viaggio

N.32 Giugno-Luglio 2022

TERRITORIO

A spasso con la “Beega” per scoprire il bello vicino

Abbiamo partecipato ad una delle proposte cicloturistiche proposte sul terriorio cremonese dal nuovo progetto che pedalando promuove arte e paesaggio con uno stile di vita sostenibile e solidale

La parola “biga” ad un cinefilo richiamerebbe alla mente la famosa scena della sfida tra Ben Hur e Messala mentre, ad un appassionato di cucina, ricorderebbe il pre-impasto necessario per ottenere una pizza gustosa. Ed ad un cremonese? Senza dubbio vi risponderebbe che “biga” è il termine dialettale per definire la bicicletta, mezzo di locomozione molto presente nelle strade cittadine.
Da aprile 2021 l’elenco dei riferimenti si allunga, aggiungendo il nome di un progetto di riscoperta del territorio caratterizzato dalla leggerezza, dalla sostenibilità e, naturalmente, dalle due ruote. Il nome Beega però vuole richiamare, oltre che la bicicletta, anche «lo svolazzo libero di un’ape (in inglese bee), la natura silenziosa, la voglia di spostarsi da un luogo all’altro senza perdere il punto di ritorno».
«Si fa presto a dire cicloturismo – afferma Tommaso Giorgi infilandosi il caschetto sotto il sole di un giugno rovente – ma non consiste solo nel consegnare una cartina e una bicicletta ad un turista». Per scoprirlo ci siamo iscritti al tour “Le mura e la storia della città” riproposto da Beega l’11 giugno in occasione del PAF (Porte Aperte Festival). La nostra guida, spingendo sui pedali, spiega ai partecipanti che a Cremona sono rimaste poche tracce delle fortificazioni ma, nonostante ciò, «abbiamo un ricordo delle porte cittadine nella toponomastica del nostro linguaggio, per esempio quando diciamo Porta Venezia invece di Piazza della Libertà». Seguendo la pianta tracciata da Antonio Campi nel 1583 a corredo della sua opera storiografica, e cercando di rimanere su piste ciclabili riparate dal sole, ci avventuriamo alla scoperta delle mura di Cremona.
Tommaso, guida della associazione CrArT (Cremona Arte e Turismo), unendo capacità oratorie e un’approfondita conoscenza della storia, rapisce l’attenzione dei partecipanti, nell’occasione tutti cremonesi. Le domande che giungono al termine delle spiegazioni lasciano trapelare la sorpresa nell’osservare, come se fosse la prima volta, le strade in cui, distrattamente, si passa ogni giorno. Le parole, le date, i nomi di imperatori e condottieri danno nuova vita a palazzi nobiliari o semplici porzioni di muro. «Viale Po era un argine, anche se ce lo siamo dimenticati», afferma la guida attivando una memoria che travalica le generazioni.
Mentre il piccolo drappello si rimette in marcia, Tommaso racconta che il cicloturismo non ha necessità di grandi numeri; una decina di persone sono l’ideale per seguire un tour guidato per le vie della città. «Un’altra cosa sono gli eventi che abbiamo organizzato per le famiglie, come “Pirati all’arrembaggio”, durante i quali abbiamo fatto pedalare e poi navigare sulla motonave Mattei circa 45 persone».

«Viale Po era un argine,
anche se
ce lo siamo dimenticati»

Avendo solo un anno di storia, Beega è ancora nella fase in cui le realtà che l’hanno fondata, da CrArT all’agenzia Nobile, passando per Cosper ed alcuni privati cittadini, stanno cercando di capire quanto il territorio cremonese sia pronto per questo tipo di turismo. «Per adesso – prosegue Tommaso lasciandosi alle spalle i Giardini del Vecchio Passeggio – abbiamo più adesioni a percorsi brevi in città piuttosto che a pedalate di 40 km in campagna. Magari per questi itinerari ci chiedono di affittare delle bici elettriche. Noi cerchiamo di venire incontro a tutte le esigenze, ma serviranno anni per accumulare la giusta esperienza. In fondo – conclude con un pizzico di orgoglio – siamo il primo e finora unico progetto di cicloturismo sul nostro territorio».
Dello stesso avviso è il vulcanico Filippo Bonali. Parcheggiando la sua cargo bike assicura che «per fare apprezzare le nostre zone non c’è bisogno di offerte clamorose; bastano proposte genuine e semplici come un gustoso panino al salame o un buon succo di frutta al termine di una pedalata in sicurezza». In seguito ci racconta che si stanno moltiplicando le collaborazioni, per esempio con Bike Square, una piattaforma per gli appassionati di e-bike, ed inoltre si sta espandendo il servizio di noleggio di biciclette e di trasporto bagagli da una tappa all’altra. «I nostri servizi sono di diversa natura – conclude – anche solo fornire informazioni a chi transita per il “Camping Parco al Po” e non ha idea di cosa possa offrire il territorio».

Proprio al campeggio, nei pressi di un grande container su cui spicca il disegno di un ape che volteggia nel verde, incontriamo Enrico Platè, operatore Cosper. «Il nostro obiettivo a breve termine è fornire occasioni di impegno concreto e visibile per i ragazzi in tirocinio e in messa alla prova presso la ciclofficina sociale La Gare des Gars». La progettualità si inserisce nello sviluppo del ramo B della cooperativa che si occupa di servizi alla persona sul territorio, un risultato non semplice da raggiungere «a causa della stagionalità del lavoro, molto legato al periodo estivo». Mentre un ragazzo controlla che le biciclette custodite nel container siano pronte per il prossimo tour, Enrico prosegue: «La ciclofficina promuove la bicicletta, il sapere ed il saper fare legati al suo utilizzo. Inoltre – aggiunge mentre i cicloturisti rientrano dal tour – per noi è prezioso che i ragazzi riscoprano il nostro territorio con le sue bellezze in modo che, con il passare del tempo, possano diventare essi stessi i custodi di un luogo che hanno imparato ad apprezzare».
Come l’ape raccoglie il nettare dei fiori senza danneggiarne colore e profumo, così le ruote delle biciclette solcano leggere le strade e le campagne cremonesi, trasformando i cicloturisti in promotori felici e consapevoli di un modo e viaggiare (e di vivere) più sostenibile e solidale.