velocità

N.49 aprile 2024

scoperte

Stelle e pianeti si rincorrono dentro il Torrazzo, dove tremila anni scorrono in un clic

Con il gruppo degli astrofili cremonesi alla scoperta del nuovo planetario costruito ai piedi della torre simbolo della città di Cremona

Viaggiare nello spazio, tra stelle e pianeti, attraverso il tempo. Un’esperienza che dà le vertigini. L’ebrezza della velocità con cui attraversiamo i secoli sconvolge i nostri pensieri e diventa consapevolezza di essere un puntino in un Universo pieno di bellezza e mistero. Ma vedere il cielo stellato come se ci trovassimo a Cremona (o anche all’equatore) nel 5024 è possibile e anche molto velocemente, in un attimo. Basta un clic. Lo sanno bene i soci storici del gruppo Astrofili di Cremona che a queste “velocità planetarie” sono abituati, anche se non assuefatti, a giudicare dalla passione ed entusiasmo che si legge sui loro volti e nelle loro parole.

Sono proprio loro a far sperimentare, a chi lo desidera, questa emozione di un viaggio nel tempo, attraverso uno strumento all’avanguardia che da qualche settimana arricchisce il percorso del Museo Verticale di Cremona, organizzato all’interno della base del Torrazzo. Si tratta di un planetario con una cupola alta circa 4 metri e 60 cm e comodi sedili in legno per godersi a testa in su lo spettacolo del cielo.

La struttura, ideata da Alessandro Maianti, e realizzata grazie all’architetto Fabio Bosio, è gestita dai Musei della Diocesi di Cremona, ma con il prezioso apporto del gruppo astrofili. «Il planetario completa l’offerta culturale del Museo e permette di organizzare eventi o momenti didattici», spiega il presidente del gruppo Astrofili, Cristian Gambarotti. «Non si tratta di una copia ridotta di un planetario di dimensioni maggiori, come può essere quello di Milano – aggiunge Paolo Madurini, socio storico del gruppo – ma di uno spazio dove simulare i movimenti di pianeti e stelle, vedere fenomeni accelerati per poi guardare dal vero il cielo».

A proposito di velocità, in un battibaleno si riescono a guardare sulla volta del planetario gli spostamenti dei pianeti intorno al sole e capire che ciascuno ha il proprio passo. Se Venere impiega 225 giorni per compiere la sua orbita intorno al sole, Mercurio ci mette invece 88 giorni, Marte per un giro completo avrà bisogno di 2 anni, Giove di circa 12 anni, ma per girare su stesso gli bastano 10 ore contro le 24 che impiega la Terra. E poi è la volta di Nettuno che per un’orbita intorno al sole ha bisogno di 165 anni terrestri.

«Alzare gli occhi al cielo
può essere un bel gesto
che ci fa crescere
e viaggiare con la mente
oltre i confini di ciò che conosciamo»

Fanno tutti parte dello stesso Sistema solare, ma tutti con velocità diverse. «Per non parlare degli oggetti transnettuniani o della velocità delle sonde Voyager che hanno raggiunto distanze incredibili», aggiunge un altro socio, Ruggero Ruggeri. Fenomeni molto complessi dove la dimensione del tempo si incrocia con quella dello spazio per raggiungere confini impossibili da pensare per un uomo. Ma che non si smette mai di cercare di comprendere: «Tra noi soci – aggiunge Madurini – ci sono alcuni ricercatori». E a questo punto il discorso per un non-addetto ai lavori si fa complesso tra anni luce e lampi gamma. Vi si legge comunque una grande passione, nata, come per Cristiano Aradori, «guardando un libro da bambino» per poi diventare divertimento, ma anche «impegno etico», aggiunge sempre Aradori. Sì, perché scoprire la complessità di pianeti e galassie vuol dire «ridimensionare i nostri problemi quotidiani» commenta Ruggeri. Significa guardare il mondo da un punto di vista diverso che chiama al rispetto della natura, a spendersi per preservarne il valore, per esempio «combattendo – chiarisce Madurini – l’inquinamento luminoso che ha ricadute importanti sulla nostra vita e su quella degli animali». Vuol dire «spendersi per diffondere cultura» dice Gambarotti, per insegnare a ragazzi, giovani, adulti che alzare gli occhi al cielo può essere un bel gesto che ci fa crescere e viaggiare con la mente oltre i confini di ciò che conosciamo, grazie a telescopi che ci mostrano fenomeni affascinanti. Se poi l’esperienza si fa in compagnia, il risultato è ancora migliore.

Lo assicurano i soci del gruppo astrofili che condividono da anni osservazioni, viaggi in Spagna, a Salisburgo, ma anche su Alpi e Appennini di casa nostra per scrutare il cielo insieme, vedere eclissi (che l’orologio del Torrazzo prevede sempre con precisione) e condividere grandi emozioni; basta parlare con uno di loro per scatenare un ricordo dietro l’altro.

Chi desiderasse approfittare della loro esperienza da maggio a settembre può recarsi in viale Trento Trieste 21 a Cremona (www.astrofili-cremona.it) presso la Specola ogni primo venerdì del mese oppure recarsi in località Mento presso il Bosco ex Parmigiano (dove si trova la fonte di Padania Acque) ogni terzo venerdì del mese per guardare il cielo dal vero… nuvole permettendo.

Già si stanno progettando gli eventi speciali presso l’osservatorio del Torrazzo: «Ci stiamo organizzando per formare personale e gestire occasioni straordinarie», chiude Gambarotti. Alzando lo sguardo c’è un mondo da scoprire a più velocità, un Universo in continua espansione: lo dicono i dati scientifici, e al planetario del Torrazzo – seduto con lo sguardo verso il soffitto – lo puoi vedere con i tuoi occhi.