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N.42 Settembre 2023

territorio

I nostri valori a servizio delle persone. La missione della Fondazione comunitaria

È in grande crescita l'attività della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, sempre più presente al fianco dei progetti che sostengono il patrimonio territoriale e – sempre di più – le iniziative a favore dei più fragili

Nata nel 2001, la Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona Onlus è parte del progetto di Fondazione Cariplo ed è un mezzo di valorizzazione della cultura del dono e di diffusione della filantropia a livello locale. La Fondazione si prende cura della propria comunità territoriale, raccogliendo donazioni da investire in progetti locali di carattere sociale, volti a migliorare la qualità della vita delle persone.

L’attuale capitalizzazione della fondazione deriva dalla promessa iniziale di Cariplo di un capitale di circa 5 milioni di euro se essa fosse riuscita a raccoglierne altrettanti sul territorio attraverso donazioni e lasciti. L’obiettivo fu raggiunto alla fine del 2012 e, ad oggi, la Fondazione mette a disposizione della comunità cremonese un patrimonio inalienabile di circa 15 milioni di euro, con la cui garanzia la Fondazione si fa tramite tra chi vuole donare per finanziare progetti di solidarietà o di recupero di beni culturali nella provincia di Cremona e le organizzazioni non profit che quei progetti possono realizzare.

I settori in cui possono essere presentati progetti alla Fondazione sono molteplici: assistenza sociale e socio-sanitaria; Istruzione e formazione; sport dilettantistico; tutela, promozione, valorizzazione del patrimonio storico e artistico; promozione della cultura e dell’arte; tutela, promozione, valorizzazione della natura e dell’ambiente.

Nell’arco di questi primi ventidue anni la Fondazione ha già reso possibili molti progetti e molte iniziative, mettendo in Rete le organizzazioni che li hanno realizzati e sostenendole con le donazioni ricevute. Insieme al Presidente Cesare Macconi abbiamo fatto il quadro delle possibilità e delle opportunità di progetti, finanziamenti e bandi della Fondazione Comunitaria, che nel tempo ha preso sempre più coscienza del proprio ruolo e della propria vocazione.

«Stiamo cercando di valorizzare al massimo ciò che facciamo, non limitandoci più a richiedere alle organizzazioni attuatrici la mera rendicontazione economica di quanto finanziato e speso per i singoli progetti, ma anche una forma di reportistica che metta in evidenza il raggiungimento degli scopi e il “valore” che è stato generato con quella attività».

Nel corso dell’anno la Fondazione propone due bandi verso l’esterno, uno in primavera e uno in autunno, con un valore di circa 350 mila euro ciascuno, che consentono di finanziare progetti di recupero di beni storici ambientali, ma anche progetti per il contrasto alla fragilità sociale, come l’acquisto di mezzi per le non profit, «soprattutto ora che la crisi pandemica ne ha accelerato il deperimento e che in molti casi ne richiede la sostituzione».

Un’altra tipologia di bandi è quella degli “Interventi Emblematici Provinciali”, progetti particolarmente rappresentativi che hanno un impatto significativo sulla qualità della vita della comunità e sulla promozione dello sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.
A questa voce vengono solitamente destinate cifre nell’ordine dei 400 mila euro, ma quest’anno la Fondazione Cariplo ne ha destinati al territorio provinciale di Cremona oltre 600 mila, in recupero di un paio di progetti che lo scorso anno non erano passati.
Nel 2025 saranno varati gli Emblematici Maggiori, che porteranno sul territorio della provincia di Cremona 5 milioni da Fondazione Cariplo e circa 3 milioni da Regione Lombardia. Una cifra importante con cui si potranno finanziare progetti di dimensioni significative, come ad esempio avvenne con il recupero in Via Martiri di Sclemo di Casa San Facio, una struttura che consta di nove appartamenti per oltre venti posti letto per studenti universitari fuori sede.

«Ovviamente siamo contenti quando riusciamo
a tenere in piedi una chiesa o a recuperare dei monumenti storici,
ma la direzione che stiamo sempre più intraprendendo
mette al centro le persone
e riuscire a realizzare progetti importanti per loro
ci riempie di soddisfazione e orgoglio»

Cesare Macconi

«Oggi la Fondazione Comunitaria ha iniziato ad essere riconosciuta come realtà capace di intervenire sul territorio in modo importante e capace di spaziare in molti ambiti», continua Cesare Macconi, «mentre fino a pochi anni fa i lasciti venivano fatti prevalentemente alla Fondazione Città di Cremona, cui venivano destinati terreni, immobili e importanti somme di denaro. Su questo siamo molto indietro rispetto a realtà come Brescia o Lecco, le cui Fondazioni Comunitarie raccolgono milioni di euro, ma stiamo crescendo».
Un primo lascito alla Fondazione Comunitaria fu fatto per circa 15 mila euro, ma recentemente ne è arrivato anche uno da 180 mila, racconta ancora Macconi, «lasciati dalla professoressa Gentilina Cella per il recupero di beni storici della città di Cremona. Si è recentemente riunita la commissione che valuterà l’impiego di parte di questo lascito per finanziare un primo progetto per il recupero della quota parte di cotto cremonese di palazzo Fodri».

Su questo aspetto la Fondazione sta lavorando molto, perché è dall’esempio di chi ha già fatto un lascito testamentario e da ciò che ne è poi scaturito che possono arrivare ulteriori disponibilità. «Insieme a Fondazione Cariplo ci avvaliamo della consulenza del prof. Stefano Malfatti, esperto in fundraising, in strategie finalizzate al coinvolgimento di grandi donatori e all’implementazione dei lasciti testamentari, con il quale abbiamo anche organizzato un seminario a Cremona che ha avuto un buon riscontro in termini di partecipazione, con oltre una trentina di presenze».

Chi decide di fare un lascito testamentario non deve necessariamente destinare tutto il proprio patrimonio alla Fondazione e può liberamente scegliere cosa destinare: soldi, oggetti preziosi, appartamenti e tutto ciò che possa contribuire ai suoi scopi e progetti.

Uno degli impegni di questi ultimi anni è anche la ricerca di collaborazione tra fondazioni su progetti che possono essere portati avanti in sinergia. «È qualcosa che da sempre suggeriamo alle realtà che partecipano ai nostri bandi e che sosteniamo, ma ora abbiamo imparato a farlo anche noi fondazioni, scambiando pareri e cercando di portare beneficio a tutti e di collaborare, ove possibile».

Un progetto collaborativo è stato recentemente portato avanti con le fondazioni di Mantova, capofila, e Brescia sulla povertà educativa, Non uno di meno – la scuola senza cattedra, nato per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico tra gli adolescenti dai 14 ai 17 anni. Dal progetto è anche scaturito il docufilm “Qui quasi un inizio” della Camarada Film di Sol Capasso, con la regia di Mattia Cabrini e le coreografie di Marianna Bufano e Chiara Servalli, oltre a una bella collaborazione tra diverse realtà come Il Laboratorio, la Compagnia dei Piccoli e la Cooperativa Cosper.
«Ovviamente siamo contenti quando riusciamo a tenere in piedi una chiesa o a recuperare dei monumenti storici», continua Macconi, «ma la direzione che stiamo sempre più intraprendendo mette al centro le persone e riuscire a realizzare progetti importanti per loro ci riempie di soddisfazione e orgoglio, soprattutto in un momento storico come questo».

Va in questa direzione la collaborazione con la Fondazione Banco dell’energia Ente Filantropico, ente promosso da A2A, dalle sue Fondazioni e da Edison, che stanzierà 50 mila euro donati da Fondazione LGH insieme a un network di cui fanno parte Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, Caritas Cremonese e Comune di Cremona nell’ambito della campagna “Energia per Cremona”, che raccoglie fondi per rispondere a persone e famiglie in difficoltà economiche.

Chi volesse donare alla Fondazione può farlo in diversi modi e per diverse finalità e intenti. Si può farlo per uno specifico progetto fra quelli già selezionati dalla Fondazione, per un fondo dedicato già costituito o per costituire un nuovo fondo, che prenderà il nome e avrà le finalità che il donante vorrà stabilire all’atto di donazione. Infine si può donare alla Fondazione affinché realizzi le proprie finalità statutarie.