giochi

N.30 Aprile 2022

RUBRICA

La mia porta dei sogni

montaggio video di Giulia Barbieri

Il destino dei giocattoli è lasciare un’impronta nella fantasia dei bambini che li possiedono. Sono la chiave per aprire le porte dell’immaginazione e lasciarsi trasportare verso mondi magnifici. C’è chi sogna di indossare la maglia della squadra del cuore, chi un casco da pilota o un elmo da guerriero medievale, in grado di trasformare la cascina dei nonni in un castello incantato o in una città perduta.

Andrea Conti fa ondeggiare una macchinina rossa sul palmo della mano. L’ha scelta perché ama viaggiare: quel giocattolo richiama al contempo la sua infanzia e la metafora del viaggio che l’ha portato dal campetto di basket ai vertici della Vanoli. Cestista ed ex General manager del team cremonese – oggi della Pallacanestro Varese – avrebbe voluto fare il pilota di aerei, ma la vita l’ha portato ad inseguire la passione per lo sport, in cui il “gioco” si fa serio e diventa una professione.

Nicoletta Tosato – invece di fare l’astronauta – ha scelto di approdare nel mondo della televisione con il desiderio di lavorare dietro le quinte, senza immaginare che un giorno sarebbe finita di fronte alla telecamera. Oggi si definisce “giornalista per caso”, professionista e appassionata del lavoro con cui ogni giorno porta un sorriso nelle case dei cremonesi. Lo racconta mentre stringe la sua bambola preferita, ribattezzata Stella dalla sua bambina, che oggi se ne prende cura.

Giovanni Schintu, gestore del cinema teatro Filo di Cremona, non avrebbe mai pensato di gestire una sala cinematografica. Da bambino amava costruire castelli e astronavi con i Lego, sognando avventure e mondi immaginari. Nel tempo, i mattoncini colorati si sono dispersi passando di mano in mano, cambiando case e proprietari. Prima ancora che arrivasse il cinema, per Giovanni c’era la voglia di esplorare il mondo, armato solo di fantasia. La stessa che oggi lo accompagna nella magia dello schermo o del palcoscenico, da regalare agli occhi della platea.

Filippo Mondini porta con sé una maglietta della Cremonese – tra le sue passioni – e un pupazzo di Buzz Lightyear, iconico personaggio di Toy Story, il primo film d’animazione realizzato interamente in digitale. Una svolta che l’ha affascinato fin da bambino, aprendo la mente e la strada verso ciò che poi ha costituito il suo percorso di studi e lavoro. «Siamo diventati grandi insieme», confessa osservando il vecchio Buzz, che a casa ha uno scaffale dell’armadio tutto per sé.
Non importa quanti anni siano passati: questi giocattoli sono rimasti con loro. Come le biglie di Toodles nel film Hook capitan Uncino sono pensieri felici che racchiudono la voglia di volare (anche solo con la mente) verso nuove avventure, tutte da costruire. Consapevoli che la vita è come un lego dai pezzi illimitati: le istruzioni aiutano, ma quando cambiano i piani basta buttare il foglio e improvvisare. Citando Buzz, «verso l’infinito e oltre».