ombre

N.34 Ottobre 2022

INCONTRI

Il mondo di Camilla è una danza di colori

Camilla Di Pace ha perso la vista, ma i colori del suo mondo sono rimasti accesi nei ricordi che danno luce alle emozioni, azzurre come la fatina, verdi come un campo da calcio, rossi come i mille papaveri di De André...

«Da bambina ero vedente, ho un ricordo nitido dei colori che però, nel tempo, si è affievolito». Camilla, nel raccontare la sua storia, si concede una breve pausa di riflessione. Riprende subito, con un tono di voce caldo e morbido: «Al posto di alcuni colori adesso c’è un’ombra, una sorta di velo che si è frapposto tra me e loro». La tristezza per un attimo sembra far capolino, più in noi che la ascoltiamo che in lei. Prosegue: «Attraverso la fantasia e il ricordo ho rielaborato canzoni, paesaggi, figurandomeli con i colori che mi suscitano». Grazie a questa capacità Camilla Di Pace, il primo giorno di lavoro presso la cooperativa sociale Open Group, ha concepito un’idea luminosa.
Era davvero agitata quella mattina durante la riunione: un posto nuovo, nuovi colleghi; ma giocò subito un ruolo di protagonista perché la ditta di vernici decise, come promozione dei propri colori ad acqua, di farli raccontare proprio da lei, una ragazza non vedente. Così è nato il blog “I colori di Camilla”. «All’inizio è stato difficile, non sapevo se sarei stata in grado di portare su carta le mie emozioni e le mie suggestioni. Poi i colori, miei fedeli compagni di viaggio, con un po’ di fantasia e tanto coraggio si sono lasciati descrivere. Mi sono divertita a giocare incastrando similitudini li ho “camillizzati”, fatti miei».

«Al posto di alcuni colori
adesso c’è un’ombra,
una sorta di velo
che si è frapposto tra me e loro»

Ogni colore è legato ad una sensazione, una suggestione, un viaggio o un ricordo di infanzia. Prendiamo, per esempio, il turchese. «La prima cosa che mi è venuta in mente è la fatina di Pinocchio di cui ho ancora una nitida immagine. Era disegnata sulla copertina di un libro cartonato, di quelli giganti. È per colpa sua che ancora adesso penso che il turchese sia un colore magico» aggiunge con una risata.
Camilla, nelle sue descrizioni, ha inserito anche numerosi riferimenti musicali. «Adoro i cantautori e la musica indie e per questo è stato naturale, per esempio, associare il rosa alle note de “La Vie en rose” di Edith Piaf. Se penso ad un abisso lo associo al blu, se lo trasformo in una musica sarebbe il blues. Se invece devo descriverti il rosso non posso che pensare ai “Mille papaveri rossi” di Fabrizio De Andrè, il mio preferito».

Camilla Di Pace in giallo

Ci sembra sorprendente l’attenzione di questa giovane donna per i colori, ma la spiegazione di Camilla rende tutto dolorosamente logico: «Vivendo sempre nell’ombra, non mi piace trasmetterla anche fuori». I capelli quindi sono viola, come coloratissimi sono i tatuaggi e i vestiti che indossa tutti i giorni. «Sotto metto i jeans, con quelli non sbagli mai – confida la giovane blogger – i colori della parte sopra li scelgo in base alle stagioni e al mio umore, per esempio in una giornata d’autunno con la pioggia sceglierò un maglione della nonna color ruggine. Oggi invece ho una felpa rossa con il logo di una associazione umanitaria. È importante il colore che indossi perché influisce su come ti approcciano le persone che incontri. Se stamattina avessi indossato una blazer grigio, avrei fatto un’altra impressione».

C’è un colore particolarmente significativo nella tua vita? «Penso il verde. Quando frequentavo il Dams avevo scoperto che in teatro alcuni colori erano banditi, come il viola, e altri erano visti di buon occhio, come il verde. Ligia alla tradizione ho sostenuto ogni esame con la stessa maglietta verde, come il colore della mia torta di laurea». C’è anche un’altra motivazione che affonda le sue radici in un vissuto emotivamente intenso, legato all’infanzia: «Da piccola ero ipovedente, non riuscivo a guardare i cartoni animati perché mi arrivavano tutti i colori in maniera caotica. Invece i calciatori ero in grado di distinguerli chiaramente. Il campo da gioco, così verde e perfetto, è uno degli ultimi ricordi che ho. Forse è anche per questo motivo che è nata in me una grandissima passione per il calcio». Camilla, romanista “dalla nascita”, appena può va allo stadio. E con orgoglio rivendica la sua militanza come giocatrice di calcetto a 5 nella ASD Roma 2000.
Il suo interesse però si è esteso a tutti gli sport, sia come praticante che come spettatrice. «Preferisco nettamente quelli di squadra perché la radiocronaca è molto più dinamica rispetto agli sport individuali, ma posso affermare di seguire un po’ tutte le discipline. Inoltre tutto ciò che è adrenalina mi attira. Ho provato a sciare, a solcare il mare sulla barca a vela, a volare con il deltaplano e a buttarmi dai precipizi con il bungee jumping!».
Prima di terminare l’incontro con questa ragazza così appassionata e appassionante, le chiediamo che musica assocerebbe all’ombra. «“Moonlight shadow” di Mike Oldfield», risponde senza esitazione mentre nell’aria sembrano risuonare le strofe:

Passed on worried and warning.
He carried away by the moonlight shadow.