giochi

N.30 Aprile 2022

FRONTIERE DIGITALI

Dove ci porterà il Metaverso. O (forse) dove ci ha già portati

Dialogo con l'esperto Rudy Bandiera sul confine sempre più più sottile che definisce la vita reale e quella virtuale: «Pensavo che non lo avrei visto con i miei occhi, come il turismo lunare o le auto volanti, e invece…»

Il termine Metaverso fu inventato nel 1992 dallo scrittore statunitense Neal Stephenson in Snow Crash, un romanzo di fantascienza postcyberpunk, che lo descrive come un mondo virtuale cui si accede attraverso Internet e nel quale ci si muove e si agisce in tre dimensioni grazie ad un avatar. Nel giro di pochi decenni questa “visione” letteraria è già realtà.
A dirla tutta non si tratta nemmeno di una conquista degli ultimi anni, perché già nel 2003 la società statunitense Linden Lab aveva lanciato Second Life, un mondo virtuale (MUVE – Multi-User Virtual Environment) che nell’arco di 10 anni raggiunse il picco di un milione di utenti e che fu oggetto di notevoli investimenti pubblicitari da parte delle aziende.
Per capire di cosa stiamo parlando abbiamo chiesto aiuto a Rudy Bandiera, divulgatore, creatore digitale e grande appassionato di infotainment digitale, oltre che scrittore, presentatore di eventi, insegnante e amante dei videogiochi.
Ed è proprio da una citazione dal romanzo cyberpunk Snow Crash che inizia il viaggio nel Metaverso con Rudy Bandiera:

“Quindi, Hiro non è affatto lì dove si trova, bensì in un universo generato dal computer che la macchina sta disegnando sui suoi occhialoni e pompando negli auricolari. Nel gergo del settore, questo luogo immaginario viene chiamato Metaverso. Hiro trascorre molto tempo nel Metaverso. Lo aiuta a dimenticare la vita di m…. del D-Posit”.

L’ESPERTO

Rudy Bandiera

Rudy Bandiera è un divulgatore e creator che sposa il concetto di infotainment. È autore di libri su innovazione, tecnologia e comunicazione oltre che creatore e autore di video: anchorman, docente, gamer e TEDx speaker. È stato inserito dalla redazione ufficiale di Linkedin notizie nella lista dei 20 italiani più autorevoli da seguire su Linkedin. Il blog RudyBandiera.com è considerato un punto di riferimento del blogging italiano e del mondo digitale e può contare su di un bacino social di circa 207 mila follower (febbraio 2022).

Bandiera ci racconta di aver letto quel romanzo molti anni fa e che la prima delle tre volte che lesse il tomo di Stephenson ne rimase scioccato, pensando a chissà quando saremmo arrivati ad una tale maturazione tecnologica della società da essere immersi in un Metaverso. «Pensavo non sarebbe stato possibile vederlo con i miei occhi, come il turismo lunare o le auto volanti, per fare due esempi concreti, e invece…».
Alla fine del 2021, il concetto di Metaverso ha subito una notevole accelerazione a seguito dell’annuncio da parte di Mark Zuckerberg di trasformare l’azienda Facebook, Inc. in Meta Platforms, Inc., puntando forte sulla realtà virtuale, sul metaverso e sullo sviluppo di nuove forme di reti sociali, a cavallo tra l’intrattenimento, la condivisione, la collaborazione e la proposta di nuove esperienze e opportunità fruibili attraverso la tecnologia e la Rete.
«Secondo un articolo di Matthew Ball scritto a gennaio 2020 (Zuckerberg non ha inventato nulla) il Metaverso per essere tale deve soddisfare sette caratteristiche», ci racconta ancora Bandiera: «È persistente: non si “reimposta”, non si “mette in pausa” né finisce, ma continua all’infinito, proprio come la vita. È sincrono: anche in presenza di eventi programmati e autonomi il Metaverso è un’esperienza che esiste in modo coerente per tutti e in tempo reale. Non ha limiti di utenti collegati simultaneamente. Mette in moto un’economia pienamente funzionante, in cui individui e imprese sono in grado di creare, possedere, investire, vendere ed essere ricompensati per una gamma incredibilmente ampia di “lavoro” che produce “valore” riconosciuto. È un’esperienza che abbraccia sia il mondo digitale che quello fisico. È caratterizzato dall’interoperabilità di dati: oggetti, risorse digitali e contenuti possono essere interpolati tra loro in modo da creare un ecosistema (una skin, ovvero una personalizzazione del modello di personaggio in 3D, utilizzata per il videogame Counter-Strike, ad esempio, potrà essere anche utilizzata per decorare i capelli del proprio personaggio in Fortnite o essere regalata a un amico su o tramite Facebook). È popolato da “contenuti” ed “esperienze” create e gestite da una gamma incredibilmente ampia di contributori, alcuni dei quali indipendenti, mentre altri gruppi sono organizzati in modo informale o imprese orientate al business».

«…il momento nel tempo
in cui la nostra vita digitale
vale più per noi
della nostra vita fisica»

«A ben vedere – osserva Bandiera – queste caratteristiche sono perfettamente rispecchiate in qualcosa che esiste già, guarda caso nei videogiochi, mentre a Facebook e agli altri social mancano diverse caratteristiche necessarie per essere definiti Metaversi».
Quello del gaming è, in effetti, un mondo che è letteralmente esploso negli ultimi anni, grazie anche a nuove tecnologie che hanno reso l’esperienza di gioco estremamente più completa e coinvolgente (occhiali da realtà aumentata, 3D, volanti, pedaliere e postazioni di guida sempre più realistiche e sofisticate, etc.). C’è però molto di più: «Nel mondo del gaming gli NFT (Non-Fungible Token, opere digitali il cui valore è rappresentato da certificati digitali di unicità), di cui si sta iniziando a parlare moltissimo, possono essere scambiati o venduti ad altri giocatori o collezionisti nel gioco, oppure permettono di guadagnare semplicemente giocando. Ubisoft, per fare un esempio concreto, ha recentemente lanciato Quartz, una piattaforma che permette la compravendita di NFT da utilizzare nel gioco Ghost Recon: Breakpoint e che permetterà agli utenti della piattaforma di acquistare degli NFT chiamati Digits, dei collezionabili in game ossia veicoli, armi e pezzi di armatura, skin di vario tipo per interagire e immergersi nel gioco in modo ancora più originale. I Digits potranno poi essere scambiati e venduti, chi li acquista ne disporrà appieno, come un oggetto reale».
Tutto questo avrà (e sta già avendo) un forte impatto sulle persone. Il Metaverso è una dimensione completa, coinvolgente, sufficientemente vicina alla realtà, se non addirittura sovrapposta o intrecciata ad essa, per attrarre anche i meno avvezzi al gioco, ma al tempo stesso molto più avvincente e varia.
Il gioco è soltanto uno degli aspetti del Metaverso e in futuro, con ogni probabilità, non sarà nemmeno quello prevalente. Si potrà interagire con gli altri, esplorare, conoscere, guadagnare, comprare e vendere proprio come nella realtà e, in molti casi, in modo sia virtuale che reale (es. comprando un oggetto vero potremo averne in regalo o in sconto la versione NFT o viceversa). «Così come Ubisoft anche altre aziende del gaming stanno seguendo la linea della blockchain erogando un maggiore potere economico al pubblico ed aumentando la capacità attrattiva in modo esponenziale, ma più in generale il potenziale per i brand è enorme».

Sono molte le attività che le aziende potranno fare nel Metaverso: realizzare e commercializzare oggetti virtuali; realizzare nuovi spazi virtuali; realizzare attività ed eventi online; creare esperienze totalmente digitali da far vivere agli utenti; interagire con i consumatori in uno spazio che consente infinite possibilità di relazione, promozione e scambio.
Bandiera cita poi Shaan Puri, a suo tempo uno dei “pezzi grossi” di Twitch, un social utilizzatissimo dai giovani in cui i videogiochi sono gli assoluti protagonisti. Puri ha scritto che dovremmo pensare al Metaverso non come un prodotto o un luogo, ma piuttosto come «il momento nel tempo in cui la nostra vita digitale vale più per noi della nostra vita fisica».
Un’affermazione forte che deve farci riflettere a fondo per comprendere come le nostre vite siano cambiate negli ultimi decenni e quanto rapidamente ci stiamo spostando verso uno stile di vita sempre più ibrido, con tutti i rischi e le opportunità che questo comporta.
«Ci stiamo già muovendo verso il Metaverso – chiude Bandiera – e probabilmente non noteremo il momento esatto in cui inizieremo a passarci la maggior parte del nostro tempo. In questo senso è dunque probabile che nel Metaverso ci siamo già».