radici

N.29 Marzo 2022

PROFESSIONI

I denti di un bimbo e la mano del Papa: «Nel mio studio il sorriso è… in ordine»30

La dottoressa Mancini racconta il mestiere e la passione per l'ortodonzia: «Con i bimbi basta guardarsi in faccia e ci si capisce al volo. Anche i più diffidenti, nel tempo, cedono. E resta il tempo per coltivare una relazione»

Close-up portrait of a happy young boy with a toothy smile at the dental office

Se i frutti hanno una forma, un gusto e un colore precisi, lo si deve (anche) alle radici della pianta. Il nonno di Marta Mancini era un “ragazzo del 99”, dentista con lo studio in Corso Garibaldi, a Cremona. E dentista è anche il papà, che riceveva in via Ingegneri, laureato a Pavia e specializzato a Bologna, oggi in pensione. Decenni di arcate dentali trattate, di casi complessi e ordinari, di tecniche da innovare nel tempo. Un universo che non concede a nessuno il lusso di evitarlo, che se non ti ingurgita almeno ti lambisce.
A quel mondo, Marta Mancini non ci pensava, anzi. «Al Liceo Aselli ero innamorata di Biologia – dice – e accarezzavo l’idea di tentare Medicina». E poi? «Non avessi avuto mio padre e prima di lui mio nonno, non mi sarebbe mai venuto in mente. E alla fine ho detto: proviamo». Oggi Marta è la terza generazione di Mancini che si occupa di diagnosi e cura delle patologie dentarie, con due particolarità. Si dedica in particolare (ma non in via esclusiva) ai bambini ed è specializzata in Ortodonzia: «Vuol dire, semplificando al massimo, che correggo la posizione anomala di uno o più denti e ripristino l’armonia del viso», spiega.

Nel 1986 Marta entra al Ghislieri di Pavia, collegio universitario con accesso quasi esclusivo ai diplomati col massimo dei voti e l’obbligo di mantenere una media esami dal 27 in su. Seguono cinque anni di Odontoiatria con tesi in Ortodonzia e l’inizio della professione, anche se non a tempo pieno. Marta si ritaglia uno spazio per ulteriori studi: chi sente il mestiere come vocazione ha sempre fame di un nuovo sapere. «Ho fatto sei mesi in Canada, a Toronto, per seguire un corso di Ortodonzia con il professor Donald Woodside, luminare di allora. E da lì, nel 1993, tre anni di specializzazione in Ortognatodonzia». Che le valgono la possibilità di un contratto di insegnamento all’università di Pavia e poi a Pisa, sempre in condivisione con il lavoro allo studio dentistico, per una quindicina di anni.

Il 1999 è l’anno del matrimonio e del successivo trasferimento ad Alba, in provincia di Cuneo. Marta mantiene comunque il suo studio a Cremona, lo stesso di suo padre, in via Ingegneri 5, cui ha apportato ampliamenti significativi. La distribuzione del lavoro prevede una settimana a Cremona e una ad Alba, dove nel 2003 viene rilevato un altro studio che si occupa di Ortodonzia e Pedodonzia, la branca che cura la salute dentale dei bambini.

«È una specialità in cui
“metti ordine” dove non c’è,
raddrizzi quello che è storto»

«Perché l’Ortodonzia? Perché è una specialità in cui “metti ordine” dove non c’è, raddrizzi quello che è storto – spiega Mancini –. È la mia necessità, io sono fatta così: mettere ordine. Quando ci riesco vivo un grande senso di pace». Marta dice che lo scopo del suo lavoro è questo, «vedere la gente contenta». E i bambini sono i soggetti con cui «basta guardarsi in faccia e ci si capisce al volo. Anche i più diffidenti, nel tempo, cedono. La cura ortodontica è lunga, dura anche anni, lo spazio per coltivare una certa relazione c’è. Io vedo i miei pazienti tutti i mesi».
Le chiusure imposte dai vari lockdown non hanno impedito l’attenzione alle persone. «Abbiamo chiamato tutti: come stai? C’è qualcosa che non va? Contattavamo le mamme in videochiamata per spiegare loro come sistemare l’apparecchio. Per le situazioni più complesse, invece, ci siamo bardate come marziane e ci siamo dati appuntamento in studio: un apparecchio può diventare un oggetto pericoloso in bocca».
Aggiornarsi è un imperativo per molte professioni, compresa questa. «Io sono in continua formazione – ammette Marta –. Adesso sto seguendo un corso sui disturbi del sonno curabili con tecniche ortodontiche. Migliorano la respirazione notturna». Sull’igiene orale i consigli sono semplici: due volte al giorno, mattino e sera. Ed entro i 6 anni fare la prima visita ortodontica, perché «tanti problemi possono già rilevarsi e sono affrontabili da subito o da tenere monitorati periodicamente».
La radice è la parte che non si vede, ma è da quella che il dente riceve vita. Ci sono tante, piccole e grandi radici nella vita di Marta. Adora la montagna: arrampicare e camminare. Ama il tennis e lo pratica. Fa yoga. Qualche tempo fa è stata dal Papa, con la Fondazione “La casa dello spirito e delle arti”, che si occupa anche di carcerati. Dice che è stato un incontro «bellissimo» e che il Papa ha una «mano soffice, calda e forte». Quando parla dei suoi figli, Marta si commuove. «Ho avuto il primo che è mancato subito, poi abbiamo fatto il percorso di adozione ed è arrivata Chiara, che oggi ha 15 anni e fa il liceo linguistico. Ci sarebbero anche qui delle storie da raccontare che hanno a che fare con le radici. Sono storie molto luminose».