velocità

N.49 aprile 2024

motori

Incontrarsi a tutto gas sul Cremona Circuit

Una giornata al circuito di San Martino del Lago che, dal 20 al 22 settembre 2024, ospiterà una tappa del campionato mondiale di Superbike, tra amatori delle due ruote e piccole promesse del kart... sotto gli occhi di Toto Wolff

C’è sempre un che di magico che si vive quando si attraversano i box di un circuito. Odore di benzina, gomma bruciata e freni, sorrisi e pacche sulle spalle.

È questo il clima che si respira al Cremona Circuit, il tracciato di San Martino del Lago che, dal 20 al 22 settembre 2024, ospiterà una tappa del campionato mondiale di Superbike.

«Quell’appuntamento è chiaramente il nostro fiore all’occhiello – racconta Alessandro Canevarolo, amministratore unico della struttura – ma è frutto di un lavoro che ha le radici nel passato e che coinvolge circa trentamila amatori, i quali, ogni anno, decidono di frequentare il nostro circuito».

Alessandro Canevarolo

Si parla di amatori, cioè appassionati. Di moto, soprattutto. Amatori, cioè persone che decidono di dedicare del tempo a ciò che amano: scendere in pista per divertirsi. Senza la pretesa di gareggiare, o di sfidarsi, ma per il semplice piacere di accarezzare la manopola del gas con la libertà che solo un tracciato coinvolgente e ritmato può regalare.

Non stupisce che tutti i motociclisti presenti in circuito siano pronti a scherzare, a mettersi in posa per una foto, a sorridere. Non c’è astio, e nemmeno il desiderio di custodire segreti. Chi sta togliendo la tuta dispensa consigli a chi indossa il casco, mimando con le mani la traiettoria migliore da seguire.

«Quello degli amatori è un mondo particolare – prosegue Canevarolo – che ci sta molto a cuore. Sono persone che amano l’emozione di infilare i guanti e sedersi in sella, che preferiscono girare in pista piuttosto che guardare le gare in televisione. Non perché ambiscano a chi sa quali traguardi, ma semplicemente perché lo desiderano, per il piacere di farlo».

L’emozione ricercata, ovviamente, è quella che solo la velocità sa regalare. Il brivido di sfiorare l’asfalto, di appendersi alla leva del freno sempre più tardi. Di sentire quale travolgente melodia possa arrivare a suonare lo scarico della moto. E la magia arriva anche a chi sta seduto sugli spalti, o a chi condivide un drink con i piloti che sono appena scesi in pista. Il piacere di esserci è contagioso.

C’è poi un lato più prettamente agonistico, legato all’attività del circuito. Secondo il direttore la struttura cremonese si sta «attestando sempre più come punto di riferimento per il nord Italia, che è poi il nostro obiettivo, tanto che diverse squadre vengono a provare le proprie auto e moto sulla nostra pista. In più, c’è tutto il movimento legato al mondo dei kart, che pone le basi per i piloti di domani».

È un kartodromo di primo livello, infatti, quello realizzato all’interno del Cremona Circuit, tanto da richiamare spesso volti di primissimo piano del panorama motoristico internazionale. Lo stesso Carlos Sainz, pilota di Formula Uno della Scuderia Ferrari, lo scorso 5 febbraio, ha scelto di presentare la propria linea di kart proprio sulla pista cremonese. «Ma non è l’unico – secondo le parole di Canevaroli – perché ci capita spesso di ospitare piloti professionisti. Quello che notiamo è l’entusiasmo che li caratterizza: nonostante le corse siano la loro vita, il loro lavoro, quando tornano alle origini si divertono come bambini».

Toto Wolff

Ed è proprio dai bambini che l’attività motoristica prende il via, dal loro vivere il momento in modo totalizzante. “Guarda mamma, è come in Formula Uno!”, è l’urlo lanciato da un bimbo di sette anni, premiato sul podio insieme agli amici-rivali con cui ha appena finito di confrontarsi. Ad applaudirli, in mezzo alle tante famiglie, anche Toto Wolff, team principal della Mercedes F1. A colpire, del manager austriaco abituato ai trionfi di Lewis Hamilton e George Russell, è la spontaneità. Per un uomo che ha vinto otto titoli mondiali negli ultimi dieci anni, sembra non esserci nulla di meglio che sorridere ed applaudire il proprio figlio e i suoi compagni, felici ed entusiasti per il piccolo trofeo conquistato.

Ed è forse questo l’aspetto più particolare dell’esperienza in pista: l’umanità. Che non esclude l’agonismo, o la rivalità. Nelle gare dei piloti più grandi ed esperti non mancano sorpassi duri, battaglie, contatti e qualche diverbio al termine della corsa. Come non mancano, per i piloti amatoriali, la stanchezza, il senso del limite e la paura.

Secondo Alessandro Canevaroli, è il lato umano della passione per la velocità. «La si ama per le emozioni che regala, da un lato. Dall’altro, la si desidera sempre più. Ma, allo stesso tempo, si è consapevoli dei rischi che essa porta con sé». Gli incidenti capitano, e talvolta possono essere terrificanti, tanto da porre fine ad una vita. Eppure, non fermano gli appassionati, né tantomeno i professionisti. «Nel corso degli anni, si è fatto tanto per la sicurezza dei piloti, anche qui. C’è però una percentuale di rischio che non è eliminabile e che chiunque scenda in pista sceglie di accettare. Fa parte di noi, del nostro modo di essere e di vivere».

Quando si parla di motorsport, oggi, si fa sempre più riferimento ad un predominio della tecnologia sulla tecnica, del mezzo sulla persona. L’esperienza in circuito, invece, racconta una realtà differente. Si coglie un profondo senso umano, che supera qualsiasi aspetto puramente ingegneristico. Lo si nota nel fitto dialogo tra il meccanico esperto e il giovanissimo pilota pronto a scendere in pista; nella telefonata del ragazzo stremato che, appena terminata la gara, non desidera altro che raccontarne tutti i dettagli alla famiglia. Emerge un grande desiderio di aggrapparsi alle relazioni, anche se, sull’asfalto, si corre da soli.

«Tutto questo non è molto distante dal mondo della Superbike – conclude Canevaroli – quel campionato mondiale in cui ci si sfida mentre si è in sella, ma ci si ritrova a fine giornata per condividere una birra con i colleghi».

Ecco la magia, il brivido, la passione. Ogni pilota è felice quando tocca con mano la velocità e sorride ogni volta che può condividerne l’emozione.