aria

N.39 Marzo 2023

SOTT'ACQUA

Sospesi nel blu con Cremona Subacquea

Dalla pratica in piscina fino alla scoperta dei fondali. Abbiamo indossato pinne e maschera per scoprire come si sente un... pesce fuor d'acqua

foto cremonasubacquea.it

Sembra di volare, fluttuando all’interno di una enorme vasca da bagno; una piacevole sensazione di completa assenza di gravità ti accoglie, morbida e avvolgente. La realtà appare lontana, ovattata come i suoni che rimangono distanti, trattenuti in superficie insieme al caos e allo stress del mondo emerso.
Libero dalla gravità, libero dalle preoccupazioni, ti muovi in uno spazio completamente diverso da quello a cui sei abituato. Con gesti lievi e minimi, anche solo modificando la quantità di aria trattenuta nei polmoni, sali e scendi in un immenso azzurro, accompagnato solo dal ribollire delle bolle che fuoriescono dall’erogatore.
Stando sotto la superficie dell’acqua, sembra svanire in lontananza anche il momento in cui, pochi minuti prima, braccia esperte ti hanno aiutato ad infilare sulle spalle, per la prima volta, il complesso sistema che ti permetterà di trasformarti in anfibio.
Infilato nella cavità orale, l’erogatore è apparso scomodo, ingombrante e sproporzionato; una sottile angoscia ti pervade mentre, fuori dall’acqua, provi a compiere i primi cauti respiri usando solo la bocca.
Ti accorgi immediatamente di provare una leggera sensazione di oppressione, come se una forza oscura ti impedisse di inspirare a pieni polmoni; una percezione che aumenta nel momento in cui, crescendo l’ansia, accelera anche la frequenza respiratoria. Simulando disinvoltura, mostri il pollice alzato per comunicare che è tutto ok.
Infatti non sei solo. Al tuo fianco c’è Mario Cattadori, presidente di Cremona Subacquea che, intuendo il tuo pensiero, ti rassicura: «Non preoccuparti, una volta immerso, la respirazione tramite l’erogatore risulterà semplice e naturale». Strano, ma vero: dopo il goffo ingresso in vasca, verifichi che è proprio così. Forse stavi solo sperimentando come si sentono i pesci fuori dall’acqua e come, una volta tornati nel loro ambiente naturale, riprendano a respirare liberamente.

L’angelo custode che ti hanno affidato per la tua prima discesa nel blu, non ha le ali ma le pinne; dato il contesto, sarebbe preoccupante se fosse il contrario. Con attenzione ti segue, usando la stessa amorevole cura con cui vengono accompagnati i piccoli pesci durante la prima uscita dalla barriera corallina. Non è un dato scientifico, solo il ricordo di quando, da bambino, rimanevi incantato davanti allo schermo televisivo dove, tra anemoni e grotte marine si muoveva, incerto, il piccolo Nemo.
Come l’intrepido pesce pagliaccio, anche tu stai fluttuando; la differenza è che non sei nel misterioso “profondo blu” perchè le prime lezioni per diventare sommozzatore si svolgono nel meno avventuroso e più rassicurante azzurro della Piscina Comunale di Cremona.
«Nei nostri corsi, dopo una adeguata formazione teorica, si passa a sperimentare in vasca», racconta con la sua inesauribile passione, Mario. «L’attività formativa è lo scopo principale di Cremona Subacquea – prosegue – un’ associazione sportiva dilettantistica in cui ci spendiamo con entusiasmo ed impegno per avvicinare più persone possibile al meraviglioso mondo delle immersioni».

foto cremonasubacquea.it


La sensazione è quella di venire accolto in una famiglia, un gruppo di appassionati il cui scopo è trasmettere quel dolce sentimento che li spinge, con paziente costanza, a seguire i neofiti, ad allenarsi tutte le settimane e a manutenere con attenzione la complessa attrezzatura necessaria alle immersioni. Un sentimento che ha le azzurre sfumature della nostalgia, dell’irresistibile desiderio di tornare ad esplorare e vivere, per un tempo indefinito e sospeso, in quel grembo accogliente che è il mare.
Il poeta Rainer Maria Rilke vi si recava quando i suoi pensieri erano «ansiosi, inquieti e cattivi». «Il mare – scriveva – li annega e li manda via con i suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su tutto ciò che in me è disorientato e confuso».
E mentre ti aiutano a liberarti dall’ingombrante attrezzatura, pervade anche te il desiderio di tornare ancora a respirare sotto il pelo dell’acqua. Ma, ancora di più, contagiati dall’entusiasmo trasmesso dai racconti dei compagni di immersione, resta la curiosità di esplorare le profondità del mare. Non alla ricerca di un tesoro nascosto, ma alla scoperta di un mondo meraviglioso.