magia

N.28 Febbraio 2022

INCONTRI

La magia di un sorriso nell’incontro tra bimbi e vecchi

Le età della vita sorridono tutte pur se per ragioni diverse: il vecchio per gratitudine e ironia, il bambino per piacere e gioia, l'adulto per tenerezza e stupore

I bambini vivono di magia: solo loro riescono a trasformare una scopa in un cavallo, un coperchio in ombrellone, uno straccio in tappeto volante. Sanno dare un nuovo nome alle cose e ne sanno inventare sempre altri. I vecchi non hanno più parole nuove impegnati come sono a non dimenticare quelle che hanno imparato.
I bambini hanno gomiti e ginocchia sbucciate per la fretta di correre verso il mondo. Anche i vecchi hanno croste e ferite ma solo nell’anima; non hanno più nessuna fretta, anzi, devono fare tutto con estrema calma.
Eppure anche i vecchi sanno fare magie.
Ogni volta che una carezza li sfiora o un abbraccio li scalda sanno ritornare bambini e stupirsi dell’inatteso. Insieme, poi, vecchi e bambini rendono possibile un portentoso incantesimo, quello del sorriso. È raro oggi incontrare volti sorridenti, è più facile imbattersi in visi seri, rabbuiati oppure distratti e torvi.
Sorridono gli uomini politici, quelli di spettacolo e i commercianti ma in funzione del gradimento che devono riscuotere. È stato loro insegnato che il sorriso è una maschera di apertura, disponibilità, accoglienza. Poco importa se poi nei fatti né accolgono né ascoltano: il loro sorriso è mercenario, è il prezzo che devono pagare per rendere gradite le loro merci.
Il sorriso che compare sul volto di un vecchio che si specchia nel sorriso del bimbo che lo guarda è, invece, il miracolo umano che solo la fragilità può realizzare. È proprio di chi sa di non avere potere su nulla guardare il mondo e gli uomini con gratitudine e stupore tanto da sorridere.
Il vecchio sorride mentre racconta al bambino la storia della sua vita, i suoi amori, le sue fatiche, i suoi dolori perché, mentre narra, tutto gli appare in una luce nuova. Della sua povertà ricorda la lotta col fratello per strappargli un pezzo di mela; del suo amore per Marta, la donna della sua vita, ricorda il primo bacio, il giorno del matrimonio, quella prima gita in montagna; del suo impegno politico cita le manifestazioni contro la guerra in Vietnam, contro l’apartheid, il giorno dell’uccisione di Moro, la bellezza della libertà; dei suoi lutti ricorda i gesti generosi delle persone amate.

…è il miracolo umano
che solo la fragilità
può realizzare

Nella sua narrazione protagonista è la gioia di aver vissuto e di aver goduto della compagnia di tanti amici. Grande è lo stupore del bambino che ascolta. Un vecchio che sia tale, libero dall’ansia di prestazione, cosciente dei suoi limiti, consapevole della sua precarietà, vuole solo mostrare a quel bambino il valori dei piccoli gesti che narrano la sua umanità. Non vuole certo nascondergli il male che ha incontrato ma desidera mostrargli che ha potuto viverlo senza soccombergli.
Il bambino prova un piacere così intenso nell’ascoltarlo da chiedere che il suo racconto non abbia mai fine. E come se la ride quando il vecchio ricomincia, con quale forte abbraccio lo ricompensa, e come si accoccola accanto a lui per sentire l’odore della sua carne. Quella storia diventa anche la sua storia,gli appartiene e ne va orgoglioso.
L’adulto, preso dalle quotidiane occupazioni, non può fare a meno di fermarsi a guardare e sorride. Tutti e tre sorridono se pur per ragioni diverse: il vecchio per gratitudine e ironia, il bambino per piacere e gioia, l’adulto per tenerezza e stupore.
Non è facile far sorridere un adulto. Disincantato, diffidente e, a volte, disilluso. Preferisce il mondo virtuale a quello reale che ritiene minaccioso. Lo schermo di un cellulare o di un computer protegge, rende anonimi e invisibili. È grazie al virtuale che può informarsi su tutto e pensare di conoscere tutto.
Ha smarrito il senso del mistero e si affida all’oroscopo per conoscere il suo futuro. Solo un vecchio e un bambino che se la ridono possono fare la magia di ridestarlo alla realtà.
I bambini hanno un disperato bisogno di racconti d’umanità, di sentire parole vecchie, storie passate di uomini e donne debitori al tempo dello straordinario spettacolo della vita. I vecchi hanno bisogno dei bambini come garanzia di vita rinnovata. Gli adulti hanno la responsabilità di ascoltare il loro dialogo,di prendersi cura di tutte le parole pronunciate, sospirate, gridate, rinnovate… perché nulla di ciò che è stato vada perduto. Nei reciproci sorrisi si manifesta la magia di generazioni che si incontrano, si parlano e donano al passato e al presente il futuro.
Il sorriso è riposo alla stanchezza, è nella tristezza conforto, rinnova il coraggio secondo Gibran.
Da una storia narrata e condivisa scaturisce la visione del futuro.
Senza sorriso si potrebbe anche morire.