progetti

N.42 Settembre 2023

frontiere

Mohamed ora è adulto, ha un piano e un foglio da conquistare

Aveva 16 anni quando ha attraversato mare e deserto per raggiungere l'Italia. Ora Mohamed è maggiorenne, studia da meccanico e sogna di portare qui tutta la sua famiglia. Al suo fianco Martina della Cooperativa Nazareth: «Il suo progetto è la nostra sfida»

Per Mohamed i progetti hanno la forma di un pezzo di carta. Un documento, per confermargli che potrà rimanere a Cremona, dove sta provando a ridisegnare il proprio futuro. «L’ho fatto per la mia famiglia», afferma con un sorriso sghembo e un velo di orgoglio. Maggiorenne da pochi mesi, è arrivato in Italia due anni fa. Solo, come tanti ragazzi che hanno fatto la stessa scelta. Dall’Egitto all’Italia, passando prima per la Libia. Deserto e mare, fino alle coste di Lampedusa. La tratta è nota, ripercorsa innumerevoli volte da articoli di cronaca e libri. Affrontarla non è semplice, superarla non è scontato.

Contando sulla punta dell dita, il giovane ripete in volata tutte le tappe che l’hanno portato qui, accompagnato dagli amici conosciuti lungo il percorso e divenuti come fratelli, uniti non dal sangue ma dal destino comune. Con loro ha condiviso l’attesa nei “magazzini” libici, la fame, le paure, la gioia dell’approdo sul suolo italiano, i primi mesi tra centri di accoglienza e trasferte senza meta precisa. Mohamed passa una mano nella massa di capelli ricci che gli ombreggia il viso. A casa ha lasciato i genitori e due sorelle. «Mi hanno detto che era pericoloso, ma l’ho fatto per aiutarli, e lo rifarei».

Al suo fianco c’è Martina, educatrice e referente minori non accompagnati per la cooperativa Nazareth di Cremona, dove il ragazzo è stato accolto e oggi segue il progetto educativo pensato per lui. «La maggior parte dei ragazzi che accogliamo sceglie di lasciare il Paese d’origine per questo motivo», afferma. «L’Italia è per loro la terra delle opportunità: molti di loro arrivano convinti di poter lavorare subito. Il nostro lavoro inizia qui: far capire loro che è importante studiare, imparare la lingua italiana, ottenere il diploma, e solo una volta maggiorenni potranno cercare un impiego».

Il diciottesimo compleanno segna il confine tra adolescenza e vita adulta, tra speranze e realtà, tra permanenza e possibile rimpatrio. Per restare, è fondamentale avere un progetto. Mohamed ha le idee chiare: «Ora frequento la scuola per diventare meccanico – afferma – e sto studiando per il diploma di terza media. Voglio fare tante cose, ma prima serve il permesso di soggiorno». L’iter amministrativo concesso dal tribunale è l’opportunità per proseguire lungo questa strada, affiancato dagli operatori che l’hanno supportato in questi anni.

«È la nostra sfida – aggiunge Martina – in alcuni ragazzi ci sono grandi risorse e potenzialità, che possono coltivare qui. Non tutti accettano di restare: il bisogno di soldi e le pressioni familiari a volte li spingono a lasciare il percorso che abbiamo costruito insieme per raggiungere la rete di connazionali e seguire altre strade. Non è facile accettarlo, ma ho imparato a mettermi nei loro panni: quando uno di loro diventa maggiorenne e decide che il proprio futuro sarà quello posso supportarlo, dare consigli, ma non lo posso cambiare. Lì il progetto diventa suo. È giusto che ad un certo punto camminino con le proprie gambe».

Sorride e guarda Mohamed, che un passo alla volta prova a costruire il proprio futuro, fatto di sogni concreti. «Comprare una casa, una macchina, portare qui la mia famiglia». Il ragazzo abbozza un altro sorriso e alza le spalle. «Questo è il mio desiderio più grande».