numeri

N.38 Febbraio 2023

RUBRICA

Ciò che non si conta… ciò che più conta

Immagini video: Trc. Montaggio video e fotoritratti di Giulia Barbieri

Che piacciano o meno, i numeri sono da sempre una parte fondamentale delle nostre giornate. Servono a misurare le giornate e le distanze, a calcolare ipotesi e probabilità. Soprattutto quando è ora di far tornare i conti. Li elenchiamo sulla punta delle dita, li scriviamo uno in fila all’altro, cercando un risultato in grado di dare senso alle nostre incognite. Nei numeri cerchiamo il dettaglio che ci distingue o che ci accomuna: a volte ci fanno sentire unici, altre soli. Eppure basta entrare in relazione per realizzare che siamo parte di qualcosa, di un “insieme”, come quelli disegnati sul quaderno delle elementari.

Valentina Deriu, infermiera di triage al Pronto Soccorso di Cremona

Valentina è infermiera di triage. Ogni giorno accoglie decine di persone che si presentano al pronto soccorso dell’Ospedale di Cremona. «Per loro sono il primo punto di contatto – racconta – è una grande responsabilità: ho solo pochi minuti per ascoltare la loro storia e capire quale urgenza li porta lì». A volte basta uno sguardo attento, altre è necessario soffermarsi sui dettagli, e lasciare che all’esperienza si unisca l’empatia. Spesso fare i conti con l’attesa di chi soffre non è semplice: «Le persone non sono numeri – sottolinea – Ognuno ha il proprio bagaglio di esperienze, di solitudine, di paure»; ma come sottolinea Valentina, la cura passa anche dalle parole, comprese quelle non dette.

Melania Fava, insegnante di Matematica al Liceo Racchetti-Da Vinci di Crema

Professoressa al liceo, Melania racconta la passione per la materia che è divenuta la sua professione. «La matematica ci permette di lavorare con ciò che è invisibile – afferma – Questa è la sua sfida e il suo fascino, anche quando i numeri diventano lettere, non più unità ma un insieme di relazioni». Un po’ come avviene tra le persone, impegnate a trovare l’equazione che le rende vere. L’importante è non lasciarsi scoraggiare: a chi non è capitato di trovarsi in classe con la classica mano alzata e la domanda: “prof, ma a cosa serve?”. Come insegna Melania, «La matematica non serve, ma comanda».

Marta Cavalli, ciclista professionista team FDJ Suez Futuroscope

Lo stesso vale per Marta, campionessa mondiale di ciclismo nella squadra femminile francese FDJ Suez Futuroscope. «In gara – afferma – i numeri sono determinanti per farsi trovare pronti». Tutto viene misurato: le pulsazioni, i chilometri, i millesimi, salite e virate, senza contare le ore di allenamento o di sonno, per fissare i traguardi calibrando le energie. Ogni singola variabile può fare la differenza tra volata e rincorsa: «Quando si tratta di dare il cento per cento – racconta – i numeri contano eccome, ma non sono tutto. Ad un certo punto subentra l’istinto, la capacità di cogliere l’attimo, e la consapevolezza di non essere soli, perché il singolo conta quanto la squadra. Mentre le emozioni non hanno un contatore».

Matteo Barbieri, ingegnere e artista circense

Per Matteo, i numeri si possono afferrare e lanciare in aria, per farne una magia. Ingegnere di formazione e professione, nel tempo libero ha avviato una scuola di arte circense per ragazzi.
Lo racconta mentre lancia in aria alcune palline colorate, poi le afferra, le tiene sospese in un gioco di equilibri. «Il segreto è creare connessioni – spiega – avere fiducia. Perché i numeri funzionano, sempre». Anche quando subentra la variabile dell’imprevisto, non bisogna scoraggiarsi: «Il numero non è il risultato – riflette – ma la somma di tutto ciò che è servito per raggiungerlo. Le ore di allenamento, i tentativi, gli errori spesi per costruire un numero preparato con cura». Ciò che non si conta, ma conta più di tutto e lascia negli occhi di chi guarda l’alchimia dello stupore.