pace

N.45 Dicembre 2023

mostre

Ricordare. Cambiare. Una mostra per un mondo libero dalle armi nucleari

Siamo stati a Brescia per visitare la mostra "Senzatomica". Le testimonianze dei sopravvissuti di Hiroshima, le simulazioni di esplosioni nelle nostre città e quella scritta in fondo all'ultimo corridoio: “Qui fuori inizia la pace se sarai anche tu a costruirla”

Percorrendo la strada che collega Cremona a Brescia, capita di vedere il cielo solcato da scure sagome affilate, dal fascino sinistro. Rapidamente appaiono per poi sparire, altrettanto velocemente, all’orizzonte. Sono aerei da guerra partiti dall’aeroporto militare di Ghedi, a 55 kilometri dal Torrazzo.

Come recentemente denunciato da numerose associazioni pacifiste e antimilitariste (tra cui l’Associazione Papa Giovanni XXIII e Pax Christi), negli hangar della base sono ospitate, nell’ambito dell’alleanza Nato, alcune testate nucleari. Basterebbe questa consapevolezza per recarsi a Brescia a visitare la mostra Senzatomica, trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari promossa dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.

Ci affacciamo alla soglia del maestoso Salone dell’Ex-Cavallerizza. Veniamo accolti dai sorrisi rassicuranti delle guide volontarie. «Si sono preparate per quattro mesi, studiando il materiale e svolgendo incontri di gruppo – ci spiega Daniele Santi, presidente di Senzatomica – per noi è importante che i ciceroni diano spazio, oltre che ad una preparazione teorica, anche ad un disarmo interiore». Un delicato percorso i cui esiti si percepiscono sin dall’accoglienza all’ingresso e che, senza dubbio, aggiunge valore alla visita di una mostra che suscita profonde emozioni.

La guida, inizialmente, ci introduce al Tpnw, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, e come la sua applicazione possa proteggere la pace nel mondo. Il Tpnw è stato approvato dall’Assemblea delle Nazioni Unite dopo una campagna decennale di Ican (International Campaign to Abolish Nuclear weapons), associazione premiata con il Nobel per la pace nel 2017.

Passiamo poi in una saletta raccolta dove, attraverso un video, si può assistere alle testimonianze degli hibakusha. Sono coloro che, subendo sulla propria pelle terribili sofferenze, sono sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. Subito dopo attraversiamo «l’atmosfera della memoria» dove ci vengono illustrate le tappe storiche che hanno portato a Little boy e Fat man, le bombe nucleari sganciate sulle due città giapponesi.

In equilibrio fra passato e futuro, siamo invitati a indossare un visore per la realtà virtuale. Ci ritroviamo così in una strada affollata dell’odierna Tokyo per poi essere portati all’interno del Memoriale della pace di Hiroshima, iconico rudere conservato come monito per le generazioni future. Il racconto di tre sopravvissuti e alcune immagini scattate in quei giorni, ci aiutano a cercare di comprendere l’inimmaginabile, cioè quali sono le conseguenze di una bomba nucleare sulla popolazione civile.

L’area successiva ci conduce dal passato al presente attraverso la “libreria delle voci”. In questa zona si affrontano, anche grazie alla presenza di schermi interattivi, vari temi: dalla follia della deterrenza nucleare al significato di sicurezza, dalla necessità di disinvestire dalle “banche armate” agli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Onu. I dati sono numerosi e la guida ci aiuta a interpretarli, mentre le frasi di rappresentanti del mondo religioso, filosofico e artistico, riportate sui pannelli espositivi, ci conducono ad un livello di comprensione più profonda.

Infine approdiamo ad un grande bancone. È il “tavolo delle genti”, dove ci si può sedere e riflettere sulla responsabilità individuale relativa alla realizzazione di un mondo libero dalle armi nucleari. Ed effettivamente, dopo circa di 50 minuti di visita, c’è bisogno di fermarsi a meditare su quanto si è visto e appreso.

Cerchiamo l’uscita e capiamo che dovremo attraversare uno stretto tunnel che si rastrema verso la fine, lasciando lo spazio per il passaggio di una persona alla volta. «È uno stratagemma per far comprendere che la responsabilità è individuale – ci spiega Daniele Santi – per sottolinearlo abbiamo anche posto, proprio di fronte all’uscita, la frase “Qui fuori inizia la pace se sarai anche tu a costruirla”».

A conclusione dell’incontro con il presidente di Senzatomica, chiediamo un’ultima considerazione. Sorridendo, Daniele cita una frase di Daisaku Ikeda che ben sintetizza lo spirito della mostra: «Se vogliamo lasciarci alle spalle l’era del terrore nucleare dobbiamo combattere contro il vero “nemico”. Quel nemico non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli Stati che le possiedono o le costruiscono. Il vero nemico da affrontare è il modo di pensare che le giustifica: l’esser pronti ad annientare gli altri qualora li avvertiamo come una minaccia o un ostacolo per la realizzazione dei nostri scopi».


La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30 fino al 14 gennaio 2024 (tutte le informazioni sul sito senzatomica.it).