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N.23 Settembre 2021

TERZO SETTORE

La festa del volontariato, laboratorio di comunità

Dopo la sospensione del 2020 la festa del volontariato di Cremona è tornata con idee e forme rinnovate: il grande evento di piazza del Comune si è "diffuso" e ha incontrato i quartieri

Una festa che è andata letteralmente alla ricerca dei cittadini, di chi abita i quartieri, magari quelli meno esposti alle luci del centro storico ma dove – in modo non meno operoso e solidale – si muovono gruppi informali, associazioni, comitati che prima e durante l’emergenza Covid non hanno smesso di aiutare, aiutarsi e progettare. È nata come una festa diffusa, distribuita su due domeniche di settembre al Quartiere 2 (Boschetto-Migliaro) e Quartiere 5 (Borgo Loreto-San Bernardo-Naviglio), l’edizione 2021 della Festa del Volontariato di Cremona. Frutto di un percorso con le associazioni tenutosi prevalentemente online e intitolato “Ripartire dai Territori!”, la Festa di quest’anno ha visto per la prima volta rivoluzionata una formula che per 28 edizioni dava appuntamento a tutte le associazioni del territorio in piazza del Comune e nelle piazze limitrofe per un coloratissimo bagno di folla.

Il Covid ha spinto verso altre scelte, dopo la cancellazione dell’edizione 2020, ma non solo il virus ha contribuito a una modifica così profonda. Una nuova idea di festa e di progetto per il bene comune ha spinto infatti i due comitati di quartiere a dialogare con un gruppo di associazioni cittadine per dare il via a una esperienza inedita e che, ormai pare certo, non si fermerà qui ma con ogni probabilità proseguirà con altre proposte, promuovendo alleanze, anche in differenti quartieri della città che si renderanno disponibili. Questa è la previsione dei promotori della Festa 2021, CSV Lombardia Sud, Forum del Terzo Settore e Comune di Cremona – Centro Quartieri e Beni Comuni, all’indomani della positiva esperienza che ha coinvolto i volontari di circa 30 associazioni oltre ai rappresentanti dei due comitati. «Questo percorso – spiegano – ha permesso di creare un’occasione per investire nella comunità, per trovare un nuovo pensiero, aprire uno spazio di conoscenza, incrociare visioni, perché non c’è sviluppo di un territorio se non c’è un investimento forte nella costruzione della comunità». Un’onda di partecipazione che quest’anno al Quartiere 5 ha visto anche la parrocchia fra gli organizzatori in prima linea, disponibile a incrociare il calendario degli eventi già in programma con il nuovo percorso della Festa diffusa.
È stato il laboratorio “Ripartire dai Territori!” a indicare la rotta di questa nuova esperienza. Dal confronto fra associazioni e comitati di quartiere all’origine dei due giorni di festa è emersa una voglia di partecipazione molto significativa, caratterizzata da una forte interazione fra i partecipanti, forse anche come reazione al lungo periodo di relazioni sacrificate dai lockdown. Le persone coinvolte nella preparazione dei due eventi avevano voglia di condividere percorsi e di raccontarsi. Due sono stati i focus emersi con urgenza durante gli incontri online preparatori: la partecipazione dei giovani alla vita della comunità (come coinvolgere le giovani generazioni in progetti di interesse comune?) e la prossimità (come si possono attivare legami e relazioni utili a favorire maggiore coesione e solidarietà fra i cittadini, specie se dello stesso quartiere?). Un dialogo aperto che ha raccolto anche esperienze e testimonianze di altri territori, fra cui quelli della vicina Mantova.
Il confronto fra comitati e associazioni ha permesso a realtà differenti di conoscersi, rendendo evidente come nella comunità siano già presenti energie da connettere e da liberare. Accompagnare un progetto di relazione genera la voglia di collaborazione: per questo il laboratorio è diventato il primo passo per dare concretezza a idee e visioni nate in seno al laboratorio stesso. L’esperienza non è passata inosservata e altri quartieri di Cremona stanno pensando di replicare l’esperimento in altre zone della città. E in questo senso il futuro è ancora tutto da scrivere.

«Non c’è sviluppo di un territorio
se non c’è un investimento forte
nella costruzione della comunità»