velocità

N.49 aprile 2024

riflessi incontra

Auto d’epoca, la “lentezza” da gustare con i bolidi del passato

Marco Morandi racconta lo spirito del Cavec che a bordo delle auto d'epoca vive il fascino del progresso... godendo del panorama

«Guidare un’auto d’epoca significa mettersi nei panni del tempo». Così Marco Morandi, socio del Club Amatori Veicoli d’Epoca Cremona (CAVEC), racconta una passione lunga trent’anni, che ancora oggi lo accompagna. «È iniziata quasi per caso – racconta durante il trofeo Bugatti di Cremona. Era il 1993 ed ero con mio padre, che per più di vent’anni ha prestato servizio come cronometrista. Erano un po’ i “sacerdoti del tempo”, cui stava il compito di decretare la velocità e il punteggio dei partecipanti».

La vittoria poteva valere un decimo di secondo, «anche se oggi tutto si misura in centesimi – aggiunge – nelle gare su strada, la velocità non è solo il rapporto tra spazio e tempo, ma una sensazione. Devi sentirla dentro. Si parla di istanti, che possono diventare un’eternità mentre si corre verso il traguardo».

Alfista appassionato, quando è alla guida Marco si lascia conquistare dalle performance che ogni automobile sa regalare. «L’evoluzione tecnica avvenuta nel corso del Novecento ha cambiato radicalmente il modo di viaggiare, soprattutto per i veicoli di uso comune», spiega. «Solo negli anni Cinquanta, raggiungere i 110 chilometri orari con un’auto da strada era quasi impensabile. Grazie all’elettronica e allo sviluppo di nuove tecnologie, oggi chiunque può dare sfogo alle proprie ambizioni mantenendo alti livelli di confort e sicurezza, sempre rispettando i limiti di velocità e le regole della strada».

Viaggiare a bordo di un’auto d’epoca significa riscoprire e riassaporare sensazioni perdute con la frenesia della modernità, senza rinnegarne il progresso: «È un modo diverso per rendersi conto di quanta strada abbiamo fatto», aggiunge Marco. «Spesso tendiamo a dare tutto per scontato, dimenticandoci che ogni miglioramento – a partire dalla tecnologia – è frutto di sacrificio, ingegno e un lungo processo di maturazione, sperimentazione, insuccessi, utili per raggiungere determinati risultati».

Manifestazioni come la Millemiglia sono l’occasione per costruire un ponte tra passato e presente, raccontando la storia individuale e collettiva di chi appartiene a questo universo. «Il fenomeno delle auto d’epoca è sempre stato considerato un po’ snob – prosegue l’appassionato – ma negli ultimi anni la platea degli amatori si è ampliata, così come la possibilità di farne parte e vivere la strada in modo diverso».

Viaggiare a bordo di un veicolo storico significa fare i conti con una velocità diversa, che lascia margine al piacere di osservare il panorama oltre il parabrezza, meglio ancora se in aperta campagna. «Sfili l’orologio, metti il cellulare nel cruscotto e ti lasci portare dalla strada», suggerisce Marco, con il sorriso di chi sa come viaggiare fuori dal tempo, lasciando spazio alle emozioni.