aria

N.39 Marzo 2023

EN PLEIN AIR

Incontrarsi al campeggio, tra la città e il grande fiume

Il camping di Cremona ha riaperto nel 2017 ed è ripartito dopo il Covid con spazi e idee da condividere "en plein air" tra turisti e cittadini in cerca di... una boccata d'aria

Il campeggio di Cremona con lo skyline della città a fare da sfondo

Due turisti tedeschi hanno appena fatto il loro ingresso con un Mercedes Sprinter luccicante, camper “adventure” di ultima generazione. Si fermeranno per una notte per poi ripartire verso una meta più lontana. Intanto, alla spicciolata, arrivano gli apripista di un raduno di camperisti modenesi che occuperà gran parte delle 56 piazzole del Camping Parco al Po, un piccolo diamante della bassa cremonese, incastonato tra la città e la sponda del grande fiume, che divide Lombardia e Emilia. Ad accoglierci Giusy Brignoli, responsabile di Rigenera, ramo della Cooperativa Nazareth che ha dato vita ad una esperienza di agricoltura sociale. Il Consorzio Sol.co, di cui fanno parte tre cooperative, Nazareth, Varietà e Cosper, si occupa di far funzionare quest’area comunale sulla quale sorge quello che per tutti è semplicemente il campeggio: «Noi come Nazareth ci occupiamo dell’accoglienza. Cosper di cicloturismo attraverso il progetto Beega: è da qui che partono tante delle loro esperienze in bicicletta. Varietà si sarebbe dovuto occupare della ristorazione, ma nel frattempo ha aperto un bar presso le Colonie Padane. Siamo partiti nel 2017 e ci siamo rimboccati le maniche perché l’obiettivo era rinascere, anche nei numeri, dopo quattro anni di chiusura». La macchina ingrana e i risultati arrivano: «Due anni più tardi, siamo nel 2019, il campeggio è tornato in piena funzionalità. Poi è arrivato il Covid ed è stato come tornare indietro… non ci siamo persi d’animo e i risultati del 2022 sono molto incoraggianti. Abbiamo registrato 7 mila presenze, dato molto buono che contiamo di ripetere, e magari incrementare, anche quest’anno».

Le parole di Brignoli sono cariche di entusiasmo. E lo sono ancor di più quando snocciola i progetti pronti a partire: «Abbiamo in mente tante cose. Dai raduni alle due cicloturistiche che passano proprio da qui: quella cremonese ed una seconda delle terre basse, al confine tra Brescia e Cremona. Vogliamo ampliare l’offerta con attività al servizio della città e serate per le famiglie. C’è chi ci chiama per venire a provare il camper e chi per passare una notte in campeggio, all’aria aperta, con i propri figli. È un modo differente per vivere il weekend, pur rimanendo in città. Dopo il Covid questa voglia di “en plein air” è sempre più percepibile nei desideri delle persone. E vediamo anche tanti giovani che diventano camperisti sostenendo spesso spese importanti per il mezzo».
Ma chi sono i principali fruitori del campeggio cremonese? «Qui regna il silenzio. La gente ha bisogno di tranquillità. Non cerca la luna. Cremona è una città da turismo di uno o due giorni, ma anche meta di passaggio per viaggi lunghi. Da noi arrivano gruppi, soprattutto di tedeschi, che pernottano e poi all’imbrunire, lasciano qui i furgoni, e ripartono in moto in direzione Genova dove si imbarcano per l’Africa per correre un rally. Con i miei occhi ho visto un bus-hotel dotato di 22 cuccette. Una sorta di enorme camion-pullman. Arrivano, prendono un aperitivo, organizzano la cena, si fermano per la notte e poi ripartono. Sono modalità di turismo differenti da quelle usuali».
Ma questo luogo magico nel cuore del parco del Po che apre lo sguardo, all’orizzonte, alla città, è anche e soprattutto un contenitore di storie. Di vita e di persone: «Un giorno vedo arrivare un ragazzo in monociclo. Era calabrese, partito da Bologna in direzione Bruxelles. Ci ha molto incuriosito. Parlando è emerso come avesse da poco sconfitto la leucemia e fosse in viaggio per raccogliere fondi a favore dell’Admo. Lo abbiamo ospitato gratuitamente. Qui dentro raccogliamo una umanità molto bella. Ci piace ascoltare i racconti. Davide, un nostro operatore, è testimone di tutto questo. Il campeggio stimola lo scambio di idee ed esperienze».


La mente di Giusy Brignoli ripercorre questi sei anni così intensi: «Ci sono venuti a trovare due signori con una di quelle biciclette sulle quali pedali steso. Sulla parte superiore montava pannelli solari. La loro meta finale era la Cina. Uno era disabile, l’altro un ingegnere che aveva progettato quel mezzo per poter accogliere l’amico. Una storia incredibile».
Il rinnovato interesse per questo tipo di esperienza fuori dalle mura casalinghe ma anche da quelle di un albergo o un appartamento, è una delle chiavi del successo di queste strutture: «Chi viene una volta, poi torna. Luglio e agosto, per esempio, sono mesi di passaggi veloci. Nei mesi precedenti c’è chi fa tappa per visitare la città e conoscere la parte culturale di Cremona. Ci confrontiamo costantemente con il Comune per la programmazione di lavori e iniziative. Nella struttura sono spesso presenti gli operatori. Abbiamo una reception dove offriamo materiale per conoscere la città. I fine settimana, quest’anno, li iniziamo già da giovedì, anticipando di un giorno rispetto allo scorso anno».
Gli sviluppi futuri sono molteplici: «Lo scorso anno abbiamo investito nei nuovi accessi. Tutti automatizzati. Con un card si può entrare e uscire. Quest’anno ristruttureremo i servizi igienici. Ogni anno vogliamo migliorare un pezzetto della struttura anche se non è nostra. Ci piacerebbe aumentare ulteriormente le opportunità per i cittadini. Abbiamo pensato ai film sotto le stelle, ai bungalow, ma anche a un progetto, attraverso una associazione che ci ha contattato, per aiutare le persone colpite da ictus a riprovare l’esperienza delle ferie».