cibo
N.15 Novembre 2020
Corto è solidale con la spesa alla Filiera
Cassette di verdura fresca e prodotti del territorio per un consumo sostenibile Senza scordare di dare una mano
Uno dei primi ad arrivare è Salvatore, in bicicletta. Ritira due cassette, mette verdura e prodotti nelle sacche della bici. Riempie anche uno zaino. Poi paga, saluta cordialmente e se ne va.
Sono le 15.29, un minuto prima dell’orario ufficiale di apertura, e sono già quattro le spese ritirate.
Per tre ore e mezza all’ex Mercato Ortofrutticolo di Cremona in via dell’Annona, punto di distribuzione di Filiera Corta Solidale, sarà un via vai di persone, distanziate e in sicurezza, che arrivano, parcheggiano aprendo già il baule, si avvicinano al tavolino, dicono il proprio nome, svuotano e restituiscono le rispettive cassette, pagano e ripartono. Qualcuno arriva con le borse del supermercato da riempire, qualcuno con ceste di vimini. Per tutti, la referente Laura Rossi e i suoi collaboratori hanno un sorriso, anche dietro la mascherina, e una parola gentile. «La passione per l’economia solidale è nata dieci anni fa – racconta Laura – Avevo appena perso il mio compagno e cercavo di riempire un vuoto. Volevo ricominciare da qualcosa che avesse un senso per la salute e per il territorio. Così, anche da un lavoro di analisi dei bisogni, è nata una rete di produttori e di consumatori con l’obiettivo di accorciare e qualificare la filiera del cibo».
Con Laura, ogni martedì pomeriggio, nei locali di quella che era la trattoria “La Locanda dei Disastri”, ci sono Gaetano, dipendente e socio della Cooperativa nata nel 2017 per occuparsi della parte commerciale e logistica, Anna, servizio civile, Laura, collaboratrice per la comunicazione, e Linda, una dei 30 volontari «senza i quali – dice Laura – non andremmo da nessuna parte».
Hanno composto loro le cassette secondo le liste prenotate online tramite il sito filieracortacremona.it e ora le consegnano. Nel magazzino in via dell’Annona, ce ne sono circa 190. Dentro, uova, mele, zucche, passate di pomodoro. Di tutto di più. E – novità della settimana – per chi l’ha ordinato, anche il pecorino marchigiano, proveniente da un’azienda fortemente danneggiata dal terremoto del 2016.
Filiera Corta è sempre alla ricerca di produttori e progetti dall’alto valore nutrizionale, sociale, ambientale ed etico. Un esempio? I fagiolini dall’occhio, “fasulli de l’òc”, venduti a 2,70 euro al sacchetto per sostenere un’azienda agricola di Formigara che, a causa della pandemia e dell’annullamento della tradizionale festa di Pizzighettone, è rimasta con 2.500 chili di fagiolini invenduti. «Abbiamo una cinquantina di produttori – dice Laura – che incarnano dei valori guida: aziende piccole, per lo più locali, trasparenti, che fanno prodotti di qualità e attente all’ambiente e ai diritti sociali. Si tratta di una mappa in continuo aggiornamento anche grazie al passaparola dei gruppi di acquisto».
Il Covid ha sicuramente modificato le abitudini organizzative, più che alimentari, anche di Filiera Corta. «Prima dell’epidemia eravamo organizzati in gruppi di acquisto territoriali – spiega Laura – Il referente del gruppo ritirava per tutti e poi distribuiva appoggiandosi a case private, circoli o parrocchie del quartiere. Ora, abbiamo dovuto accentrare tutti i ritiri qui al Mercato. A parte le cassette che consegniamo a domicilio a chi è in quarantena o non si può muovere da casa. Se con la pandemia sono cambiate anche le spese? Le nostre non più di tanto. Nel precedente lockdown abbiamo avuto più richiesta di farina, ma i nostri soci sono già abituati a cucinare cibo sano in casa. Sicuramente con la pandemia abbiamo dovuto sospendere tutte le altre attività in presenza come corsi, laboratori, incontri con i produttori».
Intanto al Mercato, le consegne proseguono ininterrotte. In fondo ai cinque scalini, su una lavagnetta, chi ritira legge “Donate 66 cassette solidali, di cui 22 grazie ai soci di Filiera. Grazie a tutti!”. Già, perché – soprattutto in questo periodo – anche Filiera Corta non poteva non dare il proprio contributo per aiutare le famiglie più in difficoltà. «Si tratta di un progetto già finanziato che abbiamo aperto anche al contributo volontario dei privati – spiega Laura – In pratica, facciamo cassette di prodotti freschi (che spesso mancano nella distribuzione legata alle povertà) e le diamo alla S. Vincenzo che, in sinergia con le Politiche Sociali, le recapita a famiglie in difficoltà. I soci possono dare una quota solidale di 2,50 euro per queste cassette, mentre i produttori possono donare prodotti extra. L’iniziativa sta funzionando e la manteniamo».
«Filiera corta – conclude Laura – opera sempre in un’ottica di bene comune. Dietro la spesa che ognuno fa per sé ci sono ricadute sulla comunità. Si tratta di una responsabilità sociale e ambientale. Di tutti».