luce

N.16 Dicembre 2020

UNA FAVOLA

La promessa di Santa Lucia si rinnova in… 4G e FFP2

Letterine, fieno e biscotti: tradizioni rispettate nelle case Eppure non è stata la stessa la notte di Santa Lucia in quest'anno di led e mascherine

Il calendario elettronico pigola con insistenza.
12 dicembre 2020: tutto è pronto per la notte dei desideri.
Il carretto è carico e ben fissato, a prova di pioggia e turbolenze. Da qualche anno, tablet e consolle abbondano nella wishlist di bimbi e bimbe; un volo dalla via Lattea non sarebbe in garanzia. Sorretta da una leggera coltre di nebbia, Santa Lucia solca veloce il cielo incantato dall’attesa. L’aria gelida è falciata dal cocchio silenzioso, che a distanza riluce come una stella frettolosa.
Al posto di guida spicca un Tom-Tom di vecchia generazione, regalo di un bimbo premuroso (oggi è ingegnere elettronico e ogni tanto le scrive ancora). Peccato per il 4G, a quell’altezza è più instabile delle correnti. Per fortuna nei momenti di blackout può fare affidamento all’asinello, che per essere un somaro mastica di geografia…In genere basta seguire la scia dei fari che corrono lungo autostrade e statali; quest’ anno è difficile orientarsi, sono così poche… Come una cometa, un pony express indica la via con un sorriso sghembo – il logo di Amazon – e sfreccia senza indugi in testa al convoglio magico. Con disappunto del povero ciuco, da sempre rispettoso di limiti di velocità.
Il tempo stringe, ma è pur sempre “la notte più lunga che ci sia”…

Poco dopo scorge la cima del Torrazzo, familiare e inconfondibile.
Punteggiata di luminarie, Cremona brilla di luce propria.
Non la ricordava così bella. Né così silenziosa.
Il centro storico addobbato a festa è deserto. Niente bancarelle, niente frotte di persone raggrumate tra vicoli e piazze per acquistare dolciumi e scambiarsi gli auguri. Umida di brina, piazza Duomo è uno specchio di pietra. Tra i palazzi rimbomba l’eco di passi proveniente da una viuzza laterale, dove un signore infagottato in un cappotto accompagna il cane a fare la passeggiata serale. Perfino la statua del buon Stradivari ha l’aria perplessa, da quando qualcuno le ha schiaffato in viso una mascherina chirurgica.
Lucia si stringe nel mantello di lana pesante, quasi volesse riscaldare il cuore. Se non altro, quest’anno sarà più semplice agire indisturbati.
Ogni casa è illuminata dai televisori accesi, unica porta aperta su un mondo che pare vittima di un incantesimo. La luce bluastra degli schermi irradia magnetica dalle finestre ben chiuse. Talvolta si scorge qualche nasino premuto contro il vetro, in fibrillazione per l’attesa.
Un trillo annuncia la ricezione di un messaggio sul telefonino, datato ma funzionante.
Pollicione in su: Via libera.
Se le mamme diventano smart, può Santa Lucia essere da meno?

«La mamma dice che è importante.
Così l’anno prossimo torni ancora».

Il carretto accosta di fronte ad una villetta immersa nel silenzio. Appeso al cancello c’è un mazzolino di fieno, intrecciato di led colorati. Fuori dalla porta, una famiglia di scarpe riposa sullo zerbino. Lucia le scavalca con cura e raggiunge il salotto, dove trova una letterina imbustata in un sacchetto di plastica. Nella stanza aleggia un odore insolito, acre, caratterizzato da una nota pungente. “Disinfettante batte moka 1 a 0”, pensa tra sé con un filo di nostalgia. Per risollevare il morale basta un pensiero gentile, che ancora una volta non manca: sul tavolo c’è un vassoio di biscotti impacchettati, un brick di succo alla pesca e una capsula di espresso. A fianco, un paio di guanti in lattice e un flacone di gel trasparente. Le regole sono regole, anche se tra piattino e pacchi regalo la faccenda si fa complessa.
Dopo lo spuntino la missione prosegue con successo, finché un trillo repentino non turba il silenzio della casa addormentata.
Maledette notifiche.
Lucia fa di tutto per zittire l’assistente molesto, senza successo: il touch screen ignora il guanto di plastica, il gel impiastra lo schermo, il velo le offusca la vista (e lei già non parte avvantaggiata).In preda al panico, la poveretta tenta la ritirata, ma incappa nel branco di scarpine rimasto sulla soglia, silente fino a quel momento.
Il trambusto echeggia nell’anticamera, poi cala il silenzio.Conta fino a tre: nulla.Con un sospiro di sollievo si volta per andarsene e si trova vis à vis con due enormi occhi colore nocciola. Il pigiamino di Peppa Pig non serve ad alleggerire lo sguardo severo e indagatore che dal corridoio la inchioda sulla soglia.
E adesso?
Nessuno muove un muscolo.
Esclusa l’opzione della cenere – terribile bufala – l’ospite riflette su come cavarsi d’impaccio, mentre i secondi diventano sassi.
È il bimbo a rompere il silenzio.
«La mascherina».
Prego?
Con un gesto semplice e risoluto, il piccolo le allunga una coppetta bianca con due elastici ai lati.
Lucia rimane impietrita. Con una mano si sfiora il viso pallido, etereo, che sente avvampare d’improvviso.
Lui non batte ciglio e con maggior convinzione tende l’oggetto verso la santa.
«La mamma dice che è importante. Così l’anno prossimo torni ancora».

Il carretto sfreccia rapido sopra la città illuminata. Santa Lucia guarda il mondo correre sotto di sé. Sorride, sotto la sua nuova FFP2. Il regalo più prezioso, segno di cura e promemoria di appuntamento da non mancare. È una promessa, e come le favole più vere non smette di brillare.