aria

N.39 Marzo 2023

GUARIGIONI

«Il respiro ritrovato mi regala il valore di ogni istante»

L’esperienza di Letizia Papa, sopravvissuta ad una grave polmonite. «Oggi voglio vivere la vita senza arrabbiarmi. Non voglio più perdere tempo»

Letizia Papa

La si dà per scontata, come tante cose importanti della vita, ma senza aria non si può vivere». Letizia Papa l’ha sperimentato sulla pelle, qualche tempo fa. «Senza respiro viene il buio. Ho smarrito le certezze e perso la lucidità, semplicemente perché l’aria mi mancava». La voce è ancora affaticata, i segni della polmonite che l’ha colpita ancora si avvertono. «Avevo la febbre alta da giorni e non mi alzavo dal letto. Mi sono accorta di quanto realmente mi mancasse il respiro quando sono andata in ospedale».
Dopo una diagnosi rapida e una notte in pronto soccorso, è stata accolta nel reparto di pneumologia del nosocomio cremonese. «Quando mi hanno detto che avrei dovuto mettere la Cpap (una macchina che garantisce la ventilazione durante il sonno attraverso una maschera) mi sono spaventata. Poi ho capito che era una necessità. Mi sono fidata dei medici e sono tornata a respirare: è stato come risvegliarsi da un incubo. Tutto questo ha risvegliato in me il ricordo della prima immersione. Ho provato la stessa sensazione: la Cpap mi aiutava a respirare». E a riemergere dal buio. «Oggi posso dirlo, è stata indispensabile, al pari della cura prestata da tutti gli operatori del reparto. Mi sono sentita accolta in modo materno, chiamata per nome. Anche questo mi ha dato respiro».

Mentre tiene tra le mani le fotografie dei suoi viaggi, piomba il silenzio. «Credo che questa esperienza mi abbia cambiata. Ora ho bisogno di tempo, non posso vivere la vita frenetica di prima». Letizia è vicesindaco e assessore ai servizi sociali, famiglia e istruzione del comune di Seniga. «Non stavo ferma un attimo. Ora preferisco annoiarmi, recuperare tempo per ritrovare le forze».
La riabilitazione respiratoria sarà il prossimo step, «i primi giorni a casa sono stati difficili. Serve tempo». È stato come perdere tutto. «Convivo con un’altra patologia, l’artrite reumatoide, ma non è stata la stessa cosa». Per la prima volta, «non mi sono sentita padrona della situazione, non avevo il controllo neanche del mio respiro». L’artrite è altro, «nonostante aggredisca senza preavviso, si può gestire. Non fa mancare l’aria».
Non fa capire che tutto può finire. In un soffio. «La situazione era seria, ma non ho avuto paura di morire. Mi ha aiutata la fede, mi sono spesso ritrovata a pregare». Ora c’è la vita, ancora da vivere. «Come l’altro ieri, ma facendo una cernita più severa: il nostro tempo è limitato e quindi prezioso. Non si può perdere in arrabbiature o rimproveri, bisogna vivere». Per davvero. Un soffio dopo l’altro.