fede
N.48 marzo 2024
Il sì di suor Valentina, filo rosso che non scarta nulla, nemmeno il dolore
L'inquietudine e la gioia sono gli ingredienti di una scelta di vita definitiva: «Abbandonare il controllo e lasciarsi stupire da ciò che ci circonda è una scelta di libertà, per tornare a incontrarci davvero»
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Il sorriso di suor Valentina illumina la stanza. Ha trentacinque anni, gli ultimi otto consacrati all’istituto delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento, nel convento di Rivolta d’Adda.
Per lei, la fede è «quel filo rosso che lega ogni cosa»; perché «nella vita nulla è lasciato al caso, nemmeno il dolore o ciò che sembra irrazionale. È una gioia nuova, diversa, che non ha spento l’inquietudine, ma mi ha insegnato a considerarla parte di me, parte del mio mondo».
La sua scelta germoglia a Modena, la sua città d’origine: «Stavo finendo gli studi per iniziare a lavorare, ero fidanzata, sognavo una famiglia. Eppure sentivo che mi mancava qualcosa». Gli occhi chiari guardano verso il cielo: «Ho iniziato a interrogarmi più a fondo, per capire cosa fosse quella inquietudine, che già dall’adolescenza si faceva sentire». L’incontro con le Suore adoratrici apre la strada ad un cammino nuovo, forse controcorrente rispetto ai suoi coetanei: «Sono entrata in convento a 25 anni – ricorda – non è stato semplice spiegare il perché di una scelta così diversa da ciò che consideriamo convenzionale. Siamo portati a pensare che per trovare senso bisogna essere completati da qualcuno, bisogna generare vita. Poi ti accorgi che ci sono altri modi per rispondere a questi desideri che ognuno porta dentro sé».
Valentina entra in convento pochi mesi dopo la morte del padre. «Significa cambiare vita – aggiunge – non è semplice spiegarlo alle persone care. All’inizio è stata un’esperienza agrodolce, in cui non è mai mancato il sostegno della mia famiglia. Mia madre si è trovata ad accettare questa scelta, a crescere con me in questo cammino. Ognuno per la propria strada, ma insieme».
L’esperienza religiosa e il carisma dell’Adorazione – cui dedica un’ora al giorno – l’hanno avvicinata all’essenza della vita, ripartendo dalle cose più concrete. «Con il passare del tempo – racconta – ho imparato a conoscermi ed accettarmi per ciò che sono, senza scartare nulla. Ho imparato a scoprire la bellezza che anima il mondo e le sorprese che il Signore ti regala, nascoste nelle piccole cose».
Come ricorda suor Valentina, «credenti o meno, ogni giorno tutti compiamo piccoli atti di fiducia. Anche solo prendere la metropolitana per andare a lavoro significa affidarsi a qualcuno, o anche solo all’idea che tutto andrà bene. Non sempre è semplice, ma abbandonare il controllo e lasciarsi stupire da ciò che ci circonda è una scelta di libertà, per tornare a incontrarci davvero».