eroi

N.18 Febbraio 2021

SUPERPOTERI

Supereroi del sorriso per i bimbi del “Maggiore”

La visita inaspettata e sorprendente di Spiderman e Wonder Woman nei reparti dei bambini dell'Ospedale di Cremona porta un sorriso... con i superpoteri

«Ma allora sei vero!» Il piccolo Alessandro non riesce a trattenere l’entusiasmo quando dal fondo del corridoio del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Cremona, vede spuntare Spiderman e Wonder Woman in carne ed ossa. La bocca si apre in un sorriso mentre gli occhi, fino a qualche istante prima velati di lacrime, stanno tornando a luccicare di meraviglia ed incredulità.

Spiderman e Wonder Woman stringono Alessandro tra le braccia, scherzano con lui, mentre qualche passo più indietro, la madre assiste alla scena, silenziosa e discreta, filmando con il suo telefono un momento di felicità assordante che nessun suono cupo futuro potrà mai offuscare.

Ci pensa la vita, in fondo, ad insegnare che la felicità è un elastico da tenere teso più a lungo possibile affinché quel senso di pace improvvisa possa resistere alla frenesia e al dolore che tiene in scacco la vita.

“Conosco il dolore, lo conosco da vicino e sono qui per questo…” sussurra Mattia, Cavaliere della Repubblica Italiana che a giugno, con il suo abito da Uomo Ragno ha incontrato anche Papa Francesco. “Nella mia vita ho subito 15 operazioni, faccio fatica a quantificare le ore trascorse all’interno di un ospedale, ma sono tante. Ho sofferto, moltissimo, e ho capito crescendo che nessuno di noi ha l’esclusiva sulla sofferenza. Ognuno deve fare i conti con se stesso e con il proprio fardello da portare”.

Di questo dolore, Mattia, ha deciso di farne qualcosa. Più di qualcosa, a dire il vero. Lo ha guardato dritto negli occhi, tutt’altro che scontato in un tempo che ci vorrebbe pronti a passare oltre le cose senza nemmeno averle attraversate. Mattia si è messo le mani dentro, ha scavato incessantemente, fino a che ha trovato qualcosa di prezioso a cui valesse la pena aggrapparsi. E alla fine ha fatto in modo che quel fardello pesante, indisponente, fastidioso, diventasse l’obiettivo della sua vita: trasformare la sofferenza in amore e impegno verso gli altri.

Nella stanza accanto c’è il piccolo David, un anno appena, in piedi sul suo lettino. Nessuna vergogna di fronte a due sconosciuti mascherati, solo la voglia di stringere le mani e accarezzare il volto di quell’uomo altissimo vestito di blu e di rosso. Subito dopo è la volta di Luca, 16 anni, e infine di Orlando, un giorno e mezzo di vita soltanto. A ciascuno, i due supereroi donano una medaglia speciale.

Nemmeno Mattia e Giada – questo è il vero nome dei due supereroi – dopo tanti anni di volontariato negli ospedali sono riusciti ad abituarsi al carico emotivo di certi momenti.

“Siamo qui per alleggerire il peso che questi bambini e le loro famiglie portano sulle spalle…” spiega Mattia, mentre la sua “ragnatela di sorrisi” si estende a Terapia intensiva neonatale e Pronto soccorso Pediatrico. “Certe volte mi domando chi abbia veramente regalato cosa a chi. Se io ai pazienti, o loro a me. E quasi sempre, alla fine, sono io ad uscirne un po’ più ricco”.

È così che s’impara a lasciarsi attraversare dalla commozione e dalla convinzione che possa esistere davvero una cura in grado d’andare oltre. Persino oltre la medicina.

Mi guardo intorno e ancora una volta ci pensano gli occhi a dire. Ad arrivare dove le parole ora risulterebbero inutili orpelli. Suoni indiscreti e fin troppo invadenti.

Qui, ognuno è arrivato nel proprio tratto di strada. Ognuno con le proprie ferite da cicatrizzare, nodi ancora da sciogliere, fughe che si rivelano la scusa migliore per nuovi ritorni, insicurezze con cui pare giunto il momento di sedersi al tavolo della resa dei conti. C’è chi travestendosi da supereroe ha scoperto la lezione più importante: nessun mantello è mai abbastanza spesso per coprire o nascondere le fragilità. E che in realtà, le ferite non sono altro che tagli dai quali può filtrare la luce.