ombre

N.34 Ottobre 2022

TERRITORIO

L’arte di prendersi una pausa all’ombra dell’ultimo sole

C'è un luogo alle porte della città dove si vive di passioni antiche e relazioni senza fretta. Incontrarsi al Battaglione, dove per tutti c'è un amo da buttare

Pescatori al centro "Il Battaglione" alle porte di Cremona

«Nico fai notturna, vero?», si legge in uno dei tanti messaggi lasciati sulla pagina Facebook de “Il Battaglione” centro di pesca sportiva ai bordi della città, a due passi dall’autostrada, in quel lembo di terra che divide la città dalla sponda cremonese del fiume Po, quella che si affaccia al Lido Ariston.

Nico è Nico Bolzoni, seconda generazione, dopo il padre e lo zio, di cui ha raccolto l’eredità, a gestire questo luogo pieno di magia ed incanto. È anche e soprattutto una questione di cuore e di famiglia. Lui all’ombra dell’ultimo sole, come sussurrava Fabrizio De André nella canzone “Il pescatore”, uno dei pezzi più celebri del cantautore genovese, ci è nato, cresciuto.

E vissuto: «Questo lago e quello a fianco sono nati quando hanno costruito l’autostrada. Occorreva sabbia e c’era una cava.

L’hanno tirata su per creare il sottofondo. Tra qui e San Daniele vi sono diversi bodri e sorgive. L’acqua è risalita creando questi due laghetti. Hanno poco più di cinquant’anni. Si è sempre pescato qui, anche se negli ultimi anni molte condizioni sono cambiate».

Nico, che è anche pescatore, tiene in piedi, da solo, anche il bar ed il piccolo negozio che vende attrezzatura tecnica. Il sogno è trovare una persona che si occupi della cucina a tempo pieno, per poter offrire un ulteriore servizio ad una clientela diventa come una famiglia: «Una volta anche il livello d’acqua di questo lago artificiale era più alto. Se guardi il Po – dice – si capisce facilmente come le condizioni climatiche abbiano influito. Esistono due tipi di pesca: quella estiva e quella invernale».
La stagione invernale quest’anno inizierà in ritardo, solitamente parte nella seconda metà di ottobre con l’immissione le trote «un pesce che ha bisogno dei 17 gradi e attira, perché ti fa divertire e poi lo porti a casa e lo mangi. In estate invece si pescano carpe, erbivori e storioni che vengono poi rilasciati. Esiste una grande cura di questi pesci».

I pescatori arrivano alla spicciolata. Canna in mano, esche, un appoggio per l’attesa che può anche essere lunga. Queste sponde sono luogo ideale per uscire dalla frenesia della quotidianità ed entrare in un mondo con dinamiche, ritmo e richieste completamente agli antipodi. Pesca è pazienza, arte, tecnica, piacere, passione: «L’utenza è piuttosto variegata. Una volta i pescatori erano molti di più. Un po’ hanno inciso i costi. Se prima un nostro utente, mediamente, veniva a trovarci due volte la settimana, oggi è diventato una volta ogni due settimane. Sono aumentati i giovani, che si sono molto appassionati allo spinning, che è una pesca veloce. Compri una canna e tanti artificialini ed il gioco è fatto. Non ti serve altro. La pesca alle carpe, il carpfishing, è più una pesca di compagnia. Spesso, d’estate, ci si ferma anche di notte. I pescatori piantano le tende, attendono con pazienza il momento giusto per prendere il pesce. In questo caso si utilizza la modalità “catch and release”. Si pesca, si fa la foto, si cura il pesce, utilizzando anche il disinfettante, e poi lo si rilascia. È molto bello vedere tante tipologie di pesca differenti».

Questo è un luogo, prima di tutto, di relax, dello stare insieme. «C’è un bel clima e tanto rispetto – conferma Nico – che è alla base di tutto. È un luogo di socialità. Tanti si ritrovano, fanno una partita a carte, poi vanno giù al lago, fanno due chiacchiere ed intanto pescano».
Il Covid, l’emergenza, hanno riportato grande interesse verso questo tipo di attività, che ad un certo punto era tra le poche a poter essere praticata: «Nella prima ondata siamo rimasti chiusi, come tutti, per tre mesi. Poi è diventato uno di quei pochi luoghi dove la gente poteva venire quando tante altre attività non erano ammesse. Diversi vecchi pescatori, quelli di una volta, hanno ripreso le canne da pesca per portare qui figli o nipoti. Si è ritornati un po’ come venti anni fa. Questa estate, invece, è andata in controtendenza. È stata molto tranquilla. Senza restrizioni, i pescatori hanno fatto altre scelte».