giochi

N.30 Aprile 2022

INTRODUZIONE

La vita è un gioco?

La Cattedrale di Cremona ricostruita con i mattoncini Lego ed esposta per l'edizione 2022 di CremonaBricks / foto Federica Cattagni (leggi QUI il servizio dedicato)

La mia consolle aveva 8 bit. Forse per questo preferivo il flipper dell’oratorio. La conferma – una volta in più – che quando ripenso ai giochi della mia infanzia in un modo o nell’altro sembra dovesse esserci comunque una palla: il Tango al campetto, la “pressata” di carta da quotidiano e scotch da imballaggio per far gol sotto la sedia, quella di gomma pane con cui perfino i pupazzetti dei puffi diventavano calciatori sul tavolo della cucina. Grande Puffo arbitro, Gargamella capitano degli “altri”.
Ma… “Qui non stiamo mica giocando”. Eh no, oggi siamo gente che si prende sul serio, non ha tempo da perdere, fa i conti con un mondo tragico che non ammette distrazioni. Adulti.
Il gioco (e i giochi) finiscono così ad occupare qualche angolo della memoria, dettagli colorati di una vita fa che però restano lì, immobili come quando rotolavano sotto al divano e aspettavano pazienti l’occasionale ritrovamento. Ecco: chi passa oggi per noi il colpo di scopa che fa riemergere dal buio i nostri giochi?
Ai quattro protagonisti della clip che apre le storie di questa edizione di Riflessi, abbiamo dato una mano noi, chiedendo di portare il loro frammenti colorati davanti alla telecamera, per scoprire dove si era nascosto il bambino che sognava di volare (con un aereo o sulle spalle di Buzz Lightyears) o la bambina che pettinava Camilla, la bambola quarantenne che oggi condivide il cuscino con la figlia… di quella bambina.
Basta un attimo a capire che non è il tempo che passa a far finire la partita. Non è il caso di perdersi in nostalgie (anche se – ammettiamolo – i pupazzetti di Braccio di Ferro e Olivia e le vasche di Lego fan tremare la palpebra a più di un boomer) e non è il caso di farne una questione di “cose”.
Dal legno ai pixel, dalla plastilina agli avatar, quello che fa il gioco è tutto il resto: l’attesa, l’immaginazione, il divertimento, la mente sgombra, la voglia di condividere, le regole da rispettare e quelle da riscrivere, la paura spinta lontano.
Non abbiamo smesso di giocare. Qualche volta però ce ne dimentichiamo. E allora finisce che scambiamo il gioco per qualcos’altro. O – e forse è ancora peggio – per scambiare tutto il resto per un gioco.
Tra le pagine di questa edizione, accanto ai teneri ricordi, ai sorrisi dei piccoli, ai campetti dell’oratorio, agli eroi da videogames e alle strategie creative dei giochi da tavolo, incontriamo il gioco che allontana dalla realtà e imprigiona, quello che se non facciamo attenzione la deforma e ci inganna, quello in cui conta solo il risultato finale.
No, la vita non è un gioco. Non serve aspettare di diventare adulti per impararlo. Ne è semplicemente una parte. Una parte bella, necessaria, adatta ad ogni età, con le sue regole, i compagni e gli avversari. Partite che iniziano e finiscono, per poter ricominciare, poi. Per non restare ricordi. Per non confondere l’inganno della finzione con il potere della fantasia.