In questa edizione abbiamo incontrato il silenzio di chi medita, quello della clausura ai confini di un Continente che cerca ancora la sua lingua comune, quello delle “solitudini digitali” che non capisci quando smette di ferire ed inizia a collegare, quello quotidiano e attento di una coppia di genitori sordi, o di un giornale che cerca di aprire una crepa di luce nell’oscurità di un’informazione che alza la polvere e confonde con il suo clamore.
C’è vita nel silenzio che crea uno spazio di attesa tra la domanda che rivolgiamo a qualcuno che amiamo e il momento della sua risposta. C’è speranza se abbiamo il coraggio di fermarci. Aspettare. Stare a sentire.
Vertiginoso e così profondo: non è il silenzio a farci paura.
silenzio
N.05 Novembre 2019