mode

N.08 Febbraio 2020

INTRODUZIONE

È quello che fa per te

Denijs Calvaert "Diana che si Abbiglia" (sec. XVIII) © Sistema Museale della Città di Cremona Museo Civico "Ala Ponzone"

Seguire la moda. Essere alla moda. Passare di moda. E ricominciare.

Per quanto appaia incollata a schemi ed etichette e per quanto dia l’impressione di una gabbia fatta di cornici rigide e insiemi replicabili, la moda ha a che fare con il movimento: colori, tessuti, abitudini, intercalare… tutto ci orienta e intanto sfuma, si contamina, torna.

Per la moda non serve un occhio puntato, serve uno sguardo elastico, attento, inquieto. Per seguire il mutare: del gusto o del mercato, della tecnologia o linguaggio. Delle età della vita, perché le mode raccontano il mondo – «sono eco dell’uomo e della sua storia», come scrive don Claudio Rubagotti, sacerdote e stilista – dunque con noi stessi, così impegnati a giudicare (superficialmente) la superficialità delle “mode degli altri” rivendicando la libertà di una vita senza modelli. «Rassegniamoci» – per dirla con Dorian Gray – c’è per ciascuno di noi un luogo e un tempo per essere “alla moda”.

E allora sono le mode a mettere in catene la nostra libertà, oppure sono lo spazio entro cui l’arbitrio di esprime, addirittura sceglie?

Che male c’è, in fondo, se la moda “no waste” assomiglia al modo di fare la spesa dei nostri nonni, se – a pensarci bene – un “Friday” del futuro assomiglia a un qualunque venerdì al mercato con la borsa di tela e la bottiglia di vetro da riempire alla fontana del paese? È il senso che la nostra vita dà a quei gesti e a quegli oggetti a fare la differenza. A rompere gli schemi e marcare il cambiamento.

Serve in fondo uno sguardo che sappia alzarsi sopra le stelle piatte degli oroscopi, e sappia affondare sotto i cumuli di scarto, rovistare tra la carta e scoprire che riusare è meglio che riciclare, che dietro un’idea cool può nascondersi una storia in attesa solo di essere scoperta. E raccontata.

Ci siamo noi, dentro la moda, sotto le mode, oltre le manie. C’è la boutique che dispensa eleganza facendo del bene ai vestiti dimenticati e alle persone fragili, c’è il tempo libero di nostro figlio (e il suo bisogno di attenzione tutt’altro che virtuale) che ci sfugge tra le clip gettate in rete con l’ultima app arrivata dalla Cina, c’è lo sport importato dal Messico che può cambiare il ritmo al nostro, di tempo libero, e farci perdere qualche chilo, senza ingozzarci di cipolla o di carbone detox come insegna la dieta, l’ultima dieta, quella che non hai mai provato ma ti ha già convinto.

È quello che fa per te. Oggi. Poi passa. Mai inosservata.