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N.43 ottobre 2023

letture

Io non sono i miei errori

Con "L'ultima cosa bella sulla faccia della terra", suo romanzo d'esordio, Micheal Bible apre la porta ai pensieri intimi di un omicida che sconta la sua pena, dietro le sbarre del carcere e nel ricordo profondo come una ferita di una città intera

L’ultima cosa bella sulla faccia della terra è uno sguardo oltre la finestra che permette di guardare molto più di quello che si può vedere. O che non si potrà mai vedere. Micheal Bible, nel suo romanzo d’esordio, ci porta in una cittadina americana che rimane, in un qualche modo, eterna vittima di un evento terribile. E ci porta nella parte centrale dentro i pensieri di Iggy, colpevole della morte di venticinque persone. Poche pagine e frasi brevi, taglienti, per un romanzo corale e nello stesso tempo intimo grazie al quale i nostri occhi e il nostro cuore potranno imparare che, spesso, ciò che facciamo non stabilisce chi siamo davvero.

Iggy non aveva una comunità. Certi giovani cercano conforto nel sesso o nella droga. Iggy l’ha cercato nella violenza perché non riusciva a capire un mondo che non lo metteva al centro. Io gliel’ho raccomandato in passato e approfitterò di quest’occasione per ripeterglielo: Pentiti. Dona la tua vita a Gesù. Aiuta gli altri a fare lo stesso. Non lasciare che la tua vita vada sprecata

Abbiamo provato a immaginare che cosa Iggy, il protagonista del romanzo, avrebbe detto pensando alla parola Sbagli

Mi chiamo Iggy. Sono nella mia cella e questo è il primo giorno della mia ultima settimana di vita. Una vita fatta di scelte. O forse solo una vita improvvisata. Forse in realtà non ho mai scelto niente. Anche il motivo per cui sono qui, in realtà, non corrispondeva alla mia volontà. La benzina si è rovesciata. Il fiammifero è caduto. E poi non ho potuto fare più niente. Non riesco nemmeno a contare il tempo che ho passato qui. Solo il bel corniolo che vedo oltre la finestra mi aiuta a capire che i giorni si susseguono uno all’altro. La solitudine non aiuta. Sogno, desidero e immagino un futuro che non potrò vivere. Perché lo sbaglio che ho commesso diciotto anni fa ha definito e determinato tutta la mia vita. La fine della mia vita. Gli errori di mia madre alcolizzata e mio padre mostro lunatico hanno plasmato ciò che oggi sto vivendo. Ciò che fra pochi giorni non vivrò.

Tom, il capitano, mi ha chiesto cosa vorrò mangiare e mi ha consigliato di preparare quello che vorrò dire. Il quando non l’ha detto. Non ce n’era bisogno. Sappiamo bene quando.

È così strano vivere di ricordi del passato quando non si ha futuro?

I miei ricordi sono tutti lì, a Harmony. Nella biblioteca pubblica dove mi rifugiavo tutti i pomeriggi a leggere ogni cosa potessi prendere. Nelle strade che consumavano le mie scarpe. Dietro alla cisterna dell’acqua dove andavo sempre con Cleo. Spesso le immagini sono però annebbiate. L’estate tra la terza e la quarta l’ho passata a sniffare antidolorifici. E poi l’alcool e tutto quello che potevo recuperare per non sentire. E poi Paul. Quell’estate l’ho conosciuto nella ditta di giardinaggio dove lavoravamo e da quel momento non ci separammo. Lui, Cleo e io eravamo sempre insieme. E poi sono successe cose e poi lui non c’era più. Ho sbagliato? È stato per colpa mia? Forse è inutile chiederselo ora.

Questo è l’ultimo giorno della mia ultima settimana di vita. Tom è venuto a prendermi, mi hanno spostato. Dove sono adesso non ci sono finestre. Chissà se le foglie del corniolo sono cadute nel frattempo.  Che poi, magari, è un acero o un ciliegio o un gelso. Oppure un pioppo.

Non posso fare un bilancio. A volte è andata bene e a volte male. A volte ho sbagliato e a volte no.

Io non sono i miei errori. Forse non sono nemmeno le scelte che ho fatto. Sarò i ricordi che qualcuno, magari, avrà di me. E sarò i ricordi che non avrò mai.

in collaborazione con @poitelopresto

Mentre tutti sono raccolti in preghiera, dall’ultima fila Iggy avanza verso il centro della chiesa. Trema, e la benzina che ha portato con sé per darsi fuoco – come quei bonzi che ha visto in rete – si rovescia. Il fiammifero acceso gli cade di mano. Nel rogo muoiono venticinque fedeli. Diciotto anni più tardi gli abitanti di Harmony, una cittadina del Sud degli Stati Uniti, ancora si portano dentro quel lutto, ancora – come un antico coro – si interrogano e commentano l’accaduto… (adelphi.it)

SCHEDA

Autore: Micheal Bible
Editore: Adelphi
Collana: Fabula
Anno: 2023
In copertina: David de las Heras, La nuvola rossa (2011)