spazio
N.41 Maggio/Giugno 2023
Ognuno ha il suo spazio… nello spazio della coppia
Qual è lo spazio che resta alla coppia quando assume un impegno, quando fa i conti con "la somma delle individualità", quando cerca nuovi equilibri, quando arriva un figlio? Lo abbiamo chiesto a una specialista, che ogni giorno accompagna tante coppie di fronte alle piccole grandi sfide della quotidianità
Anni fa parlare di coppia significava riferirsi essenzialmente a una famiglia in fieri, ma da alcuni decenni non è più così. Oggi con il termine coppia si fa riferimento ad un mondo variegato e complesso, che in tanti casi viene a costituirsi già in partenza per un tempo vissuto a termine; «fin che dura…»
Oggi la maggioranza delle giovani coppie convive senza essere sposata o con matrimonio civile o meno ancora, con matrimonio religioso.
Ci sono coppie che convivono per un certo periodo di tempo prima del matrimonio, ma con la ferma intenzione di arrivarci, sono quelle che più richiedono attenzione, perché paiono le più convinte a restare tali. Rimane tuttavia una fragilità di fondo che rispecchia la fragilità della persona con le tante motivazioni ed insicurezze nell’iniziare il percorso di coppia.
Come terapeuta ho avuto modo di seguire coppie che prima dei problemi della relazione a due, presentavano problemi personali irrisolti che hanno poi avuto una inevitabile ricaduta sulla coppia, fino a comprometterne la stabilità.
Sicuramente con una acquisita consapevolezza delle rispettive problematicità, si possono recuperare e consolidare i rapporti attraverso un amore profondo e tanta determinazione, ma è proprio a questo proposito che emergono le maggiori carenze.
Infatti, ognuno dei componenti rimane spesso caparbiamente sulle proprie posizioni legate ad aspettative deluse e modi essere e di vivere che si vorrebbe mantenere. Gli spazi sono sicuramente importanti, ma sono quelli relativi alle rispettive individualità e come tali andrebbero messi in conto e reciprocamente rispettati.
Una coppia infatti non può vivere come cellula chiusa e in atteggiamento simbiotico, in quanto i rispettivi interessi devono essere mantenuti come patrimonio personale ed alimentati compatibilmente con i nuovi impegni.
Anche gli spazi amicali, le relazioni sociali hanno il loro peso nel mantenimento di una stabilità di coppia, ma ultimamente si assiste ad una sorta di competizione in questo ambito, nel senso che entrambi richiedono le stesse opportunità di uscita per svago con gli amici/amiche, a volte indipendentemente dal sentirne il bisogno. Questo soprattutto in presenza di un figlio piccolo da accudire che richiede un riassestamento dell’equilibrio di coppia, ma nello stesso tempo mette in evidenza anche aspetti positivi. Infatti, attualmente i giovani papà collaborano alla cura dei figli e questo lo noto negli incontri che svolgo con i genitori, che non sono più frequentati solo dalle mamme.
In effetti c’è una comune assunzione di responsabilità educativa, non sempre accompagnata tuttavia da un condiviso atteggiamento nella trasmissione delle regole e soprattutto noto una scarsa coerenza nell’esempio da dare ai figli.
Non c’è un consultarsi sulle rispettive percezioni riguardo all’educazione dei figli, come non c’è spesso capacità comunicativa per chiarirsi e capirsi. In questa chiave ci starebbe un sano litigio, ma purtroppo il più delle volte il litigio porta invece a rovesciarsi addosso i rispettivi scontenti e delusioni.
Così le coppie scoppiano, perché nella cultura dell’usa e getta la disponibilità a crescere nel superamento delle difficoltà e dei problemi, non trova facilmente seguaci. Ci si è disabituati a quell’impegno costruttivo, che sarebbe invece auspicabile, per salvaguardare una delle colonne portanti della società, per una famiglia matura e consapevole.
*psicologa e psicoterapeuta, volontaria del Centro Consulenza Familiare Ucipem di Viadana