velocità

N.49 aprile 2024

riflessi incontra

La sfida di Pro Cremona: da zero a cento (emozioni) in 9 secondi

Filippo Mondini racconta il lavoro di squadra che porta a condensare un racconto nel breve tempo di un videoclip sui social media

Ci sono istanti che possono durare ore e storie lunghe una vita condensate in una manciata di minuti.  Può sembrare una magia, ma è la professione del videomaker, artigiano digitale in grado di giocare con il tempo e lo spazio. Un’alchimia fatta di sensibilità, cura e lavoro di squadra, in cui ogni competenza contribuisce al risultato.

«Difficilmente si riesce a capire quanto lavoro e quante persone stanno dietro un video», afferma Filippo Mondini, fondatore di Po Cremona, start-up produttrice di contenuti digitali che l’anno prossimo compie dieci anni. L’avventura nel mondo dell’audiovisivo inizia nel 2015, con l’idea di raccontare la storia della sua città. «Dal 218 avanti Cristo ad oggi», ricorda il claim del progetto. «Sette puntate da cinque minuti l’una – commenta – all’epoca sembravano pochi… oggi sono un’eternità, considerando che la soglia di attenzione media dei fruitori non supera i nove secondi e sta calando ancora».

Un cambio di passo incalzato dalla rivoluzione digitale, che ha rivoluzionato canali, logiche e modalità di fruizione e interazione. Gli strumenti diventano sempre più compatti e performanti, per accorciare i tempi garantendo il massimo risultato.

«Realizzare prodotti efficaci è un sfida», prosegue Filippo. «Oggi bastano pochi passaggi per realizzare e condividere un contenuto multimediale in autonomia, e possono farlo tutti. Fare questa professione significa interrogarsi ogni giorno sul valore della velocità. Ciò che vedi accadere in un minuto di video può essere frutto di ore o settimane di lavoro, fatto da un team di professionisti, in cui la qualità rischia di essere appiattita sua linea del “tutto è subito”». 

Raccontare una storia attraverso le immagini implica una grande responsabilità: «Significa decidere cosa tagliare e cosa tenere – specifica Filippo – e questa selezione incide radicalmente sul modo in cui sarà percepita la storia che raccontiamo». Così è stato per il

mini-documentario che racconta 120 anni di Cremonese, dagli esordi della squadra ad oggi in soli 7 minuti. Immagini, parole e ricordi condivisi da generazioni di tifosi e appassionati, al contempo protagonisti e spettatori.

«Sai di aver fatto un buon lavoro quando chi lo guarda si emoziona» aggiunge il giovane. La mente corre all’immagine della violinista Lena Yokoyama sul tetto dell’Ospedale di Cremona, in piena pandemia. «Silenzio, musica e la bellezza della nostra città».

Ai professionisti del digitale resta il compito di plasmare il tempo per farne valore. «Proprio come fanno gli artigiani» aggiunge Filippo, che svela una sua nuova passione. «Nei momenti liberi mi diletto a costruire un violino, affiancato da un maestro liutaio. È un modo per rallentare, per cambiare passo. Nella vita quotidiana tendo a correre tanto, mi piace vivere a mille e riempire la giornata di cose da fare, ma spesso dimentichiamo quanto è importante sapersi fermare, imparare di nuovo ad annoiarsi. È un piacere spesso sottovalutato, che può aiutarci a riportare equilibrio nella frenesia quotidiana». 

Per correre c’è sempre tempo. «Come Valentino rossi! – scherza Filippo – per me è l’immagine della velocità è una Yamaha blu, simbolo di chi è disposto a tutto per inseguire una passione. Penso sia un buon esempio: affrontare la velocità significa raggiungere il tuo limite, e capire se sei disposto o meno a superarlo».