cibo
N.15 Novembre 2020
Quanto è profonda la radice amara di Soncino
Storia antica e sempre nuova di una verdura speciale che cresce tra i fontanili e sostiene un progetto di comunità coinvolgendo produttori e giovani studenti di cucina
In termini botanici s chiama Cichorium intybus ed è una pianta erbacea perenne dai vivaci fiori celesti, appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Tecnicamente è una verdura che ha la forma di una carota e viene raccolta a cavallo tra l’autunno e l’inverno.
Attorno alla radice amara, a Soncino, hanno costruito un progetto territoriale e di comunità in cui la coltivazione di questa varietà di cicoria è il punto di partenza di un percorso che abbraccia tre generazioni. La radice trova collocazione ideale in terreni sabbiosi, in stato di decalcificazione, condizioni privilegiata nelle zone dei fontanili, i terreni lungo che si estendono lungo l’affascinante valle dell’Oglio e che oggi ospitano questa coltivazione.
La diffusione della radice a Soncino viene attribuita a due famiglie, gli Zuccotti e i Grazioli.
Siamo all’inizio del novecento e Francesco Grazioli, a Genova, vide in un deposito alcuni sacchi provenienti dall’Olanda. Erano destinati a tornare al mittente in quanto merce respinta. Incuriosito chiese informazioni e riuscì a riportare nella bassa cremasca un sacchetto di juta contenente una manciata di sementi della radice. Nella calda estate del 1907 l’agricoltore seminò cinque pertiche in un terreno della campagna soncinese. Dell’ortaggio, inizialmente, venivano consumate le foglie, solo successivamente la radice, amara ma con importanti proprietà depurative.
La produzione raggiunse nel tempo notevole interesse economico sia per i produttori che per la manodopera occupata, soprattutto negli anni sessanta.
La Pro Loco di Soncino da 54 anni mantiene viva la tradizione di questo ortaggio, la cui produzione nel tempo è andata via via diminuendo e fino allo scorso anno coltivato da soli due produttori, organizzando una sagra nel mese di ottobre. Da un anno la radice amara di Soncino ha però un nuovo contenitore, la Comunità Slow Food “InChiostro – della radice amara di Soncino”. Merito della lungimiranza del Direttore del centro di formazione professionale Sacra Famiglia e Presidente della Cooperativa Inchiostro Alessio Gatta, del lavoro dell’amministrazione comunale e del Sindaco Gabriele Gallina e della Pro Loco nella figura della Presidente Pervinca Pedrini. Slow Food ha messo poi il sigillo a questo progetto, che ha coinvolto anche il novantenne Emilio Zuccotti, coltivatore locale, decisivo nel riconoscere il seme originale dell’ortaggio attraverso una serie di documenti fotografici storici messi a disposizione proprio dalla Pro Loco, dopo un processo di “pulitura” del seme in collaborazione con il Crea di Montanaso Lombardo, principale Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari. Perché quella che si mangia oggi ha subito, nel tempo, variazioni involontarie o volontarie con lo scopo di migliorarla, rispetto a quella originale arrivata dall’Oriente.
La mission della Comunità è la diffusione della radice amara prodotta secondo il disciplinare del “buono, pulito e giusto”, coinvolgendo cittadini e studenti in attività culturali e formative, avviando sinergie con la rete dei Cuochi dell’Alleanza Slow Food. Nei laboratori del Cfp, dove si insegnano la sala e la cucina e trova spazio anche un ristorante didattico, la radice è sempre stata al centro di tutto, tanto da diventare protagonista in un torrone e in un cioccolato.
Oggi gli studenti la utilizzano nella preparazione dei risotti, come accompagnamento, gratinandola al forno o cuocendola come un arrosto. Ma le idee e le sperimentazioni sono quotidiane.
Alessio Gatta però è un motore inesauribile ed il progetto si è ulteriormente ingrandito, nella forma e nei contenuti. Da settembre, nello splendido chiostro di Santa Maria delle Grazie in via Galantino, sede anche dell’ente di formazione professionale InChiostro, ogni prima domenica del mese, viene allestito il Mercato della Terra di Soncino, marchiato Slow Food, che ha l’obiettivo di promuovere le eccellenze agroalimentari del territorio e valorizzare la biodiversità. Il mercato vuole essere anche e soprattutto uno spazio di divulgazione, incontro e confronto. E cultura.
L’ultima idea, presto realtà, è l’avvio di un Corso triennale per Operatore Agricolo e la gestione di un’azienda agricola a indirizzo orticolo, affinché possa essere dispensa verde del ristorante didattico e di un futuro laboratorio di trasformazione. La domanda è stata presenta in Provincia lo scorso 7 settembre. Se il parere sarà positivo si conta di partire nel prossimo anno scolastico. Sarà una formazione in assetto lavorativo, con coltivazioni a pieno campo, anche di alberi da frutto. La radice amara avrà un posto importante e sarà memoria storica e punto di partenza per il recupero di altre sementi antiche.
Esportare la radice anche fuori dal territorio soncinese è il prossimo capitolo di una storia ancora da scrivere: ma chi si ne vorrà occupare fuori provincia, dovrà chiamarla ancora radice di Soncino.