Con la street art il palcoscenico è la città
Un artista murale, un musicista di strada e una fotoreporter salgono sul Torrazzo per raccontare come nasce (e dove porta) l'arte di strada. Colori suoni ed emozioni a cielo aperto con GIULIA BARBIERI, MARCO CERIOLI e ISAAC MEINERT
«Mi piace pensare che le mie opere d’arte siano quinte urbane, che le persone possono fermarsi a guardarle, oppure passare oltre, senza esserne turbati». È questo, in estrema sintesi, lo stile di Marco Cerioli, artista cremonese specializzato in street art e autore di numerosi murales. Intervenuto nel corso della nuova puntata di Torrazzo con vista, il video podcast prodotto da TeleRadio Cremona Citttanova e dalle 12.30 di oggi disponibile sulle principali piattaforme, Cerioli ha sottolineato come «nell’arte di strada non c’è un processo di selezione all’ingresso, quindi chiunque voglia provare ad affacciarsi a questo mondo può farlo. Penso soprattutto a giovani che desiderano esplorare una particolare forma espressiva, e che magari in altri contesti si sentono frenati. Questa, secondo me, è una buona risorsa».
Un giovane che, in modo differente, ha saputo e voluto mettersi in gioco abitando la strada è Isaac Meinert, musicista di origini brasiliane, che ha trovato nelle vie e nelle piazze di Cremona una sorta di palcoscenico. «Il fatto che io suoni il violino in questa città – ha scherzato Meinert – mi avvantaggia non poco. Anche se, devo dire, suonare lungo la strada non è così banale, perché costringe a mettersi a nudo. Diversamente da una sala da concerti, o un teatro, il pubblico che si incontra non ha scelto di venire ad ascoltare un musicista, ma ci si imbatte. Questo può spaventare, può frenare qualcuno». E, in effetti, diversi amici o colleghi di Isaac non sono tornati a suonare con lui in piazza. «Eppure, a me piace molto! Anche quando non sono molto motivato, vedere i sorrisi delle persone, i volti dei bambini che giocano, mi aiuta a suonare, come se stessi realizzando una colonna sonora dal vivo. Poi, certo, apprezzo molto anche la musica classica, ma preferisco ascoltarla. Quando prendo violino e archetto preferisco il pop o il rock».
Chi, invece, abita la strada in modo silenzioso sono i fotografi, i reporter, come Giulia Barbieri. Anche in questo caso si può parlare di una forma d’arte che trova, in strada, una notevole forma espressiva. «Il segreto del mio lavoro – ha raccontato la fotografa cremonese – me l’ha insegnato uno dei miei docenti, quando mi ha invitato a uscire lungo le vie della città per imparare a notare cose, situazioni, persone… E il mio lavoro è proprio questo: cogliere quello che tutti vedono, ma pochi notano». Ma, per farlo, c’è bisogno di una capacità particolare. «Se artisti come Isaac si esprimono in modo evidente, la mia è un’azione in sottrazione: meno vengo notata e più efficace sarà il mio lavoro, perché permetto alla realtà, alle persone, di esprimersi liberamente. Questo è il bello delle sessioni di fotografia lungo la strada: il fascino dell’inaspettato».
Un fascino che coglie tutti, artisti e spettatori. «Nelle nostre opere ci si imbatte – ha concluso Marco Cerioli – perché non sono generalmente esposte in un museo, quindi le persone non decidono spontaneamente di recarsi a vederle. A volte, una delle cose che affascina di più lo spettatore è vedere l’artista all’opera durante la realizzazione del progetto, e questo noi ce l’abbiamo ben presente».
Interazione con la realtà vera, con la strada, e rapporto con l’inaspettato. Sono queste le questioni cruciali emerse dal confronto con gli artisti che, quotidianamente, vivono e producono la street art nelle diverse forme in cui si può concretizzare, sul territorio cremonese, ma non solo.
Torrazzo con vista, la nuova produzione di TeleRadio Cremona Cittanova e dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Cremona. Trasmesso su YouTube, Spotify, Apple Podcast