piaceri

N.11 Maggio 2020

VIAGGI

Quando torneremo a scoprire il mondo

Un settore in crisi ma un desiderio che cresce anche se con abitudini e attenzioni diverse Con Roberto Rota parliamo di turismo

foto Timo Stern on Unsplash

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di Greta Filippini

er la prima volta nella storia il santuario di Lourdes ha chiuso. Il Rettore ci ha detto che sperano di riaprire in estate con ingressi contingentati, noi non organizzeremo viaggi con gli ammalati almeno fino a novembre». Dalla Profilo Tour, agenzia di viaggi e turismo che supporta anche l’Ufficio pastorale del turismo della Diocesi di Cremona, don Roberto Rota dice: «La situazione è drammatica, ma non ci arrendiamo».

Quando sono scoppiati in Italia i primi casi di coronavirus, la Profilo Tour, come molte agenzie turistiche, ha gestito una prima fase di contatti con i clienti, preoccupati per i viaggi che avevano programmato. Data la situazione di incertezza, l’agenzia li ha lasciati liberi di riprogrammare il viaggio o di rinunciare ed essere rimborsati. I viaggi annullati sono stati molti. «È saltata tutta la programmazione del primo semestre», spiega don Rota. Sono stati cancellati i pellegrinaggi in Terra Santa e a Lourdes, un viaggio in Giordania e uno di una parrocchia in Romania, le escursioni giornaliere a Genova, Torino e Bassano del Grappa, una tre giorni dei preti in Trentino in memoria di Chiara Lubich e Alcide De Gasperi e anche il pellegrinaggio diocesano in Armenia e Georgia, che avrebbe dovuto essere presieduto dal vescovo Antonio. E c’è attesa di sapere quale sarà il destino del pellegrinaggio in Polonia previsto a settembre per i 100 anni dalla nascita di Giovanni Paolo II.

«Questa emergenza ci porta
a ripensare il viaggio
come crescita individuale
e relazionale»

Dopo questa prima fase, l’agenzia è stata chiusa e i dipendenti sono stati messi in cassa integrazione. La riapertura della sede di Piazza S. Antonio Maria Zaccaria è ipotizzata per metà maggio, anche se «nei decreti non si parla mai di agenzie di viaggi né per la chiusura né per la riapertura».

«La situazione del comparto turistico è davvero difficile – continua Rota – Non è solo questione di distanze tra gli ombrelloni sulle spiagge. E non sono solo gli alberghi a pagare questa situazione, ma tutta la filiera: guide, negozi di souvenir, siti turistici, agenzie di trasporti… Noi siamo in contatto con molte di queste realtà specie in Terra Santa e la preoccupazione è tanta, soprattutto nei luoghi che vivono quasi esclusivamente di turismo come Betlemme».

La crisi è e sarà fortissima e tutto il sistema turistico va ripensato. A partire dai trasporti. «Pensiamo banalmente agli spostamenti in pullman – spiega don Rota – Se tutto era calibrato su una capienza di 50 persone, ora dobbiamo immaginare di poterne sfruttare la metà e questo incide anche sui costi».

Un altro cambiamento riguarderà le mete, almeno all’inizio solo o in prevalenza italiane. «Ho sempre caldeggiato i viaggi in Italia ma non ho mai ottenuto molto successo – dice don Rota – Se proponi viaggi in Francia o Gran Bretagna attiri gente, se lo fai in Sicilia o Puglia ti dicono “ci andremo in un altro momento perché è più a portata di mano”. Ecco questa può essere un’occasione sia per scoprire le nostre bellezze, sia per migliorare la nostra filiera turistica in termini di servizi, accoglienza, comunicazione. Faccio un esempio, non è possibile dover pagare dieci biglietti (uno per la chiesa, uno per il chiostro, uno per le luci dell’abside…) per poter vedere Santa Maria Nuova a Palermo che è una catechesi visiva perché sono tutti enti diversi che gestiscono ognuno un pezzettino!».

Un’occasione di miglioramento anche per Cremona. «La nostra città – dice don Rota – non è meta di soggiorni prolungati. Di solito i turisti vanno in piazza del Comune, fanno una puntata al Museo del Violino e poi se ne vanno. Spesso non vanno a vedere nemmeno S. Sigismondo che è una perla. Ma l’apertura del nuovo Museo Diocesano, il lavoro in corso con il Comune di Cremona sull’incoming, la situazione che stiamo vivendo possono essere occasione di crescita anche per Cremona». Certo, sempre se le persone avranno ancora voglia di viaggiare. «Quando c’è una mancanza, come in questa situazione di isolamento, cresce il desiderio ed è così anche per il viaggiare – conclude don Rota – È chiaro che questa emergenza ci porta a ripensare il viaggio come crescita individuale e relazionale: occorre puntare sulla qualità più che sulla quantità, stando attenti che non diventi esperienza di élite. Questo ripensamento riguarda anche il pellegrinaggio da vivere non come devozionismo, ma come esperienza di cammino, purificazione, rinnovamento, conversione». Le agenzie turistiche hanno un ruolo fondamentale in questo ripensamento del sistema viaggio. «Le agenzie – dice don Rota – hanno competenze specifiche e sono garanzia di sicurezza, anche in termini assicurativi, e in questo periodo è importantissimo, anche e proprio per recuperare il piacere del viaggio».