giochi

N.30 Aprile 2022

VINTAGE

«Un milione di giocattoli» scampati alle “web-macchine”

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«Qui dentro siamo tutti bambini, almeno per un giorno».
Dietro un banco ricoperto di giocattoli d’epoca, Pasquale abbozza un sorriso. I capelli brizzolati tradiscono l’età interiore. Con le mani sistema con cura alcuni pupazzi di celluloide, fragili come gli anni che portano sulla superficie, ripuliti con cura e restituiti allo sguardo stupito dei tanti visitatori che affollano il padiglione 3.
Domenica 3 aprile la mostra mercato “Un milione di giocattoli” ha portato alla Fiera di Cremona decine di espositori e appassionati del giocattolo d’epoca. L’edizione 2022 è dedicata al mondo della pubblicità dagli anni Quaranta agli anni Sessanta, ma tra i banchi tutto trova spazio.
Bambole in celluloide, burattini artigianali, aeroplani in latta e soldatini scolpiti nel legno affollano banchi e scatoloni. Non mancano i peluche dei primi personaggi animati, quando ancora la televisione era una magia. Alcuni hanno perso un occhio, un bottone e non nascondono qualche acciacco, eppure qualcuno li ha raccolti da cantine e solai per dar loro una seconda chance.
«Siamo conservatori dei tempi passati – afferma Raffaella – Per molti di noi, questa è l’occasione di acquistare i giochi desiderati e mai avuti, o ritrovare quelli persi nel tempo e nei traslochi. Poveri oggetti…Li salviamo perché non vadano perduti. Con passione facciamo in modo che possano rivivere, perché sono parte della nostra infanzia, della nostra vita».
Marco si liscia la barba bianca e riavvolge i pensieri: «Mio padre era un impiegato statale. Molti giochi me li costruivo da solo: all’epoca avevamo terracotta, legno latta…Poi bastava la fantasia. Con la plastica si è persa un po’ di poesia». Per non parlare dell’era digitale, che ha surclassato il piacere dei giocattoli analogici a colpi di touch screen. «Oggi è difficile interessare i bambini», prosegue Marco maneggiando una marionetta. «Finché i nipoti hanno due o tre anni si possono coinvolgere. Poi arriva la “web-macchina”…» e un sospiro termina la frase.
Gli oggetti da vendere e comprare sono scelti con cura «e con cuore», conferma Alfredo. «Si chiama “collezionismo”, ma è solo un modo per battezzare la nostalgia di chi come me ha una certa età, ma non rinuncia a fare un salto nell’infanzia».

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