo di Cremona.

Il nominativo di Giulio Ferrari, classe 2000, cremonese, è stato segnalato da Pierluigi Rizzi, Presidente del Circolo Vedo Verde Legambiente-Cremona. È stato riconosciuto un grande sforzo personale su temi attuali come l’impegno dei giovani per l’ambiente, per la promozione quotidiana del concetto di sostenibilità, coinvolgimento sociale e promozione della vita di quartiere: «Studio biologia a Parma, qua a Cremona sono nato e vivo. Le superiori le ho frequentate all’Istituto Stanga di via Milano. Le tematiche ambientali e sociali mi sono sempre interessate, ho sempre cercato di coltivarle. Queste passioni mi hanno avvicinato al circolo Vedo Verde di Legambiente».

La sua è una storia di impegno, per il bene comune e la collettività: «La prima tessera l’ho richiesta quando ancora frequentavo le scuole medie. Ho svolto tanto lavoro di volontariato, anche come vice responsabile in campi organizzati a Gallipoli, sull’isola di Ustica, in Sicilia, passando poi per le Cinque Terre. Come ho conosciuto Legambiente? Sono venuti a scuola a parlare».

Il premio Bittanti ha radici lontane, da ricercarsi in un progetto di territorio: «Lo scorso anno ho partecipato al progetto “Piccole cose per grandi relazioni”, promosso dal Centro quartieri e beni comuni del Comune di Cremona. Ho coinvolto un gruppo di adolescenti dai 14 ai 18 anni in un lavoro per la cura e la manutenzione di un parco nel quartiere Zaist, dove io abito. Abbiamo svolto attività di piccola manutenzione, togliendo, per esempio, erbe infestanti dai vialetti o l’edera che soffoca la muratura. Il risultato è stato sbalorditivo. Questi ragazzi hanno stupito anche me per energia ed entusiasmo. Con Riccardo Loda, educatore che lavora presso l’oratorio di San Francesco d’Assisi, abbiamo riproposto un incontro al mese per continuare questi interventi, per sensibilizzare i ragazzi alla cura del patrimonio pubblico. È anche una opportunità importante per sentirsi parte di una comunità e di un gruppo di lavoro».

«Ogni giorno i ragazzi sono una scoperta.
Hanno energia e voglia di fare e idee
che meritano di essere portate avanti»

Il premio è solo l’inizio di un percorso molto più ampio: «Il premio l’ho ritirato volentieri, però va condiviso con tutte le persone che hanno reso possibile questa esperienza. Non è merito mio, ma di chiunque ci abbia aiutato: i ragazzi, l’oratorio, Legambiente, l’ufficio quartieri. È stato un bel gioco di squadra. Da poco tempo sono stato eletto presidente del quartiere 6, che comprende Zaist, Lucchini ed Annona-Stadio. Continuo questa strada da presidente di un quartiere che considero casa mia, con cui ho un rapporto speciale. Sull’esperienza dello scorso anno, abbiamo aderito al progetto nazionale “Ci sto a fare fatica”, proposto dal Comune di Cremona, in collaborazione con il Ministero del lavoro, la cooperativa Cosper e l’ufficio quartieri e beni comuni. Coinvolgeremo ragazzi della stessa fascia di età in interventi di rigenerazione urbana. Abbiamo scelto di fare un murales di street art sulla casetta Aem vicino alla chiesa di San Francesco. Sarà una sorta di biglietto da visita nell’entrata al quartiere».

Ma che generazione è quella che si sta formando? «Ogni giorno questi ragazzi sono una scoperta positiva. Hanno energia, entusiasmo e voglia di fare. Spesso spetta a noi, alla comunità, fornire i giusti stimoli affinché si mettano in gioco. Non si sono mai risparmiati, hanno idee che meritano di essere portate avanti. Occorre sgretolare i luoghi comuni che dipingono i giovani come sfaticati che non vogliono impegnarsi. Nel nostro percorso sono stati portatori di buone pratiche, per i coetanei ma anche per i più grandi. Piantare un seme, vuol dire raccogliere risultati, non necessariamente immediati. Sono ottimista e fiducioso. Lavoro da fare ce n’è. Noi dobbiamo essere esempio».