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N.37 Gennaio 2023

IN CAMPO

Inizia dalla Baldesio la scalata al grande tennis

Coach Menga e il suo team hanno avviato una nuova accademia internazionale nelle strutture della Canottieri cremonese, dove il talento è coltivato nell'armonia tra tutte le componenti: tecnica, tattica, fisica e mentale

Al lavoro con coach Menga nella palestra della Canottieri Baldesio

«Un progetto di giovani e per i giovani, dove, sullo stesso campo, si allenano e giocano a tennis una ragazza cinese, una tennista svedese con origini messicane, una tedesca nata alle Mauritius ed un talento mantovano che sogna di partecipare alle qualificazioni di un torneo del grande Slam ed entrare nell’olimpo di questo sport. Tutto questo accade ogni giorno della settimana sui campi della Canottieri Baldesio, artefice insieme a Beppe Menga, tennista cremonese classe 1976, probabilmente il migliore che abbia sfornato la scuola cittadina, di un progetto che vive nel presente ma guarda soprattutto al futuro.
Baldesio Tennis Pro è da poco uscito dai blocchi di partenza con obiettivi importanti, da raggiungere attraverso allenamento e sacrifici. Menga dopo l’esperienza al Tennis Club Crema, riparte da zero con le idee ben chiare: creare una accademia tennistica che sia un unicum sul territorio cremonese e punto di riferimento nazionale per tanti giovani che vogliono mettersi alla prova per tentare la carriera professionistica: «Partiamo da un’idea – afferma il mancino che nella propria carriera si è arrampicato fino alla posizione numero 432 del circuito Atp nel 2006 – Questa è una accademia di qualità non di quantità. Siamo aperti a tutto il mondo, perché il tennis è uno sport globale. Però abbiamo scelto di lavorare con un massimo di dieci, tra giocatori e giocatrici. Questa è la dimensione perfetta per ottimizzare il nostro percorso. Poi abbiamo un gruppo di una quindicina di agonisti ed agoniste. La nostra è una accademia internazionale. Qui si parla inglese. Ed è un’occasione per impararlo o migliorarlo anche per chi magari, oggi, non lo parla così bene».

Menga ha un sogno nel cassetto e non lo nasconde: «Il mio mestiere, a questo punto della carriera, è quello di coach. E l’obiettivo è riuscire a tirare fuori da questo gruppo un pro che possa ambire ad entrare nei primi 250 a mondo, che significa partecipare alle qualificazioni di un torneo dello Slam. Nella mia carriera da allenatore ho toccato con mano il professionismo allenando due talenti come Laurynas Grigelis e Andrea Stoppini. Il lituano è arrivato attorno alla posizione numero 180 del circuito Atp, Stoppini addirittura alla 160. Con questi due atleti siamo entrati in un mondo nuovo, incredibile. Ci riproviamo con questi ragazzi. Oggi il giocatore trainante per il gruppo si chiama Lorenzo Bresciani, tennista di talento, numero 900 al mondo, con il sogno di poter arrivare il più in alto possibile».

Per costruire un progetto così ambizioso Menga ha scelto la Canottieri Baldesio, circolo che ha vissuto anni importanti nel tennis, tra tornei internazionali e la serie A2 nel campionato a squadre: «A Cremona, se guardiamo anche a qualche anno fa, abbiamo sempre avuto buonissime scuole tennis Sat. Qualcuna è sfociata nell’agonismo. Nessuno, però, ha mai pensato alla dimensione Pro. Abbiamo proposto il progetto alla Baldesio che ha un background tennistico importante se guardiamo, per esempio, agli anni Settanta. Ha vissuto una certa parte di tennis di alto livello. Ricordo ancora quando sui campi in terra rossa del circolo facevo il raccattapalle al torneo internazionale». La Canottieri ha consapevolezza della propria storia tennistica. Baldesio è al primo posto nel nome del progetto, a cui dà solidità e la possibilità di pensare in grande. «Ci mette a disposizione le strutture che sono straordinarie. Qui non manca niente per fare bene. Siamo appena nati, ci devono ancora conoscere, però ci hanno già chiamato tanti ragazzi da Milano, Bergamo e Desenzano che sono interessati e vogliono venire qui per vedere come lavoriamo».
Già, lavoro. Parola chiave all’interno del metodo Menga, capace negli anni di costruire uno staff importante e multidisciplinare. Una parte arriva dall’esperienza cremasca, integrato, successivamente, da alcune figure chiave già presenti nel precedente percorso della società di Via del Porto: «Abbiamo un responsabile della parte fisica. Si chiama Giovanni Catizone ed è una figura di rilievo nel panorama nazionale. In Baldesio poi ho trovato due preparatori atletici di estrema preparazione e professionalità come Matteo Trovati e Pietro Contini, quest’ultimo tra l’altro mio ex allievo. In questo contesto abbiamo inserito una figura che si occuperà della parte mentale. Si chiama Andrea Nespoli e lavorerà in sinergia con Federico Pedrabissi. Francesca Lanata avrà il ruolo di alimentarista. Io e Massimo Ocera seguiremo l’area tecnico-tattica. Spesso saremo in giro per tornei con alcuni dei ragazzi. Per questo ci avvarremo del supporto di Matteo Pifferi e Marco Fappani».
Ma che cosa si intende per “metodo Menga”?: «L’ho ribattezzato tennis integrato. Cosa significa? Non abbiamo scoperto l’acqua calda. Integrato significa che ogni ambito di lavoro opera in sinergia con gli altri. Le quattro aree, tecnica, tattica, fisica e mentale non sono divise ma funzionano insieme in un unico ingranaggio. Mi spiego. Il mental coach non lavora nel proprio studio, ma in campo con me. Stessa cosa il preparatore atletico e l’alimentarista. Siamo tutti protagonisti nello stesso spazio, in sinergia. Nel palazzetto abbiamo tolto una tribuna per creare la nostra area di lavoro. Questa è l’accademia. Insieme a Baldesio, attorno a questi due capisaldi, vogliamo costruire un binomio vincente».