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N.50 maggio 2024

ricordi

Quando le parole d’amore si affidavano a un foglio

Nelle lettere scambiate tra due innamorati la traiettoria della storia di una società in mutamento, dal dopoguerra agli anni Settanta, ma anche il legame unico, fatto di poesia e di pelle, di fatica ed eternità. Il racconto di un amore oggi in cerca di parole nuove

“Da vicino e da lontano finché io viva… e più in là”. Nell’epistolario di due giovani innamorati questa frase ricorre frequentemente come un sigillo del loro amore. Siamo negli anni compresi tra il 1946 e il 1949. È finita la guerra e il giovane, partito a soli diciotto anni per servire la patria, è da poco tornato a casa. È magrissimo nel corpo, come testimoniano alcune fotografie, e devastato nell’anima dalla violenta follia della guerra e dagli orrori visti. La giovane donna che aveva creduto alla promessa del “fascismo redentor” vive la disillusione dell’inganno e del tradimento. Le reciproche ferite non privano i due giovani del coraggio d’innamorarsi. All’epoca i fidanzati potevano vedersi qualche ora e solo di domenica,fatto che li induce a consegnare alla carta ciò che la lontananza loro preclude.

“Fiorellino mio – scrive lui  – desidero solo la tua felicità”.

“Mio signore – risponde la ragazza – sii felice. Dimentica il passato”.

L’augurio di essere l’uno fonte della felicità dell’altro testimonia il desiderio di ricominciare a vivere nella certezza che li attende una promessa di bene. Vi è nelle loro pagine, come si può intuire dagli appellativi con cui si nominano, una sorta di romanticismo che qualcuno potrebbe definire “ipocrita”, forse frutto di un immaginario sull’amore generato dalla filmografia dell’epoca. Storie strappalacrime raccontano amori messi a dura prova dalla vita. Amedeo Nazzari, il bello del melodramma popolare, è l’amante leale e coraggioso capace di affrontare ogni avversità in nome dell’amore.

Nelle lettere di questi giovani si legge la certezza dell’eternità del loro amore e della solidità della loro relazione. “Insieme sapremo affrontare ogni tempesta e tutti venti che soffieranno”, scrivono entrambi.

Li unisce la fede : “Stamattina abbiamo ricevuto entrambi Gesù e questo mi consola. Le nostre anime sono ancor più vicine”. La Comunione è per loro unione di vita reale. Talvolta invocano uno per l’altra la protezione della Vergine.

È un amore donativo quello che vivono e si promettono. Le parole di gratitudine che si rivolgono ne sono conferma. Nessuna forma di narcisismo o pretesa di dominio trapela dalle loro parole. Nel perdono trovano la soluzione dei loro dissidi. “Ci perdoneremo sempre e vedrai che se faremo così saremo felici”.

Il loro desiderio è di diventare ed essere famiglia. Non mancano pagine, tuttavia, in cui emerge il travaglio di una scelta definitiva. “Sarò realmente la compagna dei tuoi giorni?”; “Sono l’ideale che cerchi?”.

La ricerca del bello, del vero e del buono che l’altro rappresenta in questo rapporto d’amore vede momenti di incertezza che però non allontana, ma rinsalda. La nostalgia, sentimento della lontananza, è protagonista e spesso si associa a descrizioni di paesaggi che evocano la presenza dell’altro. “Questi due alberi si sostengono insieme”; “La neve cade lentamente e come un velo bianco, segno di purezza e fedeltà, ricopre la terra”. Altrove lo stesso sentimento si esplicita nel ricordo di una carezza, nello stare mano nella mano, nel ripiegare la testa sulla spalla dell’altro, nel calore di un bacio. La delicatezza e tenerezza trapela nel reciproco desiderio di sentire il corpo dell’altro e racconta di una passione trattenuta in nome del valore della castità.

Le parole dell’amore cambiano nell’epistolario di due innamorati della prima metà degli anni ’70. Il boom economico, la guerra in Vietnam, il Concilio Vaticano II, le contestazioni del’68 segnano una frattura nei costumi e nelle relazioni. Ragazzi e ragazze si frequentano regolarmente, la promiscuità cessa di essere un tabù. Il luogo privilegiato della loro formazione è l’oratorio dove gli amori nascono tra la visione di un film, la letture di pagine dei testi conciliari, la preparazione di giochi e spettacoli. La critica al perbenismo borghese, il malessere esistenziale, il rifiuto di regole “ipocrite” sono protagonisti di film e romanzi. È in atto una rivoluzione sessuale destinata a separare il sesso dall’amore. Le donne rivendicano diritti e libertà finora concesse solo al maschio. I due giovani vivono sul crinale tra “il vecchio” e “il nuovo”. Criticano l’etica del sacrificio che mortifica il piacere, ma continuano a pensare che sia una condizione per superare i personali egoismi; discutono la castità prematrimoniale come regola ipocrita, ma sono convinti che l’attesa dia vigore all’amore; rifiutano i melodrammi ma continuano a piangere per amore.

Ciò che soprattutto si coglie nelle loro lettere è l’impegno a conoscersi, a capire le ragioni delle parole e dei comportamenti reciproci, lo sforzo di riconoscere quanto l’altro/a sia importante per la propria vita. Le parole dell’amore perdono in “romanticismo” e, in alcuni casi, si fanno lama che squarcia alla ricerca dell’autenticità di una relazione. Non si parla più di amore eterno, ma si continua a considerare il matrimonio una scelta irreversibile nonostante l’approvazione della legge sul divorzio. Permane la tensione di essere un’unità con l’altro, ma nel contempo in modo particolare la giovane donna, rivendica la personale autonomia e pari diritti.

Il racconto delle emozioni trova ampio spazio nei loro scritti: gelosia, rabbia, delusione, gioia e passione sono palesate senza timore. È evidente anche la condivisione del comune sogno di poter migliorare “il mondo”, di liberarsi e liberare da ogni forma di servilismo e sfruttamento, di denunciare l’ingiustizia e il sopruso. L’amore acquisisce i contorni di un evento pubblico e una rilevanza politica. Non mancano parole che descrivono con tenerezza e delicatezza la gioia e il piacere di un bacio, di un abbraccio, dell’esplorazione del corpo dell’altro. Non mancano citazioni poetiche tratte da Prevert o Neruda.

Se è  vero che ogni storia d’amore è singolare, è però altrettanto vero che ogni singolare manifesta frammenti di verità.

Non so se oggi gli innamorati sentano ancora il bisogno di consegnare alla carta i loro pensieri, dubbi, emozioni; non so quali sogni di coppia coltivino e non so se sia ancora la poesia a interpretare i loro desideri. Sono certa che il racconto dell’amore sia alla ricerca di parole nuove e che continui la struggente nostalgia di una mancanza che solo un altro può colmare.