parole

N.24 Ottobre 2021

AMARCORD

«Scusa Ciotti, sono Ciotti…»: quando tutto il calcio si raccontava alla radio

Dialogo tra cronisti (e tifosi) sui tempi in cui le gesta dei campioni sportivi attraverso le parole dei telecronisti della Rai prendevano forma e si imprimevano nei ricordi

Sandro Ciotti (wikipedia)

Gentili radioascoltataori, buon pomeriggio. Dallo studio centrale di Tutto il calcio minuto per minuto vi parla Roberto Bortoluzzi. Cinque i campi collegati… per il solo risultato dei primi tempi, linea a Verona…

P.: Angelo, da tifoso milanista, dov’eri quel 20 maggio 1973, quando Ameri ha annunciato: “Alla fine del primo tempo, Verona 3, Milan 1?” Quel giorno in cui il Milan… “Cadé a Verona”. Ricordo il gioco di parole a Domenica sport, quel pomeriggio. Cadé era l’allenatore del Verona…

A.: Al Bentegodi: Curva di Parterre, biglietto 001759. Con gli occhi a livello del prato, non ho visto praticamente nulla, nemmeno i gol del Verona di Zigoni e Ufo Bergamaschi.

P.: Dov’eri, invece, quel 24 marzo 1974, una bella giornata di primavera, quando da San Siro dissero: dopo i primi 45 minuti: Milan 1 Inter 4?

A.: Non ricordo, sinceramente. Sicuro che non fosse nuvoloso? Il mio primo ricordo di Tutto il calcio minuto per minuto riguarda mio nonno Nino, fornaio come mio papà, se ne è andato quando avevo 12 anni. Nella mia mente la sua figura è piuttosto sbiadita, ma ricordo bene i suoi sfottò per il 5 a 2 dell’Inter sul Milan nel ’65. Così come ricordo quel pomeriggio d’ottobre del ’72 quando, usciti di chiesa dopo il battesimo di mio cugino Giò, la radio comunicò che il Milan stava vincendo 4 a 1 con l’Atalanta, per poi finire 9 a 3.

Scusa Paolo, tu dov’eri, invece, il 5 maggio 2002 quando la Lazio vi sconfisse 4 a 2 e la Juve vinse lo scudetto?

P.: Ero a Casalmaggiore per un battesimo. Ma allora le partite si seguivano già dall’inizio e sono andato in chiesa che vincevamo e sono uscito nel pieno del dramma. A metà del secondo tempo, ricordo che mio zio Erminio mi disse: “Tégnet amòo a l’Inter?”. Al ritorno, invece, mi è rimasto in mente un commento di mia mamma: “Manca amòo 50 chilometri à Cremuna, in dua sèet adrée a’ndàa?”

A.: In Africa si ascoltava Tutto il calcio minuto per minuto?

P.: Certo, perché per quelle due ore trasmetteva sulle frequenze della Bbc. Ricordo don Carlo, missionario novarese, che teneva la radio a volume alto e passeggiava per il cortile. Potevi disturbarlo per un moribondo a qualsiasi ora della notte, ma non la domenica pomeriggio.

A.: Io ricordo invece un Como-Juventus dell’ottobre 1975. Beppe Viola, geniale giornalista Rai, interrompe il collega per annunciare: “finale dal Sinigaglia: Como batte Juventus 2 a 1”. Ma è costretto, pochi minuti dopo, a interrompere ancora: “attenzione, da Como, c’è il pareggio della Juventus”. Ma come, non era finita? “Nel finale, raccontò Viola, un’autorete di Fontolan su tiro di Cuccureddu è valso il pareggio della Juventus”. Si scoprirà negli spogliatoi che l’arbitro aveva fischiato una punizione a centrocampo, equivocata come fischio finale, per una bestemmia di un giocatore del Como.

P.: Della serie: quelle di Buffon le hanno fatte passare tutte, ma se uno si chiama Correnti…

A.: Con la Cremonese in serie B, portavo invece la radiolina quando andavo a San Siro a vedere il Milan. Sento ancora i brividi di quando, nell’ottobre del 1982, mentre il Milan di Jordan asfaltava il Bologna, la Cremo del Mondo rimontava il Lecce con una doppietta di Galvani entrato nella ripresa dopo che in settimana avrebbe dovuto essere ceduto al Palazzolo.

P.: E quella volta di Marassi per Samp-Juve? Fine settembre 2004, in piena Calciopoli, ma l’avremmo saputo due anni dopo. Era un mercoledì sera. Emanuele Dotto aveva raccontato un calcio di punizione per i bianconeri, senza esito e aveva ceduto la linea a Roma. Ma l’aveva ripresa poco dopo dicendo: “Sul calcio di punizione che vi abbiamo raccontato, l’arbitro Dondarini ha fischiato un calcio di rigore a favore della Juventus”. Dalle intercettazioni emerse poi che Pairetto, uno dei designatori, aveva telefonato all’arbitro Dondarini dicendogli: “Vedi pure quello che non si vede”.

A.: Io ricordo la Cremonese commentata in diretta da Luzzi, allora “titolare” della serie B. Si, proprio Ezio Luzzi quello che la Gialappa’s ha sbugiardato con il suo servizio su Milan Fiorentina del ’97, ancora oggi reperibile su Youtube, in cui esagera parlando di Bobàn, Savizzevz, Savizzevze, Uà, Ueuà e Euà, invece di Boban, Savicevic e Weah. A “Tutto il calcio…” Luzzi era un furbacchione: nel suo commento finale, davanti alla classifica, tutte le domenica sentenziava che le prime tre squadre avevano le carte in regola per andare in A, con la quarta e la quinta pronte ad insidiarle; così, come, in zona retrocessione, le ultima cinque squadre coinvolte avevano lo stesso trattamento: ultime tre in C mentre le altre due rischiavano. Fa niente se, domenica dopo domenica, i nomi delle squadre ruotassero in continuazione…

Partecipare a Tutto il calcio minuto per minuto del resto rimane il sogno di tutti i giornalisti sportivi.

P.: Vero. Io, però, una piccolissima parte l’ho fatta. Per fortuna, non ero in diretta. Era il 1982. Sostituivo Luciano Dacquati, direttore della Provincia e corrispondente Rai. La partita era Cremonese-Spal, inserita in schedina, ma non nei collegamenti. Avevo un numero di Firenze da chiamare per ogni variazione. Nei primi minuti la Cremonese era passata in vantaggio su un calcio di punizione dal limite tirato da Frutti e deviato dalla barriera. All’epoca non veniva assegnato il gol a chi tirava, ma era autorete. Di chi? Chiuso nel gabbiotto della Rai non potevo saperlo. Ho però chiamato il numero di Firenze dicendo, come se fossi in collegamento diretto: “Cremonese in vantaggio al 13’!!!” Mi aveva risposto: “Siete già al 13’?”. Ah no, scusa all’ottavo.

Ma la Cremonese alla radio comincia prima di “Tutto il calcio”, considerando che, quando era in serie D e giocava in trasferta, a Casalsigone per sapere il risultato della partita della domenica bisognava attendere l’arrivo de La Provincia il martedì mattina (il lunedì il giornale non usciva). Poi, finalmente, è arrivato il Club Ariston cui si telefonava dal telefono pubblico del Caffè la sera al ritorno del pullman dalla trasferta, e la serie C, categoria cui il Giornale Radio delle 19 dedicava un piccolissimo spazio con il conduttore che leggeva a raffica i risultati dei tre gironi. Ma, nel settanta o giù di lì, la radio aveva ancora una grande credibilità: quello che si sentiva all’apparecchio era sacrosanto! Un esempio? 26 settembre 1971, ho diciassette anni e con il motorino raggiungo Cremona: salgo sul pullman dell’Ariston, destinazione Vercelli per la terza di campionato. Si va, si vince, si torna in piazza Roma dove, ormai a sera, inforco il motorino e torno a Casalsigone. Entro in casa e scopro da mio papà che, nei risultati elencati al Giornale Radio hanno detto Pro Vercelli 1 Cremonese 0, invece del 4 a 1 per noi. Fa niente, succede… Dopo cena si va al bar come d’ordinanza e vengo accolto con un sorriso di scherno da parte di un cliente appoggiato al bancone (il dialogo naturalmente si svolse tutto in dialetto):

Lui: «Le abbiamo prese oggi, eh?», dice aggiungendo il classico gesto con la mano.

Io: «No, abbiamo vinto!».

Lui: «Perso: 1 a 0».

Io: «No. Vinto 4 a 1!».

Lui: «L’hanno detto alla radio».

Io: «Sono andato a vederla…».

Lui: «Scumétum?».

Come cronisti, però, riconosciamo di non ricordare proprio tutti i momenti della trasmissione passati alla storia. Qualcos’altro, siamo andati a cercarlo. Da ascoltare, su Youtube, un’interruzione di Sandro Ciotti a livello di cabaret. “Pronto Ameri?”, risposta: “sono Ciotti, vai!”. “Sono Degli Innocenti da Modena, ti segnalo il vantaggio della Pistoiese sul Cagliari”. Poco dopo: “scusa Ameri”, risposta, con tono più sostenuto: “sono sempre Ciotti”. “Scusa Ameri”, risposta: “sono sempre Ciotti”. “Scusa Ciotti, sono Ciotti, no Degli Innocenti da Modena”. E Ciotti la chiude dicendo: “cerchiamo di capire chi siamo, sennò andiamo male”. Era ancora Degli Innocenti da Modena che segnalava il pareggio del Cagliari… La si trova sul web sotto il titolo “Scusa Ciotti, sono Ciotti”.

Nell’aprile del 1975, è Ciotti invece a interrompere Ameri per un gol del Napoli quasi scusandosi, dicendo “oggi sono destinato ad interromperti”. Ameri cede la linea a Napoli e un attimo prima che Ciotti che riprenda a parlare sbotta: ma come si fa ad essere così coglioni?”. Ciotti continua con aplomb inglese, ma a fine giro Bortoluzzi ricorda (a tutti) di spegnere il microfono una volta terminato l’intervento. Ameri spiega che, pochi minuti prima, aveva risposto ad un tifoso laziale che voleva entrare in cabina. Vero o falso?

In una rievocazione di Tutto il calcio a cura di Riccardo Cucchi – anche questa la si può trovare su Youtube – c’è un inedito Sandro Ciotti, non ancora afono, che racconta la partita dello scudetto del Cagliari nel maggio 1970. Nell’appendice alla partita, racconta che “due latitanti, sono stati arrestati dai carabinieri mentre cercavano di ottenere gli autografi dei giocatori nei pressi degli spogliatoi. Sembra siano riusciti ad avere quelli di Cera e Martiradonna. Per quello di Riva, dovranno aspettare di aver saldato il loro debito con la giustizia”.

di Paolo Carini e Angelo Galimberti