onde

N.23 Settembre 2021

CAMPIONI

Le Olimpiadi… e noi

Riflessioni e speranze sull'eredità della più grande campagna Azzurra nella storia dei Giochi Olimpici Così Cremona e il suo territorio sognano di cavalcare l'onda d'oro...

La medaglia d'oro di Valentina Rodini

Ci sono storie che meritano di essere raccontate.
Perché sono state prima sognate, poi vissute e, infine, celebrate.
Sono vicende, queste, che lasciano il segno, che danno una svolta, che, come onde, si propagano nello spazio e nel tempo. Tanto più se i protagonisti di questi racconti sono atleti, veri e propri eroi che sanno incantare, regalare emozioni, far innamorare ed affascinare.
Sono trascorsi, ormai, quasi due mesi da quando, con gli occhi appannati dal sonno, ci alzavamo in piena notte per seguire le vicende dei nostri olimpionici a Tokyo 2020. Eppure non dimentichiamo quei momenti, e non lo faremo mai, perché hanno lasciato qualcosa dentro di noi.

L’intervista alla campionessa olimpica Valentina Rodini, oro a Tokyo nel doppio pesi leggeri di canottaggio.

Tutti ci siamo sentiti un po’ canottieri, quando la “nostra” Valentina Rodini ha strappato un sensazionale oro olimpico. Nessuno è riuscito a respirare durante quei fulminei, ma interminabili, 37”50 in cui il casalasco Fausto Desalu ed i suoi compagni della staffetta 4×100 hanno riscritto la storia. E l’argento di Manfredi Rizza nel K1, allenato da Oreste Perri, è diventato l’argento di tutti i cremonesi.
«I nostri atleti sono diventati l’orgoglio di tutta la città – racconta Luigi Arrigoni, tecnico della canottieri Leonida Bissolati – perché hanno saputo regalare a Cremona un sogno. Ora speriamo che non si tratti semplicemente di un punto di arrivo, di un episodio sporadico, ma ci aiuti a trovare continuità nel mondo sportivo cremonese».

Ecco, allora, la sfida a cui la città, la nostra città, è chiamata: cavalcare l’onda azzurra che, da Tokyo, è arrivata fino alle sponde del Po. Perché se è vero che il sogno ha preso il via grazie alle performance di atleti straordinari, è solamente con il lavoro e con l’impegno sul territorio che è possibile sperare di non svegliarsi mai.
«Vedo un interesse crescente – spiega Giuseppe Bertozzi, consigliere Fidal e allenatore – da parte di genitori e ragazzi per il mondo dell’atletica. Dopo mesi di sofferenze e chiusure, un rilancio del settore è quanto di più prezioso ci possa essere. E questo passa inevitabilmente, e fortunatamente, dai risultati delle nostre stelle». Stelle che, da sempre, sono viste come lontane, inavvicinabili, ma che, in realtà, sono più simili a noi di quanto si pensi. «Ogni anno gli atleti si preparano con impegno e dedizione – prosegue Bertozzi – ma ciò che fa davvero la differenza è la passione: nel nostro sport è decisiva, perché la sfida quasi sempre è contro se stessi».
Ed è proprio la passione ad essere stata riaccesa dai successi di Tokyo, «sia a livello mediatico che di interesse per la pratica sportiva», secondo Arrigoni. «Personalmente mi auguro che si riscopra anche il forte legame della nostra città con il fiume Po, che giovani e famiglie possano tornare ad abitarlo e viverlo con entusiasmo».
Il fronte dell’onda azzurra che Cremona è chiamata a non infrangere è, allora, quello della gioia, del piacere di vivere lo sport.
Chi non ha certamente mai perso questo ardore è Oreste Perri, allenatore della nazionale italiana di canoa e campione olimpico. «Tokyo 2020 è stata la mia decima olimpiade – racconta Perri – eppure mi ha regalato emozioni nuove, indescrivibili. Ed è tutto merito dello sport, una realtà capace di stimolare, far crescere ed entusiasmare».
Per l’ex primo cittadino cremonese – reduce anche da una fruttuosa spedizione mondiale a Copenaghen – «i primi passi nel mondo dell’attività sportiva sono decisivi. In questo la nostra città è speciale. Lo dico perché con il mio incarico di commissario tecnico ho avuto modo di osservare molte realtà. Cremona ha risorse preziose e credo proprio che i grandi risultati di Tokyo e Copenaghen possano avvicinare bambini, ragazzi e giovani al nostro meraviglioso mondo».

«Diventare grandi non significa solo
conquistare una medaglia
ma dimostrare di essere donne e uomini
capaci di affrontare la vita»

Oltre a non infrangersi, però, l’onda azzurra giunta fino a Cremona ha bisogno di essere sostenuta e cavalcata, affinché possa giungere fino a nuovi lidi e portare ad altri successi per i nostri atleti.
«Ora che il grande exploit è stato fatto – precisa Bertozzi – ci è richiesta la fatica di provare a continuare su questo percorso, offrendo la possibilità ai nostri ragazzi di crescere potendo contare su strutture e persone che hanno a cuore il loro futuro».
Alle sue parole fanno eco quelle di Arrigoni, che vede Cremona come «una realtà in crescita, desiderosa di sostenere i propri eroi e, allo stesso tempo, di seguirne i passi per diventare grandi e per dare maggior lustro e prestigio alla città».
Diventare, essere grandi, però, «non significa semplicemente conquistare una medaglia – conclude Perri – ma dimostrare di essere donne e uomini capaci di affrontare la vita. Cavalcare l’onda azzurra, per Cremona, credo significhi proprio questo: dare fiducia ed investire nel movimento sportivo affinché cresca ed aiuti ciascuno a costruire un domani migliore».
È forse questa la svolta più significativa che la spedizione di Tokyo porta con sé.
Le storie dei nostri atleti parlano chiaro: come tanti altri giovani, hanno sognato, poi vissuto ed infine celebrato un grande traguardo. Lo hanno costruito giorno per giorno, partendo dal quotidiano. Poi, sono davvero diventati grandi. Sono diventati dei grandi.
Ecco perché la loro storia merita di essere raccontata: come un’onda, capace di travolgere e portare con sé ciò che incontra, che spinga la nostra città a guardare al domani con il sorriso di chi, sognatore, inizia a costruire un futuro dalle tinte dorate.