carta

N.31 Maggio 2022

STORIE

Con il Filo di Flavia rinascono cose e persone

Flavia Cappelletti è nata con una tetraparesi ed è Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica. Ha fondato un'associazione che propone laboratori creativi per persone con disabilità , perché «tutti possiamo fare qualcosa per gli altri». Ogni piccolo pezzo di carta è occasione di bellezza

Flavia Cappelletti durante l'intervista nel suo laboratorio

Le dita si rincorrono. La carta di giornale arrotolata genera piccoli tondini. La colla fa il resto. Poco dopo prende forma un vassoio, uno svuotatasche. Sul tavolo, restano gli scarti. «Anche quelli si possono riutilizzare». Flavia Capelletti sorride, muove le mani con precisione e genera bellezza. A partire dalle cose, da tutte le cose. «Perché come tutte le persone possono dare vita a qualcosa di bello. Possono essere dono, nella semplicità». La sua, di semplicità, si racconta a Vailate, nel cremasco, in una casa di tanto tempo fa.
Il laboratorio è un insieme di creazioni. «Scusate il disordine, ma non ho voluto presentarmi diversa da quella che sono: disordinata, sorridente, mai ferma. Sono questa, in mezzo al mio caos di cose da creare. Perché, quando la vita prende forma, cambia in meglio anche quella degli altri».
Ad alcuni, parlare di vita riguardo alle cose potrebbe apparire un’esagerazione. «Sono consapevole che non siamo fatti di cose, siamo fatti di spirito, ma è meraviglioso pensare di dare una seconda opportunità alle cose. Figuriamoci alle persone».
Vicino al tavolo, è posizionato un deambulatore. Poco più in là c’è anche Life, «non un semplice cane, il mio compagno di avventura. Mi aiuta a fare le lavatrici e a mettere ordine in casa. Evito solo di farlo entrare nel mio laboratorio, quello è uno spazio mio». Da proteggere, ma anche da condividere.

«Sono nata con una tetraparesi spastica. Da piccola non avevo chiara l’idea della normalità. Per me la mia vita era una figata. Ho capito che c’era qualcosa di diverso quando a scuola gli altri correvano forte e io camminavo a malapena. Lì ho compreso che non era un gioco». Poi è arrivato il tempo della fisioterapia. «Provavo fastidio quando vedevo gli altri divertirsi, mentre io ero chiusa in palestra o in ambulatorio a fare terapia. Invecchiando poi, ho capito di avere tra le mani un dono. Perché la vita è un dono da plasmare ogni giorno». Per alcuni questa è accettazione, per altri consapevolezza: «Non sono la mia disabilità. Vivo, anche con la mia disabilità».

«È meraviglioso pensare di dare
una seconda opportunità alle cose.
Figuriamoci alle persone»

Non guarda la vita scorrere, preferisce respirarla in ogni angolo. Anche quando tira vento forte o tempesta. Il segreto è trovare la bellezza ovunque. Perché c’è. «Anche in un semplice foglio di giornale». E questa meraviglia va condivisa. «Il Filo, l’associazione che presiedo, è nato a partire da questa considerazione. Unisce le persone, dà speranza. Unisce le cose alle persone. Mira a far rinascere le cose per far rinascere le persone». Tutte, nessuno escluso. «Oltre la visione assistenzialistica che vuole che la persona con disabilità debba essere semplicemente aiutata vive in ognuno di noi il desiderio di essere utile al prossimo. Di fare la differenza nella vita degli altri: non siamo degli scarti». Flavia lo dimostra da tempo organizzando laboratori creativi per persone con disabilità, «o meglio, con amici che vogliono condividere con me la passione di creare, ognuno nel rispetto delle proprie attitudini, peculiarità e personalità. Perché la verità è che ciascuno di noi è speciale, ma non perché vive con una disabilità. Perché ogni giorno a modo proprio trova il coraggio di fidarsi, di sorridere. Di aiutare gli altri».

È questa la mission del Filo. «Aiutare e allungarsi ogni giorno per raggiungere luoghi lontanissimi. Con l’aiuto della carta, di oggetti creati a partire da materiale da riciclo, per regalare un sorriso in ogni luogo. Con il Filo aiuto tutti, non solo le persone con disabilità. Aiuto la società a capire che tutti possiamo fare qualcosa per migliorare la vita a partire da un semplice pezzo di carta. Che ciascuno di noi può davvero fare la differenza».
Il Filo di Flavia ha raggiunto Amatrice, nei giorni del terremoto, i profughi in Siria, i ragazzi del centro diurno disabili “Il Sole” di Crema «con cui lavoro da una decina di anni», le bancarelle posizionate in diversi paesi del Cremasco. Flavia ha ottenuto l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. «Non mi pongo limiti, il bene non ha confini. Ogni parte del mondo e ogni persona meritano opportunità. Meritano la bellezza delle cose semplici: questa è la parte meravigliosa dalla vita».
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