partenze

N.37 Gennaio 2023

INNOVAZIONE

Conoscenza e coraggio di rischiare: così i giovani danno forma al futuro

Con Fabio Antoldi, coordinatore del corso di Innovazione e imprenditorialità digitale dell'Università Cattolica, parliamo di startup e della capacità dei giovani di cambiare il mondo attraverso il loro «desiderio di esplodere»

Pronti a partire, con lo sguardo rivolto verso il futuro.
È questo l’atteggiamento che Fabio Antoldi, docente della facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, chiede agli studenti del corso di laurea magistrale in Innovazione e imprenditorialità digitale, partito a Cremona ormai da due anni e di cui è coordinatore. Il focus è sulla costruzione di un mindset capace di creare e innovare.
Il che, spesso, fa rima con startup. «Una startup è uno sguardo che si alza e si dirige verso l’orizzonte — spiega Antoldi — e nasce dalla capacità di vedere ciò che gli altri non vedono ancora».

Ed è il mondo stesso, secondo il docente della Cattolica, a fare spazio a persone capaci di prendere in mano il proprio futuro e partire: «C’è un bisogno estremo di giovani talenti in grado di unire le giuste competenze tecnologiche al coraggio di spendersi in prima persona. Anzi, in Europa c’è un conflitto per accaparrarsi ragazzi aperti a cogliere le particolarità e le prospettive del cambiamento epocale che stiamo vivendo».

Ed è proprio da qui che tutto ha inizio.

La pervasività della tecnologia, le diverse applicazioni dell’intelligenza artificiale e l’enorme capacità di raccogliere e analizzare dati rendono i cambiamenti sempre più veloci ed accelerati. In questo contesto può apparire vincente la corsa di chi fonda la startup più digitalizzata.

La realtà, però, è ben diversa, secondo Antoldi. «La vera sfida non è la semplice generazione di un’app. È davvero in grado di partire chi sa creare prospettive di produzione che rispondano ai desideri degli imprenditori. In questo senso, la parola chiave su cui insistiamo nel nostro corso è “innovare”».
“Mutare uno stato di cose”, secondo il dizionario Treccani.
«Desiderio di esplodere», sintetizza invece il professor Antoldi.
Una definizione che porta con sé un intrinseco anelito di futuro. «Le startup innovative solitamente vivono una discreta prima fase di sviluppo. Soprattutto portano con loro un potenziale di crescita esponenziale. Il motivo di questa prospettiva è molto semplice: nel momento stesso in cui nascono, vanno a collocarsi in uno spazio ancora inesplorato».
La partenza, d’altro canto, non è l’unica parte del viaggio. L’idea brillante non è sufficiente, non basta. Ciò che oggi sembra essere richiesto a chi vuole fare impresa e innovazione è la preparazione, ovvero la capacità di individuare e raccogliere risorse, umane ed economiche.
Lo sguardo di chi desidera partire, però, in molte occasioni può essere velato dalla paura. «Chi ha il compito di cambiare il mondo — racconta Antoldi — deve invece essere una persona che ama il rischio, che non ha paura a muoversi in contesti di incertezza e ambiguità». Qui si colloca un punto focale. Ogni partenza porta con sé un timore: quello di fallire, di non essere all’altezza, di non farcela.
Di perdere.
«Quanto credi nel tuo progetto?».

«Quanto credi
nel tuo progetto?»

È la domanda che il professor Antoldi rivolge a chiunque abbia il desiderio di mettersi in viaggio. Insieme ad essa, un incoraggiamento. «La startup ideale, nel momento in cui vede l’idea, non fatica a trovare investitori. Oppure accetta di indebitarsi, perché crede nel percorso che ha tracciato e, di conseguenza, assume il rischio di investirci in modo consistente».
Gli ostacoli non mancano, ma, secondo Antoldi, «chi ha lo sguardo aperto al domani sa cogliere la prospettiva di un modello non capitalista in senso stretto, e sposa un progetto “distruttivo”, capace di annullare lo status quo per proporre qualcosa di nuovo».
Imprenditorialità e innovazione.
Desiderio di mettersi in gioco, di osare, di puntare su ciò che ancora non c’è. Servono le competenze. E serve coraggio. Ogni giorno, in aula, nei laboratori e ai tavoli con le aziende il professor Fabio Antoldi e l’Università Cattolica del Sacro Cuore cercano di formare e di stimolare proprio queste caratteristiche nei percorsi dei loro studenti. Giovani che sognano di iniziare un cammino. Pronti a partire, con lo sguardo rivolto verso il futuro.