musei

N.25 Novembre 2021

INTRODUZIONE

Luoghi di incontro (e di bellezza)

Boccaccio Boccaccino, "L'Annunciazione", scorcio del Museo Diocesano di Cremona

L’inaugurazione del nuovo Museo Diocesano all’ombra della Cattedrale di Cremona, oltre alla meraviglia per la straordinaria e in qualche misura sorprendente bellezza delle opere, e per la suggestione di un allestimento che lega in una spirale di armonia forme antiche e interpretazioni contemporanee, offre l’occasione per una riflessione sulla ragione stessa dell’apertura di un Museo.
Partendo proprio dagli scorci suggestivi riemersi insieme ad un corteo di capolavori dal piano seminterrato del palazzo vescovile, ci siamo così imbarcati in un viaggio con le vele gonfie di curiosità, su e giù per le strade e stradine del nostro territorio.
“Musei” è un titolo diverso dalle abituali “parole di Riflessi”: un luogo più che un concetto, metri quadrati più che riflessioni, oggetti più che suggestioni, pareti più che pagine (e – sì – qualcuna l’abbiamo colorata, a modo nostro).
La scaletta di questa edizione è nata sulla mappa. Eppure… eppure non ci ha privati del gusto un po’ mentale per l’insolito, la soddisfazione della scoperta e, alla fine, della sensazione che ci sarebbe altro da dire. Altre visite da prenotare.
Siamo stati a spasso tra ere geologiche e secoli d’oro (e d’oro matto), tra pietre ritrovare scavando e gioielli da portare al polso. Tanta bellezza (che i nostri fotografi hanno saputo cogliere “fuori catalogo”) ma anche lavoro, intuizioni, natura, scambi di idee, mammut, omini volanti, bellissime danzatrici, muri, vetrine, biciclette, i segreti del lino e i colori degli alberi.
Abbiamo provato a raccontare i grandi musei per la vita che fanno e non solo per gli oggetti che espongono. Abbiamo cercato le piccole collezioni che rendono unico un angolo del nostro territorio. Altri mancano all’appello, ma questo è solo l’inizio di un viaggio. «Andate avanti!», prendiamo in prestito l’invito di Papa Francesco al grande team dei Musei Vaticani, guidato da Barbara Jatta, prima donna direttrice delle collezioni dei pontefici, che ha raccontato a Riflessi come si cammina tra i sette chilometri del più grande museo al mondo.
«Avanti!». C’è una direzione: una tela dopo l’altra, un fossile dopo l’altro, una cornice d’oro, un fuso di legno, una biga in fiamme, una regione, una città, un paese dopo l’altro… Quello che abbiamo imparato è che un museo dovrebbe essere sempre aperto.
Aperto alle persone, agli incontri e a tutto ciò che gli sta attorno.
Aperto al dialogo con la storia, alla lingua del presente, alle battaglie che ci riserva il futuro.