soldi

N.06 Dicembre 2019

GRANDI FAMIGLIE

Uniti nel… cognome della solidarietà

Il Casato Soldi è nato nel 1950 da un'idea del giornalista Fiorino Riunisce persone con lo stesso cognome che vivono in tutto il mondo E ogni anno la Banca del Natale raccoglie fondi per rispondere ai bisogni

«Immaginavo ti fossi perso nella nebbia della campagna cremonese! Sappi che Waldemar, arrivato dal Brasile nel 1974 dopo un viaggio interminabile, raggiunse la sede del Casato, qui a Cella Dati, senza nemmeno un navigatore».

Paolo Soldi mi aspetta da una ventina di minuti nel salotto della casa di famiglia, insieme ai fratelli Pierangelo e Mario. Con orgoglio e tanta dedizione, sono anima e cuore pulsante del Casato Soldi, nato il 24 settembre 1950 per accogliere al proprio interno tutte le persone accumunate dallo stesso cognome: 30 mila nel mondo, migliaia in Italia, sparsi per un’ottantina di province.

L’idea è del giornalista e scrittore cremonese Fiorino Soldi: nel 1945 evitò la fucilazione, perché l’ufficiale straniero che gli prese le generalità era figlio di “mamma Soldi”. I congressisti che parteciparono a quella prima assemblea decisero unanimemente di fondare l’Associazione del Casato Soldi con lo scopo della mutua solidarietà: «Chi ha offre, chi non ha riceve».

Il Casato è retto da una Segreteria Generale che per anni ha trovato sede a Cremona, in corso Mazzini 48, dentro i muri che trasudano storia della cappelleria che porta il nome e lo stemma del Casato stesso: «Costantino Soldi, che è stato titolare dell’esercizio – prosegue Pierangelo – ha rappresentato un pilastro fondamentale della nostra storia, un trait d’union tra le diverse gestioni dell’associazione, Il cui cuore operativo oggi è qui a Cella Dati nella casa di famiglia». Esistono segreterie regionali ed estere, un presidente internazionale, uno nazionale ed un Consiglio Generale, un archivio proprio, un museo di ricordi e cimeli storici, una bandiera formata dal tricolore italiano con lo stemma nazionale e un pavese di bandierine degli Stati dove vivono i Soldi, un distintivo e un giornale, il “Bollettino di informazioni del Casato Soldi”.

Paolo dal 1979 è segretario generale.

Chi ha dà
e chi non ha
riceve

In questa storia di straordinaria normalità, Waldemar Soldi è stato protagonista indiscusso per rendere l’Associazione un “contenitore” globale. Paolo e Pierangelo, ricordandone la passione, ne parlano con emozione ancora viva: «Aveva origini cremonesi, arrivava da Rio de Janeiro, da una famiglia di ventisei figli. Era attore, cantante lirico. È stato per un po’ di tempo maggiordomo di un grande stilista. Conobbe il Casato leggendo un articolo sulla rivista Oggi. Venne a cercarci, scoprì che i nonni erano di Sesto, di cui prese la cittadinanza onoraria. Waldemar per tantissimi anni è stato presidente internazionale. Ha viaggiato in tutto il Sudamerica per far conoscere il Casato. Ai figli diceva: fuori si parla il portoghese, ma in casa il dialetto cremonese».

Quest’anno cade il quarantaseiesimo Congresso sudamericano, il ventesimo argentino. Ed il settantesimo dalla fondazione, celebrato lo scorso 8 dicembre: «La Messa si è celebrata a Tidolo. Eravamo in un centinaio, con rappresentanze da Sudamerica, Veneto, Lazio, Toscana, Piemonte, Liguria». Nello stesso giorno si è celebrata la Banca del Natale, definita, dal Casato, il più piccolo istituto di credito esistente al mondo, sorta nel 1951 come Fondo di Assistenza e formalmente costituita nel 1953: «Era nata per aiutare le famiglie in difficoltà nel giorno della nascita del Signore. I Soldi di tutto il mondo fanno un’offerta e funziona come un sistema di mutuo soccorso. Diamo aiuto ad una decina di famiglie l’anno».

Negli anni sono anche stati finanziati diversi progetti: «Nel 1967 abbiamo costruito una chiesa in Congo, dove viveva Padre Vittorio Soldi, un missionario. L’abbiamo dedicata a San Filippo Neri, la cui nonna era una Soldi. È il nostro patrono insieme a Sant’Omobono, patrono di Cremona e Cella Dati. Nel 2007 abbiamo donato un pullmino alla casa di riposo, il nostro aiuto è arrivato a famiglie argentine colpite dal crack finanziario. Ci siamo adoperati per la ristrutturazione della sala prelievi della casa di riposo di Vescovato. Una donazione è stata fatta ad una Associazione di Empoli per l’attività di musicoterapia rivolta alle donne operate di tumore al seno. Oggi vorremmo acquistare delle culle termiche per qualche struttura che ne ha bisogno».

«Non abbiamo titoli nobiliari,
siamo mossi da valori
di solidarietà e fratellanza»

Paolo e Pierangelo sono instancabili: «Quest’anno abbiamo spedito il giornalino a novecento famiglie. Per creare un archivio, ogni volta che facevamo un viaggio fuori Cremona, entravo in un bar, scorrevo la rubrica del telefono e telefonavo a tutti i Soldi in elenco. Non abbiamo titoli nobiliari, siamo mossi solamente da valori universali quali solidarietà e fratellanza. Tra di noi ci chiamiamo per nome, seguito da un numero progressivo in base all’entrata nel Casato. Io, per esempio, sono Paolo ventunesimo, mio fratello Pierangelo primo. Se ogni cognome avesse gli stessi principi e la stessa organizzazione del Casato Soldi, vi sarebbe più pace nel mondo. Noi vogliamo tenere accesa una piccola fiammella, essere esempio, dare speranza. Perché si può e si deve dare, rinunciando a qualcosa. Soldi deriva dalla parola Solidus, che significa solidale».

Il futuro del Casato è in mani sicure: «Siamo in fase di adeguamento del nostro statuto alle normative vigenti in tema di terzo settore. Stiamo coinvolgendo anche i giovani, sono entrati nel Consiglio. Il futuro è nelle loro mani».