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N.42 Settembre 2023

calcio giovanile

Cremona Youth Cup, il torneo che progetta il futuro

Ragioni e storia della piccola Champions League che, nata come reazione alle chiusure da lockdown, ha rimesso in campo la Generazione Z, con una formula e linguaggi nuovi che danno voce a una una community di teenager pazzi di calcio

Nella dolorosa raccolta dei ricordi legati alla pandemia, le vite in stand-by dei milioni di adolescenti chiusi in cameretta e la marginalizzazione dell’attività sportiva giovanile restano certamente tra le più desolanti esperienze di un periodo nefasto. Due anni di crescita e di esperienze rubati per sempre a quella che, fin dai primi giorni del convulso marzo 2020, venne ridotta allo stato di generazione fantasma.

Cosa resta di quel tempo, dunque, insieme ai morti, le terapie intensive al collasso, le strade vuote e i confini militarizzati? Innanzitutto, una tragedia socioeducativa. Un immenso vuoto espressivo e relazionale. Perché sì, la tecnologia avrà pur garantito preziosi surrogati come la Dad o le riunioni tra amici in video-chat. Ma in fondo, qualsiasi quindicenne privato dello sport finisce per essere un giovane essere umano che, al picco della sua fase evolutiva, sta realizzando solo in parte il proprio potenziale.

Spinti da questa convinzione, una volta ripiombati nell’ennesima ‘’Zona Rossa’’, con i campi da calcio deserti e gli spogliatoi chiusi per decreto governativo (i famigerati Dcpm), i vertici della Lega Nazionale Dilettanti di Cremona decisero che era giunto il momento di passare al contrattacco. Che proprio la sospensione forzata dei campionati stava offrendo l’opportunità di ripensare lo sport giovanile. E che un nuovo progetto, mai sviluppato prima nel nostro sonnacchioso habitat di provincia (il territorio”) avrebbe raccolto tutta l’energia soffocata dalle restrizioni, mettendo i ragazzi nati nel primo decennio del Duemila al centro della scena. Finalmente da protagonisti. Una sorta di mano tesa verso una generazione talvolta dimenticata, banalizzata sotto quintali di stereotipi, e infine isolata nel momento dell’emergenza.

In qualche modo, si intendeva restituire ai giovani la vita sottratta dal Covid-19, parlando il loro linguaggio, stimolando le loro ambizioni, ascoltando le loro richieste, collegando la loro passione ai più puri valori dello sport. Avvicinando insomma, per una volta, il grigio disincanto degli adulti ai sogni senza limiti dei ragazzi. Proprio nella fase più buia e frustrante del lockdown – quella segnata da una recrudescenza del virus apparentemente inesauribile – l’entusiasmo per il lancio di un evento senza precedenti avrebbe acceso un nuovo bagliore in fondo al tunnel.

Così è nata la Cremona Youth Cup. La competizione calcistica giovanile cui i media locali hanno affibbiato l’ammiccante etichetta di ‘’piccola Champions League’’ e che, nelle sue prime due edizioni, ha saputo coinvolgere 112 squadre e oltre 2.000 giovani calciatori cremonesi dai 14 ai 17 anni. Un torneo calcistico. O forse qualcosa di più.

Why not?

Gli esperti di marketing ripetono spesso che un manager americano, a fronte di una nuova opportunità, non chiederà mai ‘’Why?’’, bensì ‘’Why Not?’’. Perché no? Dov’è il problema? Perché non lo facciamo?

Ecco, è questo il tipo di approccio – inguaribilmente ottimistico, vagamente incosciente, forse visionario – che guidò i lavori della Delegazione L.N.D. di Cremona quando, senza alcun tipo di budget o sponsor, i suoi componenti iniziarono a pianificare la nascita della Youth Cup. Momenti nei quali, è doveroso ricordarlo, anche i più autorevoli report profetizzavano l’estinzione del 30% del movimento calcistico italiano e gli stessi dirigenti dei club, rassegnati, ripetevano che i cancelli dei loro impianti sarebbero rimasti blindati ancora a lungo.

Era il febbraio 2021.

In realtà, quelle oscure previsioni non si sarebbero mai avverate. La lunga notte pandemica si avvicinava alla sua fase terminale e l’alba non era più così lontana. Per farla davvero risplendere, in nome dei ragazzi cui il virus aveva tolto tanto, sarebbe però servito qualcosa di potente, inedito, attrattivo. A partire dal nome: internazionale, perché una Coppa della Giovent’ sarebbe suonata fastidiosamente novecentesca, e pur trattandosi di una manifestazione locale l’ambizione con cui la Cremona Youth Cup si presenta è quella di raccontarsi, e allargarsi, senza barriere. Come le molteplici piattaforme social tanto care alla Generazione Z, da Instagram a Tik Tok, che utilizzati dal divano di casa generano e lanciano contenuti destinati a diffondersi, potenzialmente, al mondo intero.

E poi il format ad eliminazione diretta, parallelo ai campionati giovanili ordinari, forse troppo, disputati per convenzione, ormai da decenni, nel placido torpore della domenica mattina, seguiti da poche decine di genitori assonnati.

Nella Cremona Youth Cup, al contrario, le categorie si rimescolano e il tabellone accoglie tutte le squadre Under 17 e Under 15 (un tempo si chiamavano ‘’Allievi’’ e ‘’Giovanissimi’’) dei club dilettantistici, di livello Regionale o Provinciale, come nella magica FA Cup inglese. L’idea è garantire anche alla piccola società d’oratorio il diritto di sfidare e magari battere il Golia di turno.

Il torneo viene quindi concepito come un lungo viaggio che, aprendosi a settembre con i primi turni preliminari, si snoda attraverso sfide dirette nel profumo dei giovedì sera primaverili, sotto la luce dei riflettori, sull’erba spelacchiata o sintetica degli stadi periferici della provincia. E così facendo, replica nel piccolo la magia e il brivido delle coppe europee – perché no? – lungo il cammino verso le finali, programmate nella sede fissa della città-capoluogo. Grazie alla collaborazione con l’U.S. Cremonese, sia nel 2021-2022 che nel 2022-2023 il Centro Sportivo Giovanni Arvedi spalanca le sue porte al popolo dei dilettanti per l’atto conclusivo del torneo. La prima edizione vede il Crema 1908 trionfare nella categoria Under 15 e la Luisiana di Pandino nell’Under 17; la seconda, coronata dalle finali dello scorso 2 giugno, celebra ancora una volta la competitività del settore giovanile del Crema, che si impone nelle due categorie. La Youth Cup si racconta come il torneo della rinascita post-pandemica, innanzitutto un evento dal forte impatto sociale, eppure saremmo ipocriti se raccontassimo che il risvolto tecnico della manifestazione è marginale. In soli due anni di esistenza il torneo si è trasformato in una vetrina importante, lanciando giovani promesse verso palcoscenici di prestigio. È il caso di Nicolò Abbà del Crema, passato dai campi della Youth Cup a quelli della Serie D e alla maglia azzurra della Nazionale Dilettanti; e di Riccardo Pavesi, acquistato dall’Inter pochi mesi dopo aver alzato la coppa da capitano della Luisiana Under 17 e tornato sui campi del Centro Arvedi, stavolta in maglia grigiorossa, in prestito dai nerazzurri alla Cremonese.

Sono loro, i testimonial freschi di una manifestazione che in breve tempo ha fatto breccia nel cuore dei giovani, e che tuttavia, ancora acerba, imperfetta, migliorabile, la Delegazione ha voluto riformare, per la sua terza edizione, dividendo i club per ranking su due livelli (Lega A – Lega B) e raddoppiando i trofei in palio. Con l’aspirazione di rendere la Youth Cup 2023-2024 ancor più equilibrata, inclusiva, democratica. Ma ancor di più, una volta descritta tutta la bellezza dei fatti di campo, la Youth Cup intende diventare altro. Una sorta di laboratorio. Un veicolo di innovazione per il calcio dilettantistico del futuro.

Il futuro non è un’opzione

Da vecchi ragazzi di provincia appassionati di calcio, ci siamo affezionati a tornei disputati su qualche sperduto campo parrocchiale, intitolati alla memoria di un brav’uomo che non abbiamo mai conosciuto. Questi tornei si concludevano con qualche applauso, una cerimonia di premiazione silenziosa, nei migliori casi accompagnata dalla voce di Freddy Mercury sulle classiche note di ‘’We Are the Champions’’ e il preziosissimo incasso del bar a rimpolpare le casse della locale società. Nelle righe che evocano lo scenario appena descritto non c’è alcuna forma di snobismo: grazie al cielo, tradizioni di questo genere non hanno ancora conosciuto il loro tramonto, anzi continuano a costituire una fonte di auto-sostentamento fondamentale per le piccole associazioni sportive.

Fin dal calcio d’inizio della sua partita inaugurale, tuttavia, la Cremona Youth Cup ha cercato di essere qualcosa di differente. Un evento contemporaneo. Non paludato. Concepito secondo le esigenze e i canoni estetici dei suoi giovani protagonisti. Immerso nel tempo che viviamo. Ma soprattutto, con lo sguardo rivolto al futuro. E qui, probabilmente, arriviamo al punto cruciale del progetto targato LND Cremona.

Quello che spesso idealizziamo genericamente come ‘’futuro’’ è infatti la dimensione prossima in cui i nostri ‘’adolescenti fragili’’ costituiranno la forza motrice della società, condividendo luoghi di lavoro, spazi, servizi con coloro che oggi riconosciamo quali ‘’adulti responsabili’’. Senza investimenti lungimiranti, però, le generazioni resteranno distanti e il mondo che abiteremo sarà verosimilmente un posto peggiore. Di sicuro, più disfunzionale e frammentato.

Il futuro non è un’opzione.

Nell’epoca della denatalità e della crisi demografica, ogni adolescente è un tesoro da custodire come un giacimento di petrolio. E in questa direzione lo sport giovanile, insieme ad una solida istruzione scolastica, può essere il più straordinario tra gli strumenti formativi. Senza troppa retorica, chiunque sia mai stato su un campo da calcio o da basket o da pallavolo è consapevole della potenza formativa che una disciplina di squadra o qualsiasi altro genere di attività agonistica può sprigionare. Non parliamo di performance, o di costruire i Messi o i CR7 del domani, bensì di educazione, di aggregazione, di addestramento alle regole condivise della vita o al lavoro di squadra del posto di lavoro. Esattamente il messaggio che la Lega Nazionale Dilettanti, ovvero il più numeroso ente di promozione sportiva d’Europa, attraverso la Youth Cup, intende trasmettere con la massima forza ai 10.000 tesserati delle società calcistiche della provincia di Cremona (oltre un milione in tutta Italia tra giocatori, tecnici, dirigenti e volontari).

Non un semplice torneo tra formazioni giovanili, ma una piattaforma per la diffusione di valori e cultura sportiva a trecentosessanta gradi.

Fedele a questa visione, fin dall’edizione di lancio della competizione lo staff organizzativo assegna un Premio Fair Play associandosi alla Federazione Medico Sportiva Italiana nel ricordo di Rosario Gentile, storico medico del Pizzighettone deceduto proprio a causa del Covid. Nell’edizione 2021-2022 il premio ha sottolineato il gesto di grande sportività di Nicola Ferrari, giovane calciatore del Castelverde che, al culmine di un’intensa sfida contro l’Offanenghese, ammise di aver toccato il pallone e così invertì una decisione dell’arbitro, concedendo un pericoloso calcio piazzato in favore degli avversari.

Un anno dopo, lo stesso riconoscimento è andato alle società Ripaltese e Casalbuttano, artefici di un toccante gemellaggio in memoria dell’ex calciatore Paolo List.

La missione valoriale della Youth Cup è testimoniata anche dall’istituzione del ‘’Premio Gianluca Vialli’’, ricevuto dal giovane attaccante del Crema 1908 Riccardo Raimondi, classe 2008, miglior marcatore dell’ultima edizione Under 15. Un altro ponte tra campo e dimensione etica, edificato grazie alla collaborazione tra Delegazione e famiglia Vialli con il proposito di associare la figura di Gianluca, «l’uomo nell’arena», alla bellezza del calcio giovanile, lasciando i suoi insegnamenti in eredità a migliaia di adolescenti.

Se siete arrivati fin qui e ancora non vi è chiaro cosa sia la Cremona Youth Cup, recatevi sulla pagina Instagram del torneo e scorrete le foto, le stories, i reel. Le reazioni dei club e dei giovani atleti. Nascosti tra centinaia di post, troverete i volti dei suoi protagonisti, sorridenti o delusi o trasfigurati da uno sforzo. Il video di un gol bellissimo o la stretta di mano tra due avversari. Il link alla colonna sonora ufficiale del torneo. Le finali della passata edizione trasformate in un fumetto.

Troverete il linguaggio scelto dallo staff per parlare alla Generazione Z, lontano dai veleni rancorosi di tante tribunette abitate da genitori indiavolati. La tensione verso un cambiamento di toni e di approccio allo sport. E poi gli indizi, disseminati qua e là, ad anticipare nuovi progetti in cantiere per lo sviluppo della manifestazione. L’apertura di un sito internet tutto dedicato al torneo. La trasformazione della Youth Cup in un media, una community, la voce di una generazione di teenager pazzi di calcio. E ancora: lo sviluppo di un piccolo merchandising e di una rete di sponsorizzazioni, l’allestimento di una fanzone alla vigilia delle prossime finali, proprio in Piazza del Comune, ai piedi del Torrazzo e della magnifica Cattedrale, per moltiplicare l’interesse e l’impatto sulla città.

Figlia di un sogno di mezza pandemia, la Cremona Youth Cup ha inaugurato da poche settimane la sua terza edizione e continua a galoppare fiduciosa verso orizzonti inesplorati. Con il sogno, un domani nemmeno troppo lontano, di espandere la sua narrazione anche oltre i confini provinciali. In fondo, come direbbero in via Morbasco, sede cremonese della LND, perché no?